Sempre più drammatiche le condizioni dei minori che arrivano in Sicilia dalla Libia.
Terre des Hommes: ancora lontana una reale protezione dei Minori non accompagnati

Crisi ipoglicemiche, ipotermia, stati di incoscienza, grave denutrizione, ferite da armi da fuoco, segni di violenze fisiche e di tortura, fra le quali anche bruciature prodotte da plastica sciolta: innumerevoli sono le prove evidenti sul corpo sofferente dei migranti - anche i più piccoli - dell’aggravamento delle condizioni di detenzione in Libia. 
Terre des Hommes vuole richiamare l’attenzione delle istituzioni pubbliche su questa tragedia che sembra non avere fine, anzi che si aggrava giorno dopo giorno. 
“Le condizioni fisiche e psicologiche dei migranti arrivati con gli ultimi sbarchi a Pozzallo sono davvero allarmanti e di gran lunga peggiori di quelle cui abbiamo assistito nel corso di questi anni”, afferma Marianna Cento, psicologa e responsabile del team di Terre des Hommes a Ragusa, dal 2011 in Sicilia con il Progetto Faro.


“Le ferite dell'anima che conseguono alle reiterate violenze traumatiche e alle torture subite nei viaggi attraverso il Niger e la Libia, che spesso si sommano a quelle già vissute al paese d'origine, gridano attraverso i corpi dei migranti e chiedono di essere curate. Reiterati gli abusi sessuali da parte dei trafficanti e i rapimenti e le violenze sessuali da parte di gruppi criminali quali Asma Boys, in particolar modo sulle donne e sulle minori non accompgnate”, continua Marianna Cento. 
Le gravissime condizioni fisiche e psichiche dei 294 migranti, in prevalenza somali ed eritrei, sbarcati a Pozzallo il 23 novembre, fra i quali 116 minori non accompagnati e 7 minori con famiglia, testimoniano di tale inferno libico. A questo si aggiunge l’insicurezza in cui ormai le operazioni di salvataggio vengono svolte, molto spesso ostacolate dalla Guardia Costiera libica, con gravissime conseguenze quali naufragi e innumerevoli morti, come avvenuto durante le operazioni S.A.R. condotte dalla nave Sea Watch il 6 novembre. Fra i 58 superstiti di naufragio sbarcati a Pozzallo l'8 novembre, vi erano anche due madri che avevano perso i loro figli, una delle quali privata anche della salma, con conseguenze psicologiche inenarrabili nell'elaborazione di tale lutto, oltre ad 8 minori non accompagnati, molti dei quali testimoni dell'annegamento di amici e parenti.

“Inaccettabile è anche l’estrema lentezza dei trasferimenti dei minori non accompagnati dai centri di prima accoglienza a quelli di seconda accoglienza e integrazione”, dichiara Federica Giannotta, responsabile progetti Italia di terre des Hommes. “Se prima dell’accordo con la Libia le ragioni del mancato trasferimento erano dovute all’ingestibile numero degli arrivi e alla carenza di posti disponibili nelle comunità di secondo livello, oggi la situazione è diversa, perché la disponibilità inizia ad esserci, eppure la macchina dei trasferimenti continua a non funzionare in modo adeguato. Terre des Hommes registra ancora punte di 13 mesi di permanenza in questi centri a conferma della mancata rispondenza dell’attuale sistema ai dettami della Legge di Riforma n. 47/2017 (Legge Zampa) per i minori non accompagnati.

A ciò si aggiungano le condizioni di estrema variabilità dei servizi offerti dai centri di prima accoglienza, (centri FAMI, CAS e CPA), che non assicurano standard minimi uguali per tutti i minori appena sbarcati. Per esempio in molti centri le minori femmine sono accolte in promiscuità con minori maschi, esponendole a concreti rischi per la propria incolumità psicofisica, nonché a forme di sfruttamento.


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Sempre più drammatiche le condizioni dei minori che arrivano in Sicilia dalla Libia

Sempre più drammatiche le condizioni dei minori che arrivano in Sicilia dalla Libia. Terre des Hommes: ancora lontana una reale protezi...

