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Quest'oggi presso la Sede dell'Anci è stato presentato il nuovo Rapporto sulla Protezione internazionale in Italia 2017.

Realizzato, per il quarto anno consecutivo, da Anci, Cittalia – Sprar, Caritas Italiana e Fondazione migrantes, in collaborazione l’Unhcr, lo studio offre spunti e dati per raccontare un fenomeno, quello delle migrazioni forzate, in costante evoluzione.

Nel mondo ogni minuto 20 persone sono costrette a fuggire. Alla fine del 2016 erano 65,6 milioni i Migranti forzati, con un aumento di 300.000 casi rispetto all'anno precedente. Oltre 40 milioni sono gli sfollati interni e 22,5 milioni i rifugiati. La metà e' rappresentata da bambini. Il 55% dei rifugiati di tutto il mondo proviene da tre Paesi: Siria, Afghanistan, Sud Sudan. Con quasi 3 milioni di rifugiati la Turchia e' il Paese che ne ospita di piu'. I Paesi che hanno ricevuto il maggior numero di richieste d'asilo nel mondo nel corso dell'anno 2016 sono la Germania e gli Stati Uniti.

A livello di Unione europea le richieste di protezione internazionale sottolineano invece un trend negativo gia' a partire dal 2016 con 1.259.955 domande (-4,8% rispetto all'anno precedente). Ci si attende un'ulteriore flessione a fine 2017, dovuta tra l'altro alla significativa diminuzione dei flussi dalla Libia a seguito dell'accordo siglato con l'Italia. I primi 6 mesi del 2017 confermano questa previsione con il 43,3% di domande in meno rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. La Germania rimane il primo Paese per numero di richieste con oltre 745 mila casi, seguita a grande distanza dall'Italia con circa 123 mila casi, dalla Francia con 84 mila e dalla Grecia con 51 mila. Questi 4 Paesi insieme totalizzano il 79,6% delle richieste di protezione internazionale presentate nell'Unione europea nel 2016.
La Germania è al primo posto anche per incidenza di richieste di asilo sulla popolazione residente mentre l'Italia è al decimo posto, rispettivamente con 9 e 2 domande ogni mille abitanti.
Quasi tutti i Paesi dell'Europa centro-orientale, a conferma delle politiche nazionali di chiusura, hanno visto diminuire sensibilmente le richieste con punte del -83,4% in Ungheria. Nel 2016 la Siria (342 mila), l'Afghanistan (190 mila) e l'Iraq (131 mila) sono risultate le prime tre nazionalita' per numero di richieste in Europa, seguite da Pakistan, Iran ed Eritrea.
Evidentemente l'accordo con la Turchia ha sortito i suoi effetti se si considera che in un anno l'arrivo di siriani e' diminuito dell'11% circa.
I dati relativi al 2017 confermano un ulteriore, sensibile, diminuzione. Anche con l'Afghanistan e' stato firmato un accordo da parte dell'Ue per contenere i flussi irregolari e facilitare i rimpatri.

La crisi migratoria del 2015 ha visto crescere sensibilmente i cosiddetti casi Dublino che nel 2016 hanno superato le 141 mila richieste di cui il 45,8% hanno riguardato l'Italia, principale porta di ingresso in Europa, seguita dalla Germania e dalla Bulgaria. La maggioranza dei casi Dublino riguarda la ripresa in carico (richiedente la cui domanda e' in corso d'esame e che ha presentato domanda in un altro paese) che arriva al 95,5% dei casi in Bulgaria. Gli oltre 4 mila trasferimenti fatti in Italia provengono soprattutto da Svizzera, Germania e Austria. Il programma di ricollocazione, previsto dall'Agenda europea, il cui obiettivo era quello di alleggerire la pressione dei flussi sui due principali Paesi di ingresso, Italia e Grecia, si e' dimostrato fallimentare.

In Italia si regista un 44% in più delle domande di protezione nel 2017.
77.449 richieste nei primi 6 mesi dell'anno. 
Le richieste arrivano per lo piu' da nigeriani (15.916) e bengalesi (7.413) e gia' nel 2016, con 123 mila domande, si era registrato un aumento del 47% sul 2015.

Il profilo del richiedente è: africano (70% dei casi), di genere maschile (85%), tra i 18 e i 34 anni (80,2%).
I primi cinque Paesi di origine sono, nell'ordine, Nigeria (27.289), Pakistan (13.510), Gambia (9.040), Senegal (7.723) e Costa d'Avorio (7.419).
Nel primo semestre del 2017 le domande complessivamente esaminate ammontano a 41.379; circa 4,3 su 10 hanno avuto esito positivo (status di rifugiato: 9%; protezione sussidiaria: 9,8%; permesso per motivi umanitari: 24,5%). Per il 51,7% l'esame si è concluso con un diniego.

