La denuncia di Oxfam e Diaconia Valdese. "Costretti in un limbo: sono fantasmi, in una condizione di spaesamento, isolamento e abbandono". Inammissibile il respingimento dei minori migranti e appello all'Ue per il rispetto della normativa europea e per la creazione di canali sicuri per le persone in fuga 

"Ho provato 10 volte ad attraversare la frontiera con la Francia nelle ultime settimane, 8 volte a piedi e 2 volte in treno. Ogni volta la polizia francese mi ha fermato, ammanettato. Piu' volte mi hanno picchiato e ogni volta rimandato a piedi in Italia". Cosi' Sheref (nome di fantasia), 16 anni, fuggito da solo dal Ciad, dove guerra e carestia stanno generando una delle piu' gravi emergenze umanitarie del mondo, racconta la sua storia, mentre si accinge ad affrontare un'altra notte al freddo dell'inverno, senza sapere nulla di cio' che gli riservera' il domani. L'inferno che ha dovuto attraversare in Libia, dove si e' imbarcato per raggiungere l'Europa, non e' poi tanto lontano. Quella di Sheref e' solo una delle storie raccolte nelle prime settimane di lavoro dell'unita' mobile di Open Europe a Ventimiglia, di Oxfam e Diaconia Valdese. Al confine tra Italia e Francia, infatti, ci sono centinaia di migranti, per lo piu' fuggiti da paesi in guerra (Sudan, Iraq, Afghanistan, Eritrea e altri ancora), che si ritrovano a vivere sotto un cavalcavia, lungo il fiume Roia, fuori dal sistema di accoglienza per i richiedenti asilo, in condizioni disumane. Lungo il fiume Roia oltre 200 migranti allo stremo: 1 su 3 e' un minore. Oxfam sottolinea che le persone sono ormai costrette in un "limbo": sono fantasmi, in una condizione di spaesamento, isolamento e abbandono. La gran parte tenta di attraversare il confine con la Francia, mettendo a rischio la propria vita lungo sentieri di montagna, la ferrovia o i cavalcavia dell'autostrada. "A Ventimiglia e' in atto una vera e propria emergenza umanitaria - sottolinea l'organizzazione- sono circa 700 i migranti che si trovano qui nel pieno dell'inverno: 500 vivono nel centro di transito gestito dalla Croce Rossa, mentre oltre 200 dormono all'aperto nel campo improvvisato lungo il greto del fiume Roia. Tra loro circa 1 su 3 sono minori non accompagnati, che dopo non aver ricevuto la protezione a cui hanno diritto in Italia, si vedono respinti con brutalita' dalle autorita' francesi". Minori, madri con bambini: "Li aiutiamo ma bisogna fare di piu'". . "Ogni giorno incontriamo ragazzi come Sheref, respinti dalla Francia. - raccontano Chiara Romagno responsabile dell'intervento di Oxfam Italia a Ventimiglia e Simone Alterisio, operatore della Diaconia Valdese - Ci sono anche madri con figli molto piccoli, magari a loro volta fuggite quando erano minorenni da conflitti, come quello in Somalia, che si ritrovano a vivere in una totale assenza di diritti e servizi essenziali. Una condizione non lontana da quella infernale della loro provenienza. A loro ogni giorno rivolgiamo tutti i nostri sforzi, distribuendo coperte, scarpe, cappelli per affrontare il freddo della notte". L'unita' mobile di Open Europe, costituita da due operatori socio-legali e un mediatore linguistico-culturale, oltre a distribuire kit di prima necessita' ai migranti, identifica i casi di abuso soprattutto verso i soggetti piu' vulnerabili. Fornendo, la' dove necessario, assistenza legale per presentare ricorso verso il decreto di respingimento a supporto di un'eventuale richiesta di protezione internazionale. Vengono inoltre date informazioni sui servizi presenti sul territorio e i rischi connessi all'attraversamento della frontiera italo-francese. "Il progetto Open Europe a Ventimiglia non risolvera' i problemi di tutti - ammette il segretario esecutivo della Diaconia Valdese, Gianluca Barbanotti - ma, a volte, e' importante essere presenti e cioe' essere dove appaiono con vivida concretezza le contraddizioni dell'accoglienza nel momento in cui queste si manifestano alle persone che cercano un futuro migliore. Fornire consulenza legale o un supporto per comunicare con le proprie famiglie lontane, e' un'occasione per significare la solidarieta' nostra, e di conseguenza di tutte le persone che hanno ancora a cuore i diritti delle persone e non si sono lasciati sopraffare dalla paura."  L'appello alla Ue e all'Italia per la tutela dei diritti dei migranti minori non accompagnati "I minori migranti hanno diritto di chiedere protezione internazionale in qualunque Stato membro dell'Unione europea si trovino. A stabilirlo e' una sentenza del 2014 della Corte di Giustizia, per questo i respingimenti dalla Francia sono un abuso intollerabile. - afferma il direttore dei Programmi in Italia di Oxfam, Alessandro Bechini - Chiediamo quindi alla Commissione europea e agli Stati membri che vengano messe in atto tutte le procedure affinche' i diritti - in particolare di minori fuggiti da guerre, persecuzioni e poverta' - vengano sempre garantiti. In questa direzione anche l'Italia puo' fare la sua parte: ad esempio riducendo i tempi necessari per le procedure di ricongiungimento familiare e garantendo cosi' canali di accesso sicuro verso l'Europa". ©Agostino Loffredi - Oxfam Italia (www.redattoresociale.it)