La denuncia di Oxfam e Diaconia Valdese. "Costretti in un limbo: sono fantasmi, in una condizione di spaesamento, isolamento e abbandono". Inammissibile il respingimento dei minori migranti e appello all'Ue per il rispetto della normativa europea e per la creazione di canali sicuri per le persone in fuga 

"Ho provato 10 volte ad attraversare la frontiera con la Francia nelle ultime settimane, 8 volte a piedi e 2 volte in treno. Ogni volta la polizia francese mi ha fermato, ammanettato. Piu' volte mi hanno picchiato e ogni volta rimandato a piedi in Italia". Cosi' Sheref (nome di fantasia), 16 anni, fuggito da solo dal Ciad, dove guerra e carestia stanno generando una delle piu' gravi emergenze umanitarie del mondo, racconta la sua storia, mentre si accinge ad affrontare un'altra notte al freddo dell'inverno, senza sapere nulla di cio' che gli riservera' il domani. L'inferno che ha dovuto attraversare in Libia, dove si e' imbarcato per raggiungere l'Europa, non e' poi tanto lontano. Quella di Sheref e' solo una delle storie raccolte nelle prime settimane di lavoro dell'unita' mobile di Open Europe a Ventimiglia, di Oxfam e Diaconia Valdese. Al confine tra Italia e Francia, infatti, ci sono centinaia di migranti, per lo piu' fuggiti da paesi in guerra (Sudan, Iraq, Afghanistan, Eritrea e altri ancora), che si ritrovano a vivere sotto un cavalcavia, lungo il fiume Roia, fuori dal sistema di accoglienza per i richiedenti asilo, in condizioni disumane. Lungo il fiume Roia oltre 200 migranti allo stremo: 1 su 3 e' un minore. Oxfam sottolinea che le persone sono ormai costrette in un "limbo": sono fantasmi, in una condizione di spaesamento, isolamento e abbandono. La gran parte tenta di attraversare il confine con la Francia, mettendo a rischio la propria vita lungo sentieri di montagna, la ferrovia o i cavalcavia dell'autostrada. "A Ventimiglia e' in atto una vera e propria emergenza umanitaria - sottolinea l'organizzazione- sono circa 700 i migranti che si trovano qui nel pieno dell'inverno: 500 vivono nel centro di transito gestito dalla Croce Rossa, mentre oltre 200 dormono all'aperto nel campo improvvisato lungo il greto del fiume Roia. Tra loro circa 1 su 3 sono minori non accompagnati, che dopo non aver ricevuto la protezione a cui hanno diritto in Italia, si vedono respinti con brutalita' dalle autorita' francesi". Minori, madri con bambini: "Li aiutiamo ma bisogna fare di piu'". . "Ogni giorno incontriamo ragazzi come Sheref, respinti dalla Francia. - raccontano Chiara Romagno responsabile dell'intervento di Oxfam Italia a Ventimiglia e Simone Alterisio, operatore della Diaconia Valdese - Ci sono anche madri con figli molto piccoli, magari a loro volta fuggite quando erano minorenni da conflitti, come quello in Somalia, che si ritrovano a vivere in una totale assenza di diritti e servizi essenziali. Una condizione non lontana da quella infernale della loro provenienza. A loro ogni giorno rivolgiamo tutti i nostri sforzi, distribuendo coperte, scarpe, cappelli per affrontare il freddo della notte". L'unita' mobile di Open Europe, costituita da due operatori socio-legali e un mediatore linguistico-culturale, oltre a distribuire kit di prima necessita' ai migranti, identifica i casi di abuso soprattutto verso i soggetti piu' vulnerabili. Fornendo, la' dove necessario, assistenza legale per presentare ricorso verso il decreto di respingimento a supporto di un'eventuale richiesta di protezione internazionale. Vengono inoltre date informazioni sui servizi presenti sul territorio e i rischi connessi all'attraversamento della frontiera italo-francese. "Il progetto Open Europe a Ventimiglia non risolvera' i problemi di tutti - ammette il segretario esecutivo della Diaconia Valdese, Gianluca Barbanotti - ma, a volte, e' importante essere presenti e cioe' essere dove appaiono con vivida concretezza le contraddizioni dell'accoglienza nel momento in cui queste si manifestano alle persone che cercano un futuro migliore. Fornire consulenza legale o un supporto per comunicare con le proprie famiglie lontane, e' un'occasione per significare la solidarieta' nostra, e di conseguenza di tutte le persone che hanno ancora a cuore i diritti delle persone e non si sono lasciati sopraffare dalla paura."  L'appello alla Ue e all'Italia per la tutela dei diritti dei migranti minori non accompagnati "I minori migranti hanno diritto di chiedere protezione internazionale in qualunque Stato membro dell'Unione europea si trovino. A stabilirlo e' una sentenza del 2014 della Corte di Giustizia, per questo i respingimenti dalla Francia sono un abuso intollerabile. - afferma il direttore dei Programmi in Italia di Oxfam, Alessandro Bechini - Chiediamo quindi alla Commissione europea e agli Stati membri che vengano messe in atto tutte le procedure affinche' i diritti - in particolare di minori fuggiti da guerre, persecuzioni e poverta' - vengano sempre garantiti. In questa direzione anche l'Italia puo' fare la sua parte: ad esempio riducendo i tempi necessari per le procedure di ricongiungimento familiare e garantendo cosi' canali di accesso sicuro verso l'Europa". ©Agostino Loffredi - Oxfam Italia (www.redattoresociale.it)