Calano gli sbarchi in Italia e continuano ad aumentare le richieste di protezione. Al 30 ottobre 2017 il calo degli sbarchi in Italia e' del 30% rispetto allo stesso periodo del 2016. I comuni italiani coinvolti nell' accoglienza dei richiedenti asilo sono 3.231 il 40% del totale.  Le regioni più accoglienti sono la Lombardia e la Campania in termini assoluti ma è "in Toscana ed Emilia Romagna che si è quasi pienamente realizzato il principio dell' accoglienza diffusa" con l'83% dei Comuni della Toscana che accoglie richiedenti asilo e il 78,1% in Emilia Romagna.

Un capitolo a parte merita il tema dei minori: al 25 ottobre 2017 sono sbarcati sulle nostre coste 14.579 minori (in tutto il 2016 erano stati 25.846). Il 93,2% sono minori soli. La maggior parte di essi proviene da Guinea, Costa d'Avorio, Bangladesh. Al 30 settembre 2017 sono 18.491 i minori stranieri non accompagnati presenti in Italia, accolti in 2.039 strutture. Rimangono ancora criticita' legate soprattutto all'eccessiva durata della permanenza nei centri di prima accoglienza e all'esiguo numero di strutture dedicate e di posti nello Sprar, nonche' alle difficolta' dei Comuni di attivare una presa in carico economicamente sostenibile.

Minori Non Accompagnati

Nel primo semestre del 2017 sono sbarcati sulle nostre coste 14.579 minori (circa il 4% in piu' dello stesso periodo dell'anno precedente). Il 93,2% sono minori soli. La maggior parte di essi proviene da Nigeria, Guinea, Gambia, Costa d'Avorio, Bangladesh. Nello stesso periodo di riferimento, le domande di protezione internazionale presentate da MSNA sono state 4.500, per il 93% da minori di sesso maschile, quasi interamente (99%) ricompresi nella fascia di eta' 14-17 anni.
Fra i MSNA richiedenti protezione internazionale prevalgono i gambiani, i nigeriani, seguiti dai bengalesi. Quanto all'esito delle domande presentate, la maggior parte si e' tradotta in una proposta di protezione umanitaria (69,1%), il 4,9% nel riconoscimento dello status di rifugiato e il 3,8% nella protezione sussidiaria. I dinieghi rappresentano il 20,4%.
I dati evidenziano altresi' che alle poche femmine viene riconosciuto in misura nettamente maggiore lo status di rifugiato, mentre i dinieghi sono quasi esclusivamente per i maschi.
Inoltre la protezione umanitaria viene piu' frequentemente riconosciuta ai minori della fascia 14-17 anni; cosi' come ai minori di 13 anni lo status di rifugiato o la protezione sussidiaria.
I minori diniegati provengono per lo piu' dal Bangladesh o dalla Costa d'Avorio; mentre quelli che ottengono piu' frequentemente lo status di rifugiato sono i minori provenienti dalla Nigeria, la protezione sussidiaria i maliani e la protezione umanitaria i gambiani.
In tema di minori stranieri non accompagnati (MSNA) il 2017 e' stato l'anno di approvazione della legge 47/17. Questa legge e' intervenuta in materia di accertamento dell'eta' del minore, stabilendo una procedura in cui viene assegnata centralità sia agli esiti del colloquio che il minore terrà con personale specializzato, all'arrivo nella struttura di accoglienza, sia alla valutazione multidisciplinare che dovra' essere svolta in caso di persistenza di dubbi.
Viene inoltre stabilita la competenza dell'adozione degli atti relativi ai MSNA al Tribunale per i minorenni; e si prevede l'istituzione, presso lo stesso Tribunale, di un elenco di "tutori volontari" dei minori. Il sistema di prima accoglienza dedicato esclusivamente ai minori viene integrato con quello dello SPRAR, indipendentemente dalla richiesta di protezione internazionale, per cui dopo la prima accoglienza in strutture governative a loro espressamente destinate (la cui durata viene ridotta da 60 a 30 giorni), i minori dovranno essere inseriti nel sistema di protezione per richiedenti asilo, tendendo conto delle esigenze e delle caratteristiche del minore (emerse durante il colloquio), in relazione alla tipologia dei servizi offerti dalla struttura e dal progetto SPRAR.
In caso di indisponibilita' di strutture di prima accoglienza o di posti nello SPRAR e' previsto che l'assistenza e l'accoglienza del minore siano temporaneamente assicurate dalla pubblica autorita' del Comune in cui il minore si trova, accedendo ai contributi messi a disposizione dal ministero dell'Interno a valere sul Fondo nazionale per l'accoglienza dei MSNA.
I dati della Direzione Generale dell'immigrazione e delle politiche dell'integrazione del ministero del Lavoro al 30 aprile 2017 riportavano 15.939 MSNA complessivamente presenti in Italia, di cui il 26,1% accolti in centri di prima accoglienza e il 65,8% in strutture di seconda accoglienza, per un totale di 1.917 strutture complessivamente censite.
Nell'accoglienza rimangono ancora criticita' legate soprattutto all'eccessiva durata della permanenza nei centri di prima accoglienza e all'esiguo numero sia di strutture dedicate alla prima accoglienza che di posti nello SPRAR, nonche' alle difficolta' dei Comuni di attivare una presa in carico economicamente sostenibile. L' accoglienza è sempre più straordinaria. + 258% presenze nei Cas, oltre 158 mila nei Cas, mentre 31 mila negli Sprar.

