Presentato il piano immigrazione del Ministro Minniti che condanna i migranti a restare in Libia e subire violenze di ogni genere, più volte documentate.
Ilda Bocassini ha dichiarato di non avere mai visto «un orrore simile in 40 anni di carriera» in merito al caso di Osman Matammud, somalo ventiduenne trafficante di uomini con base a Bani Walid, Libia. Le testimonianze raccolte, da chi ha parlato con i richiedenti asilo giunti in Italia, riportano alle ferite più profonde della storia: botte, scariche elettriche, bastonate con mazze di ferro, violenze sessuali e omicidi sono all’ordine del giorno.
Invece chi riuscirà a raggiungere l'Italia, in attesa dell'esito della commissione ( come fosse una colpa essere richiedenti asilo), avrà il "privilegio" di poter lavorare da noi gratis, benvenuti ad una nuova forma di schiavismo che potremmo definire 2.0.
Leggendo il piano governativo mi sembra si sia perso del tutto un punto di vista, quello del rifugiato, che è una persona prima di tutto, a cui dovrebbe essere garantita, come a tutti noi, l’opportunità di scegliere. Chi è rifugiato, cerca rifugio scappando da condizioni di guerra, persecuzioni, miseria, in cerca di opportunità e di futuro. Quando si parla "di utilizzare i richiedenti asilo per lavori di pubblica utilità" non retribuiti, la parola “opportunità” è cancellata.
In pratica si cerca un modo per occupare i migranti durante la giornata, è l'ammissione della nostra colpa più grave: mancare di progetti a lungo termine per noi e per chi arriva da lontano.
E' giunto il momento di "avere la visione" della nostra società fra 10-20-30 anni. Abbiamo bisogno di persone che abitino i nostri borghi, che mandino i figli alle nostre scuole, che iscrivano agli elenchi dei pediatri di base i loro figli, che ci accudiscano quando saremo troppo vecchi e i nostri figli troppo lontani, a lavorare in giro per il mondo.
Sarebbe utile accoglierli, informarli, formarli, insegnargli le nostre regole per dare loro pari dignità.
E facciamolo questo sforzo per loro, ma soprattutto per noi, per ripartire davvero da un'ottica di opportunità e non di "difesa emergenziale" che ci rende sempre vulnerabili ed in affanno nei riguardi dell'Europa e del mondo.

Piano immigrazione costruito sulle nostre paure. La cecità della politica.

Presentato il piano immigrazione del Ministro Minniti che condanna i migranti a restare in Libia e subire violenze di ogni genere, più ...
A seguito di una inchiesta parlamentare lanciata dai Verdi Tedeschi, il governo tedesco ha rivelato il numero dei minori rifugiati a cui è stato negato il diritto d’asilo. Il quotidiano "Rheinische Post" ha citato il governo tedesco che ha motivato il diniego e la conseguente deportazione sostenendo che i minori "non sono riusciti a soddisfare i requisiti in materia di asilo." I minori espulsi dalla Germania l'anno scorso sono stati 275 afgani, 58 siriani, 39 minori Eritrei e 36 Iracheni. I dati riportano anche che i minori non accompagnati residenti in Germania sono 45224 e l’89% delle richieste di protezione presentate dai minori soli sono state accolte, il 98% delle domande presentate da parte dei giovani siriani sono accolte.
Il problema che è stato rilevato è soprattutto nei confronti dei minori provenienti dal Marocco, considerato dalla Germania “paese terzo sicuro”, il che rende l'accoglimento delle domande di asilo dei minori marocchini estremamente difficile.
Beate Walter-Rosenheime, portavoce dei Verdi per le politiche giovanili, ha dichiarato che le deportazioni hanno comportato "un maltrattamento su larga scala dei minori", aggiungendo che seppur il minore non soddisfa i requisiti in materia di  asilo in Germania, le autorità dovrebbero controllare se il richiedente ha parenti in Germania prima di iniziare il processo di deportazione.
Il portavoce dei Verdi per le politiche migratorie, Luise Amtsberg, ha dichiarato: "Quasi il 90 per cento dei minori non accompagnati ricevono lo status di protezione. Questo dimostra quanto sia urgente la necessità di un sostegno di questi giovani e che il motivo della loro fuga è pienamente giustificato".