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MIGRANTI. VENTIMIGLIA, SUL ROIA OLTRE 200 ALLO STREMO. UNO SU TRE È MINORE

La denuncia di Oxfam e Diaconia Valdese. "Costretti in un limbo: sono fantasmi, in una condizione di spaesamento, isolamento e abban...
I diritti, la protezione e il benessere dei bambini sradicati, “sperduti”, dovrebbero essere al centro degli impegni delle politiche migratorie globali. È quanto sottolinea oggi l'UNICEF in vista dell’incontro sulle migrazioni sicure e regolate, in programma a Puerto Vallarta – in Messico – dal 4 al 6 dicembre.
Alla vigilia dell’incontro, l'UNICEF lancia “Oltre le frontiere/Beyond Borders: How to Make the Global Compacts on Migration and Refugees work for Uprooted Children", un nuovo rapporto che evidenzia le migliori pratiche per la cura e la protezione dei bambini rifugiati e migranti. Il rapporto contiene esempi pratici del lavoro di governi, partner della società civile e comunità di accoglienza per sostenere e integrare i bambini “sperduti” e le loro famiglie.
L’incontro in Messico rappresenta un passo importante verso la stesura del Global Compact sulle migrazioni, un accordo intergovernativo di riferimento che coprirà tutte le dimensioni della migrazione internazionale. È il momento in cui i leader mondiali cominceranno a creare un consenso sugli impegni politici e finanziari in linea con la Dichiarazione di New York per i Rifugiati e i Migranti e con la Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
“I leader globali e i responsabili politici che si riuniscono a Puerto Vallarta possono lavorare insieme per rendere la migrazione sicura per i bambini", ha dichiarato Ted Chaiban, Direttore dei programmi dell'UNICEF. “Il nostro nuovo rapporto mostra che è possibile, anche in paesi con risorse limitate, attuare politiche, servizi e investimenti che sostengano efficacemente i bambini rifugiati e migranti nei loro paesi d'origine, mentre attraversano le frontiere e quando raggiungono le loro destinazioni".
Dal rapporto emerge che 50 milioni di bambini sono coinvolti nelle migrazioni a livello mondiale, 28 milioni dei quali sono stati sfollati a causa di conflitti.
200.000 minori non accompagnati hanno presentato domanda di asilo in circa 80 paesi nel periodo 2015-2016; 100.000 minorenni non accompagnati sono stati arrestati al confine tra Stati Uniti e Messico nel 2015-2016.
I bambini rappresentano circa il 28% delle vittime della tratta di esseri umani a livello globale. L'Africa subsahariana e l'America centrale e caraibica registrano la percentuale più alta di bambini tra le vittime della tratta di esseri umani scoperte, pari rispettivamente al 64% e al 62%.
I bambini rifugiati e migranti sono particolarmente vulnerabili alla xenofobia, agli abusi, allo sfruttamento sessuale e alla mancanza di accesso ai servizi sociali. Secondo il rapporto, è indispensabile disporre di politiche che li proteggano nel corso del loro viaggio.
Il rapporto presenta casi studio riusciti di tutto il mondo, tra cui l'attuazione di norme minime di protezione per i bambini rifugiati in Germania, sistemi transfrontalieri di protezione dell'infanzia nell'Africa occidentale e la ricerca di alternative alla detenzione di bambini migranti in Zambia. Altri paesi citati nel rapporto sono Afghanistan, Italia, Giordania, Libano, Sud Sudan, Vietnam, Uganda e Stati Uniti. Ogni iniziativa può essere replicata in diversi contesti e può offrire informazioni per azioni e cambiamenti di politica incentrati sui bambini, a livello nazionale, regionale e globale, da concordare nell’ambito del Compact.