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MIGRANTI. VENTIMIGLIA, SUL ROIA OLTRE 200 ALLO STREMO. UNO SU TRE È MINORE

La denuncia di Oxfam e Diaconia Valdese. "Costretti in un limbo: sono fantasmi, in una condizione di spaesamento, isolamento e abban...
I diritti, la protezione e il benessere dei bambini sradicati, “sperduti”, dovrebbero essere al centro degli impegni delle politiche migratorie globali. È quanto sottolinea oggi l'UNICEF in vista dell’incontro sulle migrazioni sicure e regolate, in programma a Puerto Vallarta – in Messico – dal 4 al 6 dicembre.
Alla vigilia dell’incontro, l'UNICEF lancia “Oltre le frontiere/Beyond Borders: How to Make the Global Compacts on Migration and Refugees work for Uprooted Children", un nuovo rapporto che evidenzia le migliori pratiche per la cura e la protezione dei bambini rifugiati e migranti. Il rapporto contiene esempi pratici del lavoro di governi, partner della società civile e comunità di accoglienza per sostenere e integrare i bambini “sperduti” e le loro famiglie.
L’incontro in Messico rappresenta un passo importante verso la stesura del Global Compact sulle migrazioni, un accordo intergovernativo di riferimento che coprirà tutte le dimensioni della migrazione internazionale. È il momento in cui i leader mondiali cominceranno a creare un consenso sugli impegni politici e finanziari in linea con la Dichiarazione di New York per i Rifugiati e i Migranti e con la Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
“I leader globali e i responsabili politici che si riuniscono a Puerto Vallarta possono lavorare insieme per rendere la migrazione sicura per i bambini", ha dichiarato Ted Chaiban, Direttore dei programmi dell'UNICEF. “Il nostro nuovo rapporto mostra che è possibile, anche in paesi con risorse limitate, attuare politiche, servizi e investimenti che sostengano efficacemente i bambini rifugiati e migranti nei loro paesi d'origine, mentre attraversano le frontiere e quando raggiungono le loro destinazioni".
Dal rapporto emerge che 50 milioni di bambini sono coinvolti nelle migrazioni a livello mondiale, 28 milioni dei quali sono stati sfollati a causa di conflitti.
200.000 minori non accompagnati hanno presentato domanda di asilo in circa 80 paesi nel periodo 2015-2016; 100.000 minorenni non accompagnati sono stati arrestati al confine tra Stati Uniti e Messico nel 2015-2016.
I bambini rappresentano circa il 28% delle vittime della tratta di esseri umani a livello globale. L'Africa subsahariana e l'America centrale e caraibica registrano la percentuale più alta di bambini tra le vittime della tratta di esseri umani scoperte, pari rispettivamente al 64% e al 62%.
I bambini rifugiati e migranti sono particolarmente vulnerabili alla xenofobia, agli abusi, allo sfruttamento sessuale e alla mancanza di accesso ai servizi sociali. Secondo il rapporto, è indispensabile disporre di politiche che li proteggano nel corso del loro viaggio.
Il rapporto presenta casi studio riusciti di tutto il mondo, tra cui l'attuazione di norme minime di protezione per i bambini rifugiati in Germania, sistemi transfrontalieri di protezione dell'infanzia nell'Africa occidentale e la ricerca di alternative alla detenzione di bambini migranti in Zambia. Altri paesi citati nel rapporto sono Afghanistan, Italia, Giordania, Libano, Sud Sudan, Vietnam, Uganda e Stati Uniti. Ogni iniziativa può essere replicata in diversi contesti e può offrire informazioni per azioni e cambiamenti di politica incentrati sui bambini, a livello nazionale, regionale e globale, da concordare nell’ambito del Compact.

