In base agli ultimi dati in nostro possesso, 23.05.2018, dei 4115 aspiranti tutori, hanno assunto l'incarico poco più di 258 e circa 1166 sono stati inseriti negli elenchi dei Tribunali Minorili.

Persone che hanno deciso di mettersi in gioco e aiutare quella fascia di umanità che bussa alle nostre porte e troppo spesso dimenticata, pronti a vivere una nuova forma di genitorialità sociale e di cittadinanza attiva.

La straordinaria partecipazione con cui le persone hanno e stanno rispondendo all’appello di divenire l'"adulto di riferimento" di questi minori dimostra una generosità e solidarietà importante. "Non solo rappresentanza giuridica ma figura attenta alla relazione con i bambini e i ragazzi che vivono nel nostro paese senza adulti di riferimento, capace di farsi carico dei loro problemi ma anche di farsi interprete dei loro bisogni e garante dei loro diritti."

Da oggi, sulle pagine del blog ospiteremo il Diario di una Tutrice Volontaria di Minore Straniero non Accompagnato che racconterà in prima persona la sua, nostra, vostra esperienza o più semplicemente lo sguardo del tutore volontario.

L'idea nasce dall'esigenza espressa da più parti di avere il racconto di un'esperienza concreta di chi ha voluto, vuole, dedicare parte del suo tempo a minorenni soli senza una figura adulta di riferimento e in un paese straniero.

L'obiettivo è quello di far conoscere il più possibile l'esperienza di chi ha deciso di dedicarsi a questa fascia di umanità. "Interlocutori consapevoli, come definiti dalla Garante dell'Infanzia Nazionale Dott.ssa Albano, in grado di interfacciarsi con i tanti attori investiti di competenze sulla vita e sul futuro dei minori stranieri non accompagnati. Ragazzi dei quali conoscono e comprendono i sogni, i bisogni e le difficoltà."

Il diario avrà cadenza settimanale o quasi e, la prima pubblicazione sarà mercoledì 28 Novembre 2018 e sarà diffuso oltre che sul blog anche su tutte le pagine social e gruppi di tutori di minori non accompagnati.

Invitiamo già da ora altri tutori ad aggiungere e/o raccontarci anche la loro esperienza.

Per ulteriori informazioni e segnalazioni questa è la mail minoristranierinonaccompagnati (@) gmail.com

Leonardo Cavaliere

Foto: Autorità Garante per l'Infanzia

Diario di una Tutrice Volontaria di Minore Straniero non Accompagnato

In base agli ultimi dati in nostro possesso, 23.05.2018, dei 4115 aspiranti tutori, hanno assunto l'incarico poco più di 258 e circa...
“Circa il 73% degli 86.000 bambini arrivati in Italia nel periodo 2011-2016 non erano accompagnati e sono stati accolti nei centri di prima e seconda accoglienza. La nuova legge n. 47 del 2017 copre anche il diritto all’educazione ad ogni livello per questi bambini e ha dimezzato il tempo massimo di permanenza nei primi, fissandolo a 30 giorni. Nonostante questo, solo una minoranza di minori non accompagnati frequenta regolarmente la scuola”. Lo afferma l’Unesco diffondendo in occasione della Giornata internazionale dell’infanzia il Rapporto mondiale di monitoraggio dell’educazione 2019 (Gem report) dell’Unesco “Costruire ponti, non muri” su migrazioni, spostamenti forzati ed educazione.
Il rapporto evidenzia che l’Italia, insieme a Grecia