Italia 

Per quanto riguarda l’Italia il rapporto mette in evidenza come buona pratica l’adozione della legge n. 47/2017 recante "Disposizioni in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati", meglio conosciuta come Legge Zampa. Il rapporto, in particolare, sottolinea come un eguale trattamento dal punto di vista legislativo sia cruciale per il processo di inclusione sociale dei minorenni migranti. La nuova legge, in questo senso, crea una cornice legislativa per la protezione dei minorenni stranieri non accompagnati (MSNA) e definisce un sistema nazionale organico di protezione e accoglienza, a rafforzamento degli strumenti di tutela già garantiti dall'ordinamento e per assicurare omogeneità nell'applicazione delle disposizioni in tutto il territorio nazionale.
Inoltre, nel rapporto c’è la testimonianza di un ragazzo che dall’Africa occidentale è migrato in Italia, resa sotto forma di intervista ad una sua coetanea italiana. Nelle sue parole è possibile ritrovare le difficoltà del viaggio e dell’impatto con il nuovo Paese, ma anche la speranza di un futuro migliore: “[l’Italia] l’ho trovata diversa [da come l’immaginavo] perché non avevo mai avuto esperienza di un tale livello di razzismo… Sono consapevole del fatto che non tutti sono razzisti; in una società ci sono persone buone e persone cattive… Sono interessatissimo alla lotta al razzismo e alla discriminazione. Dal mio punto di vista dovrebbero essere eliminati poiché stanno davvero compromettendo lo sviluppo mondiale”.

Il rapporto presenta inoltre il programma d'azione dell'UNICEF in sei punti, che costituisce la base delle politiche volte a proteggere i bambini rifugiati e migranti e a garantirne il benessere:

1. Proteggere i bambini rifugiati e migranti, in particolar modo quelli non accompagnati, da sfruttamento e violenza.
2. Porre fine alla detenzione dei bambini richiedenti lo status di rifugiato o migranti, introducendo una serie di alternative pratiche.
3. Tenere unite le famiglie, come migliore mezzo per proteggere i bambini e dare loro il riconoscimento di uno status legale.
4. Consentire ai bambini rifugiati e migranti di studiare e dare loro accesso a servizi sanitari e di altro tipo, di qualità.
5. Chiedere di intraprendere azioni sulle cause che spingono a movimenti di massa di migranti e rifugiati.
6. Promuovere misure che combattano xenofobia, discriminazioni e marginalizzazione nei paesi di transito e di destinazione. (aise)

Report Oltre le frontiere/Beyond Borders: How to Make the Global Compacts on Migration and Refugees work for Uprooted Children



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OLTRE LE FRONTIERE: IL RAPPORTO UNICEF SUI BAMBINI MIGRANTI

I diritti, la protezione e il benessere dei bambini sradicati, “sperduti”, dovrebbero essere al centro degli impegni delle politiche migra...
L'Agenzia delle Nazioni Unite per le Migrazioni, IOM, riferisce che il numero dei migranti entrati in Europa, via mare, al 24 Novembre 2017 sono 161.010. Il 75% degli arrivi ha riguardato l'Italia e il resto è suddiviso tra Grecia, Cipro e Spagna.
I dati del 2016, per lo stesso periodo, erano più del doppio, 345.831.
In particolare, per l'Italia abbiamo una riduzione del 32% degli arrivi (114.673 migranti via mare) nello stesso periodo.

A questo dato vanno aggiunti i 1147 migranti salvati nelle 11 operazioni di salvataggio avvenute il giorno 22 Novembre.