Italia 

Per quanto riguarda l’Italia il rapporto mette in evidenza come buona pratica l’adozione della legge n. 47/2017 recante "Disposizioni in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati", meglio conosciuta come Legge Zampa. Il rapporto, in particolare, sottolinea come un eguale trattamento dal punto di vista legislativo sia cruciale per il processo di inclusione sociale dei minorenni migranti. La nuova legge, in questo senso, crea una cornice legislativa per la protezione dei minorenni stranieri non accompagnati (MSNA) e definisce un sistema nazionale organico di protezione e accoglienza, a rafforzamento degli strumenti di tutela già garantiti dall'ordinamento e per assicurare omogeneità nell'applicazione delle disposizioni in tutto il territorio nazionale.
Inoltre, nel rapporto c’è la testimonianza di un ragazzo che dall’Africa occidentale è migrato in Italia, resa sotto forma di intervista ad una sua coetanea italiana. Nelle sue parole è possibile ritrovare le difficoltà del viaggio e dell’impatto con il nuovo Paese, ma anche la speranza di un futuro migliore: “[l’Italia] l’ho trovata diversa [da come l’immaginavo] perché non avevo mai avuto esperienza di un tale livello di razzismo… Sono consapevole del fatto che non tutti sono razzisti; in una società ci sono persone buone e persone cattive… Sono interessatissimo alla lotta al razzismo e alla discriminazione. Dal mio punto di vista dovrebbero essere eliminati poiché stanno davvero compromettendo lo sviluppo mondiale”.

Il rapporto presenta inoltre il programma d'azione dell'UNICEF in sei punti, che costituisce la base delle politiche volte a proteggere i bambini rifugiati e migranti e a garantirne il benessere:

1. Proteggere i bambini rifugiati e migranti, in particolar modo quelli non accompagnati, da sfruttamento e violenza.
2. Porre fine alla detenzione dei bambini richiedenti lo status di rifugiato o migranti, introducendo una serie di alternative pratiche.
3. Tenere unite le famiglie, come migliore mezzo per proteggere i bambini e dare loro il riconoscimento di uno status legale.
4. Consentire ai bambini rifugiati e migranti di studiare e dare loro accesso a servizi sanitari e di altro tipo, di qualità.
5. Chiedere di intraprendere azioni sulle cause che spingono a movimenti di massa di migranti e rifugiati.
6. Promuovere misure che combattano xenofobia, discriminazioni e marginalizzazione nei paesi di transito e di destinazione. (aise)

Report Oltre le frontiere/Beyond Borders: How to Make the Global Compacts on Migration and Refugees work for Uprooted Children



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OLTRE LE FRONTIERE: IL RAPPORTO UNICEF SUI BAMBINI MIGRANTI

I diritti, la protezione e il benessere dei bambini sradicati, “sperduti”, dovrebbero essere al centro degli impegni delle politiche migra...
L'Agenzia delle Nazioni Unite per le Migrazioni, IOM, riferisce che il numero dei migranti entrati in Europa, via mare, al 24 Novembre 2017 sono 161.010. Il 75% degli arrivi ha riguardato l'Italia e il resto è suddiviso tra Grecia, Cipro e Spagna.
I dati del 2016, per lo stesso periodo, erano più del doppio, 345.831.
In particolare, per l'Italia abbiamo una riduzione del 32% degli arrivi (114.673 migranti via mare) nello stesso periodo.

A questo dato vanno aggiunti i 1147 migranti salvati nelle 11 operazioni di salvataggio avvenute il giorno 22 Novembre.

I salvataggi sono stati effettuati dalla Guardia Costiera Italiana, dalla Marina Militare Italiana, dalla nave della Marina irlandese Le Niamh e dalla nave della Marina spagnola Cantabria, e dalle ONG Aquarius, Seefuchs, Lifeline e Seawatch. 
Secondo il Ministero dell'Interno italiano, i principali paesi di origine dei migranti che arrivano via mare in Italia sono Nigeria, Guinea, Bangladesh, Costa d'Avorio e Mali. 
L'IOM, ha registrato, tramite il progetto Missing Migrants Project, la morte di 5080 persone  nel mondo nel tentativo di varcare i confini.
Il Meditteraneo Centrale anche quest'anno ha il triste primato delle vittime dell'immigrazione. Quest'anno il totale delle vittime è pari a 2.993.

