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Minoristranierinonaccompagnati.blogspot.it  aderisce all’appello "La verità sul sistema Hot Spot - Violazioni e illegalità a Lampedusa", promosso dalle associazioni siciliane.

Primi firmatari: Borderline Sicilia Onlus, Borderline-Europe, Centro salesiano Santa Chiara di Palermo, Circolo Arci Porco Rosso di Palermo, Ciss - Cooperazione Internazionale Sud Sud, Comitato Antirazzista Cobas (Palermo), Comitato NoMuos/NoSigonella, Forum Antirazzista di Palermo, La città Felice(Ct) - Le città vicine, L’Altro Diritto Sicilia, Laici Missionari Comboniani, Palermo Senza Frontiere, Rete Antirazzista Catanese
Per adesioni: forumantirazzistadipalermo@gmail.com


Nelle ultime settimane sono arrivate a Palermo, ma anche a Catania e in altre città della Sicilia, decine di persone provenienti da Mali, Gambia, Pakistan, Somalia, Eritrea, Nigeria, con in mano solo un decreto di respingimento differito che intima di lasciare il territorio italiano dalla frontiera di Roma Fiumicino entro 7 giorni. Provengono tutte da Lampedusa, dove sono arrivate dopo essere state intercettate in mare e portate sull’isola.
A questi migranti non è stato consentito di fare richiesta di protezione internazionale, nonostante siano entrati in contatto con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.
Raccontano di essere stati informati della possibilità di chiedere asilo, ma di non aver avuto modo di farlo realmente.
Raccontano di essere stati invece costretti a firmare un foglio di cui non hanno compreso il contenuto perché in una lingua a loro sconosciuta (quando invece in calce al decreto c’è sempre assurdamente scritto che "l’interessato si rifiuta di firmare" e questo perché si tratta di moduli prodotti in serie e prestampati).
Raccontano ancora di essere stati fotosegnalati e imbarcati con altri migranti sulla nave per Porto Empedocle e, a bordo, di essere stati poi separati in gruppi sulla base di criteri ad oggi incomprensibili.
Queste persone sono state quindi abbandonate alla stazione di Agrigento, o in altre piccole stazioni dell’agrigentino, con il solo decreto di respingimento in tasca.
Un decreto avverso il quale gli avvocati delle reti di sostegno siciliane hanno già presentato ricorso perché del tutto illegittimo e incostituzionale.
Nel frattempo, centinaia di migranti in maggioranza eritrei sono illegalmente detenuti a Lampedusa per settimane, perché si rifiutano di farsi prendere le impronte digitali: non perché abbiano qualcosa da nascondere, ma perché vogliono raggiungere i loro cari che si trovano in altri paesi dell’Unione europea senza restare imbrigliati nelle maglie del Regolamento cosiddetto Dublino 3, o dell’ambigua promessa di ricollocamenti mai avviati realmente se non in pochissimi casi usati dal governo a fini propagandistici.


L’Europa sta usando la retorica dell’accoglienza dei rifugiati per perseguire drammaticamente la sua guerra alle migrazioni dai Sud del mondo.

Queste le prime conseguenze della messa in opera del sistema degli Hot Spot, che vede Lampedusa, ancora una volta, come luogo di sperimentazione dell’inasprimento delle politiche migratorie e di inedite violazioni dei diritti fondamentali.
Le notizie sono quelle di formulari a risposte multiple (il cosiddetto "foglio notizie") somministrati, laddove non compilati, da funzionari non meglio identificati, sia italiani che dell’Ue, sulla base dei quali si stabilisce definitivamente chi può chiedere asilo.

È innanzitutto il diritto di asilo a essere quindi cancellato da questo sistema: un diritto soggettivo perfetto che può essere richiesto ovunque e da chiunque indipendentemente dalla sua origine e provenienza nazionale. Un diritto completamente negato nel momento in cui si pensa di stabilire in pochi giorni e solo sulla base della nazionalità chi possa accedere alle procedure di riconoscimento della protezione, e chi invece debba essere "clandestinizzato", insieme alle migliaia di richiedenti asilo diniegati, costantemente in aumento per chiare direttive governative, e sempre più spesso destinatari di provvedimenti di espulsione notificati contestualmente al rigetto della loro domanda di protezione arbitrariamente dichiarata "manifestamente infondata".

Ed è questo il punto: dopo un tempo di caotico riassestamento delle politiche europee delle migrazioni, a fronte dei rivolgimenti epocali degli ultimi anni, lastrumentale divisione tra "veri" e "falsi" rifugiati è adesso usata per "clandestinizzare" i profughi, tornando a rinfoltire quelle masse di invisibili da marginalizzare e sfruttare, per poi urlare all’emergenza sociale o sanitaria di fronte alle conseguenze di queste scelte illegittime e irresponsabili.
L’unica emergenza, visto anche il calo degli arrivi attraverso la rotta del Mediterraneo centrale, e la diminuzione constante, dal 2008 ad oggi, degli ingressi dai tradizionali paesi di emigrazione, è rappresentata, insieme alle morti alle frontiere d’Europa, dall’illegalità e dall’ingiustizia del sistema posto in essere.