I salvataggi sono stati effettuati dalla Guardia Costiera Italiana, dalla Marina Militare Italiana, dalla nave della Marina irlandese Le Niamh e dalla nave della Marina spagnola Cantabria, e dalle ONG Aquarius, Seefuchs, Lifeline e Seawatch. 
Secondo il Ministero dell'Interno italiano, i principali paesi di origine dei migranti che arrivano via mare in Italia sono Nigeria, Guinea, Bangladesh, Costa d'Avorio e Mali. 
L'IOM, ha registrato, tramite il progetto Missing Migrants Project, la morte di 5080 persone  nel mondo nel tentativo di varcare i confini.
Il Meditteraneo Centrale anche quest'anno ha il triste primato delle vittime dell'immigrazione. Quest'anno il totale delle vittime è pari a 2.993.

Leonardo Cavaliere 

Ulteriori informazioni sul Missing Migrants Project: http://missingmigrants.iom.int


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161.010 migranti entrati in Europa, via mare, nel 2017. Morti quasi 3.000

L' Agenzia delle Nazioni Unite per le Migrazioni, IOM , riferisce che il numero dei migranti entrati in Europa, via mare, al 24 Novem...
Un nuovo rapporto rilasciato oggi dall’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, evidenzia i cambiamenti in atto nelle rotte usate da rifugiati e migranti per raggiungere l’Europa nel terzo quadrimestre del 2017.

“Nei mesi scorsi la rotta via mare verso la Grecia ha guadagnato popolarità, gli arrivi via mare in Italia sono diminuiti e abbiamo assistito ad una crescente diversificazione dei viaggi intrapresi da migranti e rifugiati per raggiungere l’Europa”, riferisce Pascale Moreau, Direttrice dell’Ufficio per l’Europa dell’UNHCR.

Il numero delle persone che hanno attraversato il Mediterraneo dalla Libia all’Italia è fortemente calato, 21.700 persone sono arrivate tra luglio e settembre, il numero più basso degli ultimi quattro anni per lo stesso periodo di riferimento.

Secondo il rapporto, nel corso del terzo quadrimestre dell’anno è fortemente aumentato il numero di persone che sono arrivate in Italia partendo dalla Tunisia, dalla Turchia e dall’Algeria, e la maggior parte degli arrivi in Europa, lungo la rotta del Mediterraneo sono costituti da persone di nazionalità siriana, marocchina e nigeriana.

La Grecia ha visto un aumento degli arrivi via mare e via terra fin dall’estate. Solo a settembre circa 4.800 persone hanno raggiunto le coste greche, il numero più alto in un solo mese dal Marzo 2016. Circa l’80 per cento degli arrivi via mare in Grecia sono costituiti da siriani, iracheni e afghani, di questi due terzi sono donne e bambini.

Parallelamente, la Spagna ha visto un aumento del 90 per cento degli arrivi via terra e via mare nel terzo quadrimestre del 2017, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La maggior parte di questi, 7.700 persone, arriva da Marocco, Costa d’Avorio e Guinea, ma gli arrivi via terra sono costituiti per la maggior parte da siriani.

Il rapporto evidenzia inoltre la ripresa, nel corso dell’estate, degli arrivi in Romania dalla Turchia, attraverso il Mar Nero (per la prima volta dal febbraio del 2015) così come un massiccio incremento degli arrivi a Cipro dall’inizio dell’anno.

“Nonostante la riduzione degli arrivi attraverso la rotta del Mediterraneo centrale, migliaia di persone continuano ad intraprendere viaggi disperati verso l’Europa,” riferisce Moreau, che ha sottolineato con profonda preoccupazione che al 20 novembre quasi 3.000 persone sono morte nel tentativo di raggiungere l’Europa via mare e altre 57 via terra o ai confini europei nel 2017. I numeri effettivi potrebbero essere più alti, ha aggiunto.

Il rapporto sottolinea, inoltre, la difficile situazione che vivono molte donne e ragazze vittime di tratta e quella di 15.200 minori non accompagnati e separati che sono arrivati finora in Europa quest’anno.

Il rapporto mostra poi che i movimenti di persone che cercano di oltrepassare i confini terrestri continuano anche negli ultimi tre mesi nonostante i respingimenti ad opera di alcuni Paesi. Queste pratiche dovrebbero essere investigate ed eliminate, si legge nel rapporto.

“L’UNHCR continua a chiedere maggiore accesso a vie legali e sicure, quali il ricongiungimento famigliare e il reinsediamento in Europa. È importante anche assicurare che le persone abbiano accesso alle procedure di asilo nei paesi europei” ha riferito Moreau. “Siamo estremamente grati per i contributi finora effettuati dagli Stati, tuttavia serve ancora molto per soddisfare la richiesta di 40.000 posti di reinsediamento effettuata lo scorso settembre per i rifugiati che si trovano in 15 paesi prioritari lungo la rotta del Mediterraneo centrale” ha aggiunto.