Leonardo Cavaliere 

Ulteriori informazioni sul Missing Migrants Project: http://missingmigrants.iom.int


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161.010 migranti entrati in Europa, via mare, nel 2017. Morti quasi 3.000

L' Agenzia delle Nazioni Unite per le Migrazioni, IOM , riferisce che il numero dei migranti entrati in Europa, via mare, al 24 Novem...
Un nuovo rapporto rilasciato oggi dall’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, evidenzia i cambiamenti in atto nelle rotte usate da rifugiati e migranti per raggiungere l’Europa nel terzo quadrimestre del 2017.

“Nei mesi scorsi la rotta via mare verso la Grecia ha guadagnato popolarità, gli arrivi via mare in Italia sono diminuiti e abbiamo assistito ad una crescente diversificazione dei viaggi intrapresi da migranti e rifugiati per raggiungere l’Europa”, riferisce Pascale Moreau, Direttrice dell’Ufficio per l’Europa dell’UNHCR.

Il numero delle persone che hanno attraversato il Mediterraneo dalla Libia all’Italia è fortemente calato, 21.700 persone sono arrivate tra luglio e settembre, il numero più basso degli ultimi quattro anni per lo stesso periodo di riferimento.

Secondo il rapporto, nel corso del terzo quadrimestre dell’anno è fortemente aumentato il numero di persone che sono arrivate in Italia partendo dalla Tunisia, dalla Turchia e dall’Algeria, e la maggior parte degli arrivi in Europa, lungo la rotta del Mediterraneo sono costituti da persone di nazionalità siriana, marocchina e nigeriana.

La Grecia ha visto un aumento degli arrivi via mare e via terra fin dall’estate. Solo a settembre circa 4.800 persone hanno raggiunto le coste greche, il numero più alto in un solo mese dal Marzo 2016. Circa l’80 per cento degli arrivi via mare in Grecia sono costituiti da siriani, iracheni e afghani, di questi due terzi sono donne e bambini.

Parallelamente, la Spagna ha visto un aumento del 90 per cento degli arrivi via terra e via mare nel terzo quadrimestre del 2017, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La maggior parte di questi, 7.700 persone, arriva da Marocco, Costa d’Avorio e Guinea, ma gli arrivi via terra sono costituiti per la maggior parte da siriani.

Il rapporto evidenzia inoltre la ripresa, nel corso dell’estate, degli arrivi in Romania dalla Turchia, attraverso il Mar Nero (per la prima volta dal febbraio del 2015) così come un massiccio incremento degli arrivi a Cipro dall’inizio dell’anno.

“Nonostante la riduzione degli arrivi attraverso la rotta del Mediterraneo centrale, migliaia di persone continuano ad intraprendere viaggi disperati verso l’Europa,” riferisce Moreau, che ha sottolineato con profonda preoccupazione che al 20 novembre quasi 3.000 persone sono morte nel tentativo di raggiungere l’Europa via mare e altre 57 via terra o ai confini europei nel 2017. I numeri effettivi potrebbero essere più alti, ha aggiunto.

Il rapporto sottolinea, inoltre, la difficile situazione che vivono molte donne e ragazze vittime di tratta e quella di 15.200 minori non accompagnati e separati che sono arrivati finora in Europa quest’anno.

Il rapporto mostra poi che i movimenti di persone che cercano di oltrepassare i confini terrestri continuano anche negli ultimi tre mesi nonostante i respingimenti ad opera di alcuni Paesi. Queste pratiche dovrebbero essere investigate ed eliminate, si legge nel rapporto.

“L’UNHCR continua a chiedere maggiore accesso a vie legali e sicure, quali il ricongiungimento famigliare e il reinsediamento in Europa. È importante anche assicurare che le persone abbiano accesso alle procedure di asilo nei paesi europei” ha riferito Moreau. “Siamo estremamente grati per i contributi finora effettuati dagli Stati, tuttavia serve ancora molto per soddisfare la richiesta di 40.000 posti di reinsediamento effettuata lo scorso settembre per i rifugiati che si trovano in 15 paesi prioritari lungo la rotta del Mediterraneo centrale” ha aggiunto.

Il rapporto completo è disponibile al seguente link: https://data2.unhcr.org/en/documents/details/60865

Comunicato Stampa UNHCR




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Nuovo rapporto UNHCR evidenzia cambiamenti rispetto ai rischiosi viaggi di migranti e rifugiati verso l’Europa

Un nuovo rapporto rilasciato oggi dall’ UNHCR , Agenzia ONU per i Rifugiati, evidenzia i cambiamenti in atto nelle rotte usate da rifugia...
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