Leonardo Cavaliere

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I Minori Stranieri non Accompagnati

620 minori non accompagnati deportati dalle autorità tedesche

A seguito di una inchiesta parlamentare lanciata dai Verdi Tedeschi , il governo tedesco ha rivelato il numero dei minori rifugiati a cu...
Respingimenti automatici dalla Francia all'Italia, questa è la denuncia di Amnesty France, secondo cui i migranti che arrivano dalla frontiera Sud -Est della Francia vengono respinti verso l'Italia, compresi i minori non accompagnati. L'ONG denuncia che la situazione dei migranti non viene in alcun modo esaminata, come previsto dalla legge, quindi in palese violazione del diritto d'asilo.
Jean-François Dubost, che ha coordinato una missione di monitoraggio di Amnesty International France a fine gennaio nella zona frontaliera tra Francia e Italia sostiene che "Esiste un quadro legale e questo quadro va rispettato" e "Le persone controllate alla frontiera si ritrovano in grande maggioranza private di qualsiasi possibilità di far valere i loro diritti, in particolare quello di chiedere asilo". L'Ong in un comunicato evidenzia che "i bambini sono respinti allo stesso titolo degli adulti, in modo sbrigativo e senza possibilità di esercitare il loro diritto e senza neppure essere accompagnati" da un adulto. In base a dati, testimonianze dirette e di legali, le autorità francesi esercitano "una interpretazione illegale della nozione di minore non accompagnato, ritenendo che un minore non lo sia, dal momento in cui è circondato da adulti". Cosa "chiaramente non accettabile", sottolinea Jean-François Dubost.

La Francia respinge verso l'italia i Migranti, compresi i minori non accompagnati.

Respingimenti automatici dalla Francia all'Italia , questa è la denuncia di Amnesty France , secondo cui i migranti che arrivano dalla...
Per i Minori Non Accompagnati, tutela umanitaria nel più breve tempo possibile, lo ha ribadito la Cassazione nella sentenza 1835 della Sesta sezione civile che si occupa proprio di minori stranieri non accompagnati. Gli ermellini spiegano che il caso dei minori migranti non accompagnati non va confuso in alcun modo con quello dei minori in stato di abbandono. Affermano che è necessario che il Tribunale di competenza più vicino al luogo dello sbarco o del luogo in cui il minore è segnalato nomini nell’immediatezza un Tutore che li assista nelle pratiche per la richiesta di protezione internazionale e per il rilascio del permesso di soggiorno, applicando semplicemente le norme sull’accoglienza dell’agosto 2015.
La Suprema Corte spiega che il caso dei minori non accompagnati non va confuso con quello dei minori in stato di abbandono, quindi l’iter non va indirizzato verso l’applicazione delle norme sull’adozione, di competenza dei tribunali per i minorenni, perché non si tratta di minori in stato di abbandono.
I Giudici della Suprema Corte danno indicazioni precise al Tribunale di Marsala che sosteneva la competenza del Tribunale Minorile sui minori sbarcati. La Cassazione con la sentenza 1835 spiega che i msna sono i più vulnerabili fra i vulnerabili, quindi hanno bisogno di assistenza rapida, «la risposta deve essere quella della tutela umanitaria» e deve essere data «nel più breve tempo possibile».
La sentenza in questione, come il richiamo arrivato qualche giorno fa all’Italia dal Consiglio d’Europa circa la scarsa tutela riservata ai minori e alle donne migranti, dovrebbe spingere il legislatore ad accelerare i tempi di approvazione della legge che mira ad armonizzare il sistema, ferma al Senato ormai da troppo tempo.

Leonardo Cavaliere


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I Minori Stranieri non Accompagnati

Minori Non Accompagnati, tutela umanitaria nel più breve tempo possibile

Per i Minori Non Accompagnati , tutela umanitaria nel più breve tempo possibile , lo ha ribadito la Cassazione nella sentenza 1835 della ...
Il petrolio passa noi no - Francesco Piobbichi - Mediterranean Hope
“Ci rubano il lavoro” però “non fanno niente tutto il giorno”.
“Stanno negli hotel a cinque stelle” però “dormono in mezzo alla strada”.
“Il freddo tempra, gli fa bene”
“Hanno tutto: il wi-fi, i telefonini” ma “rubano nelle case”.
“Il nostro Stato li ha abituati a caserme di lusso”, (cosa vorrà mai dire, chissà) ma “loro” - sì sempre loro – “ci rubano le case popolari”.
E poi: “Le case popolari ai clandestini, anche se non è dato sapere come abbiano fatto ad iscriversi alle graduatorie essendo irregolari.
Stanno in ciabatte perché è: “loro uso e costume” ma “hanno vestiti firmati, cibo e cure gratuite”.
“Se stavano al loro paese almeno era caldo e mangiavano quello che piace a loro. Vanno rimpatriati tutti”.
E poi, “Cosa vogliono? Le scimmie sono senza ciabatte”.