Il rapporto completo è disponibile al seguente link: https://data2.unhcr.org/en/documents/details/60865

Comunicato Stampa UNHCR




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Nuovo rapporto UNHCR evidenzia cambiamenti rispetto ai rischiosi viaggi di migranti e rifugiati verso l’Europa

Un nuovo rapporto rilasciato oggi dall’ UNHCR , Agenzia ONU per i Rifugiati, evidenzia i cambiamenti in atto nelle rotte usate da rifugia...



On 6 May 2017, a new legislation regarding the “Protection Measures for Unaccompanied Minors” (law n. 47/17) entered into force in Italy. It is the result of more than three years of advocacy efforts by Save the Children and other NGOs, that have hailed the approval of the so called Zampa law (proposed by Sandra Zampa, member of the Italian Parliament) as a historic moment for the protection of unaccompanied minors in Italy. At international level, UNICEF has commended the new law, indicating that it could serve as a model for other European countries. But is that really the case?



On the one hand, this law has filled significant gaps in the protection of unaccompanied children, introducing important provisions, for example on age assessment procedures. It also improved existing provisions, such as those regarding the legal status of non-asylum seeking unaccompanied minors. In these respects, Italian legislation may indeed be considered as a model at European level. On the other hand, there are serious concerns about the effective implementation of some of the new provisions, since this law establishes that they must be implemented with no additional costs for public finances. More importantly, it has not addressed the serious gaps in the reception system for unaccompanied minors, leading more and more children to be placed in absolutely inadequate reception centers.
Increasing arrivals, decreasing departures

The Italian reception system has been stretched by the dramatic increase in the number of unaccompanied minors arriving in Italy. Around 26.000 unaccompanied minorsarrived in Southern Italy in 2016, a number more than double compared to the previous year. On 30 April 2017, almost 16.000 unaccompanied children were registered as present in Italy, while more than 5.000 were reported missing. A significant share of these missing children leave the reception facilities and attempt to reach other European countries in order to join family members or seek better integration opportunities. Over the last few years, however, a large number of asylum seekers and migrants, including unaccompanied children, have been stopped at the French, Swiss, and Austrian borders and sent back to Italy: for example, in little over a month in Summer 2016, the Swiss authorities returned more than 600unaccompanied minors to Italy. As a result, those children have found their journeys unwillingly interrupted in Italy. Finally, very few unaccompanied children have been legally transferred from Italy to other EU States under the Dublin III Regulation and the relocation scheme (only one unaccompanied minor relocated as of April 2017).

The number of unaccompanied minors sent back to Italy will further increase significantly, if the proposal for a recast Dublin Regulation presently under discussion is approved. This proposal, which risks entailing serious child rights violations, provides that the unaccompanied minors who reach other EU Member States without being entitled to family reunification may be sent back to Italy as the country where they first lodged their asylum application or they first entered irregularly. Confronted with the increasing number of unaccompanied minors arriving and remaining in Italy, “while across Europe we have seen fences going up, children detained and pledges unmet, the Italian parliamentarians have shown their compassion and duty to young refugees and migrants” (UNICEF).
A law boosting protection

One of the most important provisions introduced by law n. 47/17 concerns age assessment procedures. More and more often Italian authorities require unaccompanied minors arriving in Italy with no identity documents to undergo age assessment, which is usually carried out with medical examination alone, generally an x-ray of the wrist and hand bones. The margin of error inherent in any age assessment methodology is hardly ever indicated in the results, so the benefit of the doubt cannot be applied. Many children are therefore wrongly identified as adults and have no access to the rights unaccompanied minors are entitled to: they are not placed in dedicated reception centers, they may get an expulsion order and be detained pending deportation, etc. Some cases have recently been brought to the European Court of Human Rights (Darboe and Camara v. Italy, application n. 5717/17).

