L’orto urbano nasce dallo spirito ecologista dell’associazione e dalla volontà di riappropriarsi di spazi comuni, tipico della tradizione degli orti urbani.
I primi coltivatori, accanto ai “nonni” dell’agricoltura urbana, sono i ragazzi disabili del progetto Orto e mezzo.
Poi, ci sono i minori migranti non accompagnati del centro di primo intervento per minori Tata Giovanni di Porta Ardeatina.
I minori non accompagnati non solo sono coltivatori, ma sono i primi veri consumatori diretti degli ortaggi ricavati dai sei appezzamenti di terreno di cui è composto l’orto.
Massimo Pasquini, responsabile ufficio stampa della Fondazione Musica per Roma e membro dell’Associazione Valerio Daniel De Simoni spiega che “La collaborazione con il centro di accoglienza è nata per caso, dopo l’apertura dell’orto. Abbiamo saputo che i ragazzi avrebbero avuto piacere a collaborare al progetto e li abbiamo inseriti”.
I ragazzi del Centro Tata Giovanni la scorsa settimana sono stati i protagonisti dell’iniziativa promossa dal giornalista CarloInfante, creatore dei Radio-Walkshow, Urban Experience.
Questo progetto ha l’obiettivo di scoperta del territorio urbano con l’utilizzo di performing media, meglio dette conversazioni nomadi con ascolti via radio, smartphone e web, attive su tutto il territorio romano fino al 25 febbraio. Un modo per conoscere meglio il territorio e sentirsi parte della città.
“Abbiamo giocato con le mura: toccate, strofinate, annusate, non solo esplorate. Quei ragazzi avevano una voglia straordinaria di giocare con la città (guarda il video) quando ci hanno seguito nel veder da vicino l’antica Porta Ardeatina che sembra un’improbabile finestra.”
LEONARDO CAVALIERE
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