Infine terremotati e migranti.
“I terremotati italiani dormono al freddo nelle tende, mentre questi schifosi parassiti di falsi profughi dormono in hotel al caldo”.
“I terremotati come vivono? Quanti gradi ci sono adesso lì da loro? Ci dobbiamo preoccupare della nostra gente, no di questi intrusi approfittatori arroganti , non fanno altro che lamentarsi pretendere e ribellarsi.”

Per non parlare degli insulti a chi ha scritto l’articolo: “Scribacchina, testa di cazzo, pennivendola, vai a fare altro, ignorante, cazzara, andate voi a tenerli al caldo”.

Questi sono una parte dei cinquecento commenti all’articolo pubblicato su La Stampa il 14 gennaio, sulle condizioni di vita dei minori stranieri non accompagnati, ammassati, da agosto in una palestra a Reggio Calabria. Un collage di frasi, opinioni e stereotipi, illogici e incoerenti: “Ci rubano il lavoro” però “non fanno niente tutto il giorno”, “Stanno negli hotel a cinque stelle” però “dormono in mezzo alla strada”-, che sempre di più si leggono e si ascoltano. In qualsiasi contesto e circostanza.

Non destano sorpresa ma certamente incutono timore per la deriva che queste parole possono avere nei comportamenti quotidiani e negli atteggiamenti futuri. E dovrebbero interrogarci, in primis, a noi giornalisti, che ricopriamo un ruolo nel raccontare, fare informazione e creare coscienza.

Avrei dovuto NON scrivere le storie di chi ha attraversato il deserto, è passato dalla Libia, è stato torturato, picchiato e oggi si ritrova rinchiuso in una palestra da mesi, senza assolutamente niente?
Avrei dovuto ignorare le voci di persone che – esattamente come altri milioni – partono, lasciano la famiglia e il proprio paese, per cercare di costruirsi un futuro migliore da un’altra parte?
Avrei dovuto parlare anch’io dei terremotati – persone - che stanno al freddo al gelo, invece dei minori stranieri – sempre persone – che stanno anche loro al freddo e al gelo?

Per me la sofferenza umana non ha colore né nazionalità. Gli ultimi saranno sempre gli ultimi: terremotati, migranti, sfrattati o precari. Vomitare la propria rabbia e le proprie frustrazioni contro il più debole è la soluzione più semplice e immediata ma serve solo a scatenare una guerra tra poveri. Ultimi contro ultimi, sfruttati contro sfruttati. E’ forse allora giunto il momento che anche noi giornalisti iniziamo a spiegare con un altro linguaggio la complessità dei fenomeni, perché la libertà non sta nello scegliere tra bianco e nero ma nella comprensione delle sfumature. Dobbiamo approfondire, raccontare le cause e porre domande.

Se una persona non possiede una casa, sarà forse colpa di chi è più povero di lui? O sarà responsabilità di chi dovrebbe costruire più alloggi popolari?

Se una persona ha perso il lavoro, sarà forse colpa di chi lavora nei campi per quindici euro al giorno, senza tutele sindacali e sanitarie?
O sarà forse responsabilità, anche di quelle imprese italiane, che hanno scelto di andare a produrre all’estero per guadagnare di più, sfruttando il minor costo della manodopera?

Se c’è un terremoto, sarà colpa di chi arriva via mare? O sarà responsabilità di chi ha scelto di non proteggere il territorio, di costruire e spalmare quintali di cemento armato per i più biechi e meschini profitti?

Se siamo così stufi di LORO e vogliamo rimpatriarli, allora mi domando, perché non proviamo lo stesso sdegno quando le nostre imprese vendono armi che serviranno a fomentare altre guerre? Non vogliamo più profughi? Allora iniziamo a far parte di un movimento per la pace.

Perché la stessa rabbia e indignazione non la riversiamo anche verso quelle multinazionali straniere che acquisiscono il cosiddetto “made in Italy”? Perché non proviamo lo stesso sdegno quando le nostre imprese vendono armi che serviranno a fomentare altre guerre?

Perché accettiamo che fondi finanziari e immobiliari cinesi, delle isole Cayman, o di altri paradisi fiscali esteri acquistino le colline della Toscana, i palazzi storici romani e le coste sarde? Perché gli stranieri vanno bene quando entrano all’interno delle boutique di Prada, Armani e Gucci?

Perché sono ricchi. Gli stranieri vanno bene quando sono ricchi. Questa è la verità. Se i migranti sono poveri ci fanno schifo. Non è questione di nazionalità. E’ questione di classe.


(giornalista freelance con base a Beirut - Libano)



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RIFLESSIONI SUI MIGRANTI, SUI RICCHI E SUI POVERI

Il petrolio passa noi no - Francesco Piobbichi - Mediterranean Hope “Ci rubano il lavoro” però “non fanno niente tutto il giorno”. “...
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