In January 2017, a regulation on age assessment of child victims of trafficking came into force, providing detailed procedures and guarantees, largely consistent with international law and recommendations on age assessment. But this regulation is not applicable to unaccompanied minors who are not identified as victims of trafficking. The Zampa law has filled this serious gap, introducing important provisions on the age assessment of unaccompanied minors in general. It provides that a social and medical age assessment procedure may be ordered by the judicial authority, when there are well-founded doubts about the age declared by a presumed unaccompanied minor and it is impossible to establish his or her age through documentary evidence. The child must be informed about the objectives, methods and consequences of the age assessment and must be treated as a minor until the conclusion of the procedure. According to the law, age assessment procedures must be carried out with a multidisciplinary approach, by professionals with appropriate expertise, involving a cultural mediator. The result must indicate the margin of error and the benefit of the doubt must be granted to the child and in case the individual be considered a minor. The final decision on the individual’s age, adopted by the judicial authority, must be issued to both the person concerned and the guardian, thus allowing for an appeal. If these new provisions are implemented in practice, Italian age assessment procedures may really be considered as a model for other European Member States.

Another crucial element to ensure the protection of unaccompanied children’s rights is their swift access to the asylum procedure. Before the new law entered into force, unaccompanied children could lodge an asylum application only if it was confirmed by their guardian. Many of these children were therefore prevented from lodging an asylum application for a very long time, due to the delay in the appointment of a guardian. As pointed out by the EU Commission in the infringement proceedings n. 2014/2171, in fact a guardian is often appointed several months after the child’s arrival in Italy. The new law provides that, until a guardian is appointed, the legal representative of the reception center has the powers of the guardian, including in asylum procedures. This provision will substantially speed up the access of unaccompanied minors to the asylum procedure, which is crucial for the protection of these children, both those who decide to settle in Italy and those who wish to reach other EU States. To date, the delay in the access to the asylum procedure has significantly contributed to making the procedures for family reunification under the Dublin III Regulation extremely lengthy, up to one year. As a consequence, almost all the unaccompanied minors who are entitled to be legally transferred to another European Member State under the Dublin Regulation or the relocation scheme choose to cross EU internal borders irregularly rather than following the regular procedure. The Zampa law, allowing unaccompanied minors to submit an asylum application before the appointment of a guardian, may considerably reduce the length of the procedure for Dublin family reunification and relocations, thus opening the way for an increase in the legal transfers of unaccompanied minors to other EU States.

The new law also:

– simplifies the procedures for the issue of a residence permit “for minors” to non-asylum seeking unaccompanied minors and a residence permit for employment or study when they turn 18;

– provides that a list of “volunteer guardians” for unaccompanied minors, selected and trained by the Regional Ombudsperson for Children, be established by Juvenile Courts;

– forbids the return of unaccompanied children at the border;

– provides that “assisted and voluntary return” of unaccompanied minors may be decided by a Juvenile Court, when family reunification in the country of origin or a third country is in the child’s best interests, after listening to the child and guardian’s opinion and taking into consideration the results of social assessment of the family situation in the country of origin or third country and the situation of the child in Italy.
The gaps of the reception system: a missed opportunity

The Zampa law has also been commended for establishing a structured and streamlined national reception system, with minimum standards in all reception facilities. Actually, the new law has introduced extremely limited changes on this matter, not addressing the serious gaps in the existing reception system that make many unaccompanied minors be placed in inadequate reception centers or find themselves outside the protection system.

According to the legislative decree n. 142/15, as changed by law n. 47/17, unaccompanied minors may be placed in four different kinds of facilities. When an unaccompanied child arrives in Italy, he or she should be placed in a “governmental first reception center” for children, established by the Ministry of Interior, for the time needed for the identification and age assessment procedures. Within 30 days, the child should be transferred to a facility for unaccompanied children in the national Protection System Asylum Seekers and Refugees (SPRAR), managed by municipalities and funded by the Ministry of the Interior. The placement of unaccompanied minors in the governmental first reception centers and in the SPRAR facilities is decided by central offices in Rome, and should allow for a fair distribution of these children at national level.

If no places are available within either the governmental first reception centers or the SPRAR, the municipality where the child is present must place the minor in a children’s residential facility. The costs incurred by the municipality to accommodate the unaccompanied minor can be refunded by the Ministry of Interior up to 45 eurosper child per day. In emergency situations with sizeable arrivals, if the municipality is not able to provide reception, children aged over 14 years can be placed temporarily in “extraordinary reception centers” established by the prefectures.

In practice, this reception system has proven highly ineffective.

