"Prima di emettere una decisione di rimpatrio nei confronti di un minore non accompagnato, uno Stato membro deve accertarsi che nello Stato di rimpatrio sia disponibile un'accoglienza adeguata per il minore", questo è quanto ha stabilito nella sentenza C-441/19 TQ / Staatssecretaris van Justitie en Veiligheid la Niente più espulsioni di migranti minorenni non accompagnati, bisogna garantire l'accoglienza Corte di giustizia dell'Unione europea.

I minorenni non accompagnati, quindi, non potranno più essere espulsi, a meno che non sia assicurato che nel Paese di origine del minore vi sia un'accoglienza adeguata.

“Se al momento dell'allontanamento non è più garantita un'accoglienza adeguata, lo Stato membro non potrà eseguire la decisione di rimpatrio" bisogna “prendere necessariamente in considerazione l’interesse superiore del bambino”, ed evitare che possa trovarsi “in una situazione di grande incertezza quanto al suo status giuridico e al suo futuro, in particolare quanto alla sua frequenza scolastica, al suo legame con una famiglia di affidamento”.

Niente più rimpatri di migranti minorenni non accompagnati, bisogna garantire l'accoglienza
La sentenza nasce da un ricorso presentato nel 2018. La vicenda riguarda un minorenne non accompagnato che all'epoca aveva 15 anni e quattro mesi e arrivava dalla Sierra Leone. Il ragazzo, una volta arrivato in Olanda, aveva presentato domanda di permesso di soggiorno a tempo determinato. Nella richiesta aveva indicato di essere nato nel 2002 in Guinea e di essere arrivato in Europa dopo la morte della zia, presso la quale viveva in Sierra Leone. Quando è arrivato ad Amsterdam, nei Paesi Bassi, il ragazzo sarebbe stato vittima di tratta di esseri umani e di sfruttamento sessuale, motivi per i quali soffrirebbe ora di gravi turbe psichiche. Questa era la situazione, ma, a marzo 2018, il segretario di Stato alla giustizia e alla sicurezza dei Paesi Bassi ha deciso d'ufficio che il ragazzo non poteva beneficiare di un permesso di soggiorno a tempo determinato e il giudice del rinvio ha precisato che il minore non poteva beneficiare né dello status di rifugiato né della protezione sussidiaria. E, in base al diritto dei Paesi Bassi, questo tipo di decisione si considera come decisione di rimpatrio.

Il minorenne ha presentato ricorso contro questa decisione, facendo presente di non sapere dove risiedano i suoi genitori e sostenendo che non sarebbe in grado di riconoscerli, che non conoscerebbe alcun altro suo familiare e che non saprebbe neppure se ne esistano. Il giudice del rinvio, in quell'occasione, ha spiegato che la legge dei Paesi Bassi fa una distinzione tra i ragazzi a seconda dell'età. Per i minori che hanno meno di quindici anni alla data di presentazione della domanda di asilo, prima di adottare una decisione viene effettuata un'indagine per capire se esista o meno un'accoglienza adeguata nello Stato di rimpatrio, per gli altri no. La Corte Ue ha adesso stabilito che quando uno Stato membro adotta una decisione di rimpatrio nei confronti di un minore non accompagnato deve, in ogni fase della procedura, tenere in considerazione l'interesse superiore del bambino. E questo implica una valutazione generale e approfondita della situazione del minore.(EuropaToday)

 

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I migranti minorenni non accompagnati non possono essere rimpatriati, bisogna garantire l'accoglienza

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Dai dati del Ministero dell'Interno risulta che 34134 persone sono arrivate sulle coste italiane da inizio anno.

I Minori stranieri non accompagnati (4623) sono cresciuti più del doppio rispetto al 2019 (1680) e circa un migliaio in più rispetto al 2018 (3536). 

I dati dei minori sono aggiornati al giorno 28 dicembre, mentre quelli sul totale dei migranti è aggiornato alle 8 del 30 dicembre.

