6° post. La via della Seta del terzo millennio trasporta carne umana. Il suo terminale in terra turca è Izmir: qui arrivano i muhajirinche, come Mussa Khan, tentano la via dell’Egeo, per finire troppo spesso in fondo al mare. Per cercarlo, bisogna entrare a Basmane, porta d’Europa degli ultimi
7° post. Istanbul, punto di sutura tra due continenti, Asia ed Europa. Passaggio obbligato per i rifugiati come Mussa Khan, soprattutto ora che le rotte dei muhajirin si sono spostate verso nord. Qui il loro destino incrocia le contraddizioni in bilico tra sviluppo economico e diritti negati
8° post. Turchia, Bulgaria, Grecia. Tre nazioni separate e unite dall’Evros-Meriç-Maritsa, oggi ultima porta per i muhajirinche tentano di approdare in Europa. Mussa Khan, forse, è passato, ma sono sempre più i suoi compagni di viaggio che perdono la vita nei meandri scuri del fiume
9° post. Vittime di conflitti che non li riguardano. Come quello annoso tra Grecia e Turchia, che ha lasciato un’eredità mortale di mine lungo il confine dell’Evros. Ma anche una volta arrivati nella sospirata terra ellenica, i muhajirintrovano un paese in crisi economica, sempre meno disposto ad offrire loro protezione ed asilo
10° post. Atene. Il luogo di nascita della democrazia, cela un lato oscuro e doloroso. Sono le strade e le piazze in cui i muhajirin vivono nell’illegalità, in attesa di un futuro che non arriva. Un buco nero che inghiotte vite e destini e in cui Mussa Khan sembra essersi perduto
11° post. Patrasso. Insieme a migranti di mezzo mondo, anche imuhajirin aspettano il momento buono per scavalcare le reti che delimitano il porto, in un surreale e pericoloso gioco a rimpiattino con la polizia. La posta, però, è alta: una nave verso l’Italia e il sogno chiamato “Europa”
12° post. A Igoumenitsa i muhajirin sognano l’Europa. Non importa che ci siano già, per loro quella che conta comincia al di là dell’Adriatico. Qui anche Mussa Khan, come molti prima di lui, tenta le sue carte con la sorte
13° post. Ancona, Italia. Ecco l’”Europa” sognata da Mussa Khan. Anche qui, però, ad accogliere imuhajirin reti metalliche e procedure che rendono la richiesta di asilo una prospettiva sfuggente e lontana
14° post. Tutte le strade, si dice, portano a Roma. Anche quella di Mussa Khan e di migliaia di muhajirin afghani per cui l’Italia è soltanto una tappa della tormentata ricerca di una vita migliore. Qui, tra i cantieri che costeggiano la Stazione Ostiense, si interrompe il racconto di un viaggio che non ha fine