Firstly, the mechanism for redistribution at national level does not work properly. In December 2016, the governmental first reception centers had less than 1.000places and the SPRAR less than 2.000, a clearly insufficient number, given the presence in Italy of more than 17.000unaccompanied children at that date. Due to this lack of places, the responsibility of the reception of more than 80% of the unaccompanied minors in Italy is left to the municipalities or prefectures where the child is present.

As a result, the municipalities and prefectures in Southern Italy, where the migrants land after being rescued at sea, have to manage very high numbers of unaccompanied children, until they either turn 18 or decide to leave. On 30 April 2017, 38,5% of the unaccompanied children in Italy were accommodated in reception facilities in Sicily, while large and richer regions in Northern Italy such as Piedmont and Veneto together accommodated 5,2% of the total. This very unbalanced distribution seriously aggravates the emergency situation produced by the continuous and increasing arrivals of unaccompanied children in Sicily.

Secondly, most unaccompanied minors stay in first reception centers for long periods, frequently even up to the age of 18. Since reception in these facilities is intended to be temporary, they are not obliged to ensure integration programs such as school enrollment, vocational training, or employment support. Discriminatory standards are also applied as far as the maximum capacity of these centers is concerned: 30 to 50 instead of 8 to 12 places established for residential facilities for children deprived of parental care.

As reported by Oxfam, in many first reception centers managed by prefectures or municipalities in Sicily, even basic needs such as food, clothing, and bed linen are not covered while access to health care is very limited. The staff is usually inadequate in number, underpaid and lacking adequate training. Violence and conflicts among the children are very frequent. The deplorable conditions within these centers are one of the main reasons why so many unaccompanied children, including those not planning to reach other European countries, leave reception facilities and go missing.

Finally, due to the shortage of places in the dedicated reception centers, more and more unaccompanied minors are illegally placed in reception facilities for adults. In Darboe and Camara, the ECtHR is examining the case of two unaccompanied minors placed along with other numerous children in a reception center for adults for months. The center was severely overcrowded (over 1.400 persons placed in a facility designed for less than 550) and lacked adequate sanitation and heating, despite extremely cold outdoor temperatures. The children were forced to sleep near unrelated male adults and exposed to violence and risks of sexual abuse. The situation of hundreds of unaccompanied minors placed for many months in hotspots in similar conditions has also been denounced by Amnesty International and Human Rights Watch.

The law n°47/17 has changed the provisions regarding the reception system for unaccompanied minors to a very limited extent:

a) It has reduced the maximum time a minor may spend in a “governmental first reception center” from 60 to 30 days. But the new law does not affect in any way the factors that make the transfer of these children very difficult, so they will probably remain in these centers for much longer periods, as before.

b) The Zampa law also provides that the capacity of the SPRAR must be commensurate with the effective presence of unaccompanied minors in Italy, within the limits of the resources of the National Fund for Asylum Policies and Services. But no changes are introduced to the mechanisms that in practice has limited the number of SPRAR places so far. These places, in fact, are activated upon a decision by the municipalities. Since most Italian municipalities are not willing to participate in the SPRAR system and the new law does not introduce duties or incentives to do so, their number places will probably remain highly insufficient compared to the number of unaccompanied minors present in Italy.

c) The law n°47/17 provides that SPRAR facilities must respect minimum standards established by legislation on residential facilities for children, which was already provided for by Ministerial decrees, but it does not change the discriminatory standards mentioned above for “governmental first reception centers” and “extraordinary reception centers”.

d) No mechanism aimed at a fair distribution of unaccompanied minors among regions, prefectures and municipalities is provided. As a consequence, Sicily will probably keep managing the reception of a disproportionate number of unaccompanied minors.

The new law does not address the above mentioned serious gaps in the Italian reception system for unaccompanied minors. As a consequence, many of these children will keep being denied the rights recognised by the Convention on the Rights of the Child, as well as by EU and Italian legislation, such as the rights to special assistance and protection like children deprived of parental care, to adequate living conditions (including nutrition, clothing and housing), to education and health care, to protection from violence and abuse. In this respect, law n°47/17 is also a missed opportunity.

Autore: Elena Rozzi, ASGI

Articolo Originale:Eumigrationlawblog

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The new Italian law on unaccompanied minors: a model for the EU?

On 6 May 2017, a new legislation regarding the “Protection Measures for Unaccompanied Minors” ( law n. 47/17 ) entered int...
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