  • 12.873 sono di nazionalità tunisina (38%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; 
  • Bangladesh (4.141, 12%),
  • Costa d’Avorio (1.950, 6%),
  • Algeria (1.458, 4%),
  • Pakistan (1.400, 4%),
  • Egitto (1.263, 4%),
  • Sudan (1.125, 3%),
  • Marocco (1.030, 3%),
  • Afghanistan (1.009, 3%),
  • Iran (969, 3%) 

A questi si aggiungono 6.916 persone (20%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. 

REPORT Cruscotto Statistico 

 

 

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Viminale, da inizio anno sono approdate 34134 persone sulle nostre coste. I minori soli sono cresciuti più del doppio rispetto al 2019

Dai dati del Ministero dell'Interno risulta che 34134 persone sono arrivate sulle coste italiane da inizio anno. I Minori stranieri non...

 


4.298 i minori stranieri non accompagnati ad aver raggiunto il nostro Paese via mare. Il numero dei minori stranieri non accompagnati approdati sulle coste italiane è magiore rispetto a quelli arrivati lungo tutto il 2019 (1.680) e nel 2018 (3.536) mentre mostra un calo rispetto al 2017 (15.779).

 Complessivamente sono 33.238 le persone migranti approdate sulle coste italiane da inizio anno. Nello stesso periodo, lo scorso anno furono 11.097 mentre nel 2018 furono 23.126.


Degli oltre 33mila migranti giunti in Italia via mare nel 2020, sulla base di quanto dichiarato all'arrivo:

  •  Tunisia, 12.673 (38%),
  •  Bangladesh (4.132, 12%), 
  • Costa d’Avorio (1.807, 6%),
  •  Algeria (1.379, 4%),
  •  Pakistan (1.358, 4%),
  •  Egitto (1.206, 4%), 
  • Sudan (1.099, 3%),
  •  Marocco (996, 3%),
  •  Afghanistan (950, 3%),
  •  Somalia (876, 3%)

 a cui si aggiungono 6.762 persone (20%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. Il dato è aggiornato alle 8 del 16 dicembre 2020.


Leonardo Cavaliere


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4.298 i minori stranieri non accompagnati ad aver raggiunto il nostro Paese via mare.

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Pubblicato il Rapporto Annuale Siproimi 2019,  in aumento (+22,6%) i minori non accompagnati. L’8,4% è vittima di torture.

Complessivamente sono 39.686 i beneficiari del progetto, -3,5% rispetto all’anno precedente, la maggior parte  è stato accolto all’interno di progetti ordinari, il 12% nei progetti per minori stranieri non accompagnati (Msna) e il restante 2% nei progetti per disabili e disagio mentale. 

“Nonostante il numero complessivo dei beneficiari accolti sia leggermente diminuito rispetto al 2018, si segnala – viene spiegato – il netto aumento dei Msna che si attestano a 4.752 unità facendo registrare un +22,6% rispetto all’anno precedente”.

 

Dall'analisi dei dati emerge la preoccupante presenza di  moltissimi beneficiari in condizioni di vulnerabilità.

 La maggior parte sono vittime di tortura e/o violenze (pari all’8,4% del totale degli accolti), in lieve aumento rispetto a quella registrata nell’anno precedente (7,3%); seguono le vittime di tratta (4,9%) e i beneficiari con problemi di disagio mentale (3,7%).

 

Leonardo Cavaliere 

 

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Rapporto Annuale Siproimi 2019, in aumento (+22,6%) i minori non accompagnati. L’8,4% è vittima di torture.