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I Minori Stranieri non Accompagnati

Rapporto sulla Protezione internazionale in Italia 2017

Quest'oggi presso la Sede dell'Anci è stato presentato il nuovo Rapporto sulla Protezione internazionale in Italia 2...
Il 2° Rapporto sulla protezione internazionale in Italia è frutto del lavoro collaborativo di ANCI, Caritas Italiana, Cittalia, Fondazione Migrantes (con Vie di fuga) e SPRAR in collaborazione con l’UNHCR.
Dal rapporto emerge che a livello globale «meno del 10% dei rifugiati arriva in Europa, e di questi meno del 3% arriva in Italia, ovvero meno del 3 per mille del totale…» tranquilli nessuna invasione, proprio basandosi su questi numeri, abbiamo l'ennesima conferma che parlare di emergenza o invasione è sbagliato.
Per la sua completezza di visione e per la mole di dati certi e comparati, il 2° Rapporto sulla protezione internazionale in Italia rappresenta una ricerca approfondita che si pone l’obiettivo di sgombrare il campo da approssimazioni e luoghi comuni sul fenomeno dei migranti forzati e dei rifugiati, permettendo una lettura più completa e obiettiva dello scenario internazionale, europeo ed italiano.



«Emergono così piccole e grandi verità  che possono contribuire a una lettura più puntuale del fenomeno e fornire elementi di analisi e proposte al vivace dibattito pubblico sul tema. Se è vero, ad esempio, che i rifugiati in gran parte provengono dai Paesi in via di sviluppo, è anche vero che altri Paesi in via di sviluppo accolgono l’86% del totale dei rifugiati. Meno del 10% arriva in Europa, e di questi meno del 3% arriva in Italia, ovvero meno del 3 per mille del totale.



Un dato che emerge dal rapporto è che sono state accettate solo la metà delle 25mila domande di protezione internazionale presentate nel nostro paese da gennaio a maggio 2015 su un totale di 121.500  migranti giunti sulle coste italiane. La quasi totalità delle domande è stata presentata da uomini, il 90%, e la maggioranza sono Nigeriani, Gambiani e Senegalesi, ma tra i primi 10 paesi per richiesta di asilo spicca l'Ucraina che nel 2014 aveva poco più di 2.000 richiedenti asilo, invece, nel 2015 lo stesso numero è stato raggiunto nei soli primi cinque mesi 2015. In generale, rispetto alla nazionalità dei circa 121.500 profughi giunti sulle nostre coste nel 2015, la maggior parte sono eritrei, nigeriani, somali, sudanesi e siriani.


Nei primi cinque mesi del 2015 la percentuale di coloro a cui è stata riconosciuta almeno una forma di protezione internazionale (50 per cento) è nettamente inferiore a quella rilevata nel 2014 (60 per cento) mentre, proporzionalmente, aumentano le decisioni di diniego (47 per cento).

I minori stranieri non accompagnati che nel 2014 hanno presentato domanda di protezione internazionale sono stati 2.584, un numero tre volte superiore a quello rilevato nel 2013 quando le domande sono state 805.



"Una caratteristica particolarmente dura e preoccupante dell'attuale crisi dei rifugiati è l'importante numero di minori non accompagnati tra i richiedenti asilo", scrive l'Ocse nel rapporto presentato oggi a Parigi. "La responsabilità di queste persone - prosegue l'organizzazione per la cooperazione economica e sociale - ricade sugli Stati, spesso sui comuni nei quali vengono identificati". Secondo l'Ocse, nel 2014, i minori non accompagnati che hanno presentato una richiesta d'asilo sono "stati 24mila, circa il 4% dell'insieme dei richiedenti asilo nell'Unione europea". Ma "non tutti i minori non accompagnati finiscono nel sistema d'asilo - avverte l'Ocse - in Italia, per esempio, dei 10.500 assistiti dallo Stato nel 2014 solo il 24% ha presentato una richiesta d'asilo".

2° Rapporto sulla protezione internazionale in Italia

Il 2° Rapporto sulla protezione internazionale in Italia è frutto del lavoro collaborativo di ANCI, Caritas Italiana, Cittalia, Fondazion...
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