Fermo restando che le uniche politiche migratorie coerenti e razionali, oltre che giuste, sarebbero rappresentate dall’apertura di canali di ingresso legali che sottraggano le persone ai trafficanti e alla morte alle frontiere, permettendo loro di entrare in Europa in sicurezza, identificate e senza doversi nascondere,

Chiediamo ora con urgenza:
  • Che ogni migrante in qualunque luogo d’Italia abbia immediato ed effettivo accesso alla richiesta di protezione internazionale;
  • Che vengano revocati tutti i decreti di respingimento differito fino ad oggi consegnati sulla base del sistema hot spot lanciato a Lampedusa;
  • Che il centro di Lampedusa venga immediatamente chiuso e si rinunci all’apertura di ulteriori hot spot che non hanno alcuna base giuridica se non decisioni della Commissione e del Consiglio europeo, e che sono strutturalmente progettati sull’annullamento del diritto d’asilo e sulla violazione dei diritti di tutti i migranti;
  • Che cessino immediatamente le prassi di rilascio dei decreti di espulsione notificati ai richiedenti asilo nel momento stesso in cui la loro domanda viene dichiarata "manifestamente infondata";
  • Che nessuna violenza sia autorizzata nel prelievo delle impronte digitali, e il governo italiano rivendichi invece in Europa la cancellazione del Regolamento Dublino in tutte le sue versioni;
  • Che si receda immediatamente dagli accordi di riammissione coi paesi di origine e di transito, che il più delle volte vedono Italia e Unione europea negoziare con dittatori e carnefici, e che sono volti solamente a fornire copertura formale a pratiche di respingimento ed espulsione collettive.

Primi firmatari:
Borderline Sicilia Onlus, Borderline-Europe, Centro salesiano Santa Chiara di Palermo, Circolo Arci Porco Rosso di Palermo, Ciss - Cooperazione Internazionale Sud Sud, Comitato Antirazzista Cobas (Palermo), Comitato NoMuos/NoSigonella, Forum Antirazzista di Palermo, La città Felice(Ct) - Le città vicine, L’Altro Diritto Sicilia, Laici Missionari Comboniani, Palermo Senza Frontiere, Rete Antirazzista Catanese

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La verità sul sistema Hot Spot - Violazioni e illegalità a Lampedusa. La denuncia delle associazioni

Minoristranierinonaccompagnati.blogspot.it  aderisce all’appello "La verità sul sistema Hot Spot - Violazioni e illegalità a Lampedus...
Chissà se qualche “grande” media pubblicherà questa notizia… L’Italia insiste ancora nella collaborazione con l’Egitto per i rimpatri e non si ferma neppure davanti ai diritti dei minori non accompagnati, molti dei quali sono richiedenti asilo e che dunque non devono essere offerti in pasto alle autorità del loro paese. Molti di questi minori il primo gennaio del prossimo anno diventeranno maggiorenni perché hanno avuto attribuito tutti la stessa data di nascita convenzionale. Quello che sta avvenendo è scandaloso e contraddice tutte le norme interne ed internazionali in materia di minori e protezione internazionale.

L’Italia insiste dunque nel processo di Khartoum malgrado il fallimento del Vertice di La Valletta a novembre e cerca di preparare altri rimpatri collettivi come quelli che esegue periodicamente verso la Nigeria. Eppure, gli accordi bilaterali non possono prevalere su diritti e garanzie affermate nella Costituzione e nel diritto internazionale. In base al diritto internazionale privato i minori egiziani rimangono tali fino a ventuno anni, come è previsto dalla legge del loro paese e sono dunque inespellebili fino a quella età. Tutte le associazioni che seguono questi minori denunciano eventuali visite di agenti egiziani o tentativi di deportazione. Il superiore interesse del minore affermato dalle Convenzioni internazionali al pari del diritto di asilo non possono essere ridotti a carta straccia da un governo che tratta rapporti politici ed economici sulla pelle dei migranti (qui una notizia di egyptindependent.com).

Nei giorni scorsi, la parlamentare europea Elly Schlein ha chiesto al prefetto Mario Morcone, durante l’audizione in Commissione Libe (Commissione libe – libertà civili, giustizia e affari interni), informazioni sul rispetto dei diritti umani dei migranti rinchiusi negli Hot Spot e nei centri di prima accoglienza italiani. Per il rappresentante del ministero dell’interno l’Italia non espelle minori non accompagnati. Certo, non ne considera la maggiore età in base alla legge del paese di provenienza e attende soltanto che compiano diciotto anni e un giorno per preparare la loro espulsione d’intesa con le autorità egiziane. Questi i fatti (molti parlano di deportazioni, come Cairo Post e thedailybeast.com).

Anche l’Ong Save The Children nella stessa audizione ha chiesto notizie al prefetto sulla sorte dei minori stranieri non accompagnati, lamentando che molti di loro, dopo una attribuzione approssimativa della maggiore età, sebbene non allontanati subito dal territorio nazionale, sono destinatari di provvedimenti di respingimento differito (ex art. 10 c.2 del T.U. 286/98 sull’immigrazione).

Secondo il prefetto Morcone molti vengono mandati in Italia dalle famiglie, che ritengono sia l’unica possibilità da offrire a un figlio. Inolte, secondo il prefetto non si rimpatrierebbe nessun minore. Avrebbe anzi detto che: “L’idea dell’interesse superiore del minore non la facciamo nostra, o solo quando si tratti davvero del suo interesse, altrimenti accogliamo i minori in modo civile, li teniamo distinti da adulti e famiglie. Abbiamo centri specifici, e di questo ringrazio la Commissione che ci ha dato le risorse necessarie”.

Ed è appunto in questi “centri specifici” che viene dato libero ingresso ai ministri egiziani con il chiaro intento di preparare il rimpatrio forzato di tutti coloro che, giunti dall’Egitto come minori non accompagnati, raggiungeranno i diciotto anni, ancora minorenni secondo le regole del diritto internazionale privato, se esiste ancora un diritto che non sia il diritto di polizia. In ogni caso è già gravissimo che rappresentanti del governo egiziano accedano a centri dove sono accolti minori provenienti dall’Egitto e richiedenti asilo. di Fulvio Vassallo Paleologo (comune.info)



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Quei rimpatri collettivi di minori

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