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Fuori concorso a Castellinaria l'ultimo film del regista e sceneggiatore serbo: un non sempre convincente dramma psicologico sui minori non accompagnati

 

 È un tema difficile, quello dei minori non accompagnati. Difficile per loro, che si ritrovano in un altro Paese senza genitori o adulti di riferimento; difficile per chi, tra mille difficoltà, deve prendersi cura di loro. E per chi, sui minori non accompagnati, vuole fare un film con il rischio di banalizzare il tema, di accomodarsi sugli stereotipi o di cadere nel facile sentimentalismo da sceneggiato tv sui migranti.
A Castellinaria abbiamo – fuori concorso, disponibile su online.castellinaria.ch solo oggi giovedì 26 novembre – l’ultimo film di un grande regista, Goran Paskaljevic. Ultimo in tutti i sensi: Paskaljevic è morto lo scorso settembre, per un tumore ai polmoni. ‘Nonostante la nebbia’ è la storia di Mohammed, un bambino originario del Libano che si ritrova in Italia, in un centro di accoglienza, senza i genitori. Sono morti nel Mediterraneo, durante la traversata per raggiungere l’Europa: ma lui non lo sa, o meglio non accetta questa verità e si aggrappa alla speranza che mamma e papà si trovino in Svezia, come gli dice Samir, un altro migrante che lo ha aiutato a non annegare quando il barcone si è rovesciato. “In Sweden” come Mohammed ripete in un inglese approssimativo a Paolo (Giorgio Tirabassi) che, in una serata di nebbia, lo trova mentre aspetta chissà cosa a una fermata del bus. Preoccupato per la salute del bambino, Paolo lo porta a casa, dove lui e sua moglie Valeria (Donatella Finocchiaro) iniziano a prendersi cura di lui. Per una notte sola, è l’intenzione iniziale, ma viste le condizioni del centro di accoglienza in cui Mohammed dovrebbe tornare, Paolo e Valeria decidono di prendersi cura di lui ancora per un po’, nonostante le perplessità sia dei genitori di Valeria, sia di Luciano (Francesco Acquaroli), il fratello di Paolo con i suoi discorsi da “non possiamo accoglierli tutti”, “è meglio se tornano nel loro Paese” eccetera.
La prima mezz’ora di ‘Nonostante la nebbia’ passa liscia, fin troppo: belle, per quanto fin troppo didascaliche, le immagini iniziali, con quella nebbia sulla strada provinciale in cui camminano Mohammed e il suo amico Samir, ma sono seguite da una recitazione, soprattutto nei ruoli di comprimari, non sempre all’altezza e da personaggi convenzionali e piatti. L’uomo di buon cuore che nasconde la verità al bambino per proteggerlo, il fratello cinico e senza cuore, la crudeltà dei ragazzi che fanno proprio il fascismo che sentono dagli adulti, la chiesa aperta a parole ma chiusa nei fatti. Una superficialità sopportabile, se Paskaljevic avesse diretto il film con i toni di una fiaba moderna, ma il suo stile è più realistico e se ci aggiungiamo alcune implausibilità nella trama, iniziando proprio da un minore che si allontana indisturbato da un centro di accoglienza, si resta momentaneamente perplessi. Momentaneamente, perché, piano piano, mentre Paolo e Valeria entrano in confidenza con il piccolo Mohammed e si scontrano con i familiari, scopriamo di più: Valeria soffre di depressione per la morte del figlio che aveva più o meno l’età del piccolo profugo. Quel conflitto tra egoismo e altruismo, tra speranza per il futuro e dolore per il passato, tra salvezza della vita e condanna a perdere la propria identità non si svolge più solo tra personaggi, ma anche dentro i personaggi.
‘Nonostante la nebbia’ diventa così un interessante dramma psicologico e il finale, con la fuga del piccolo Mohammed dalla messa di Natale e di nuovo quella nebbia che avvolge e nasconde, fa quasi del tutto dimenticare i punti deboli visti in precedenza.
Prima dei titoli di coda, una scritta appare sullo schermo: “Oltre 10mila bambini migranti non accompagnati sono scomparsi in Europa negli ultimi tre anni. Questa cifra riguarda i bambini dei quali si sono perse le tracce dopo la registrazione presso le autorità europee. Circa la metà di questi sono scomparsi in Italia”.

Autore: Ivo Silvestro 



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Nonostante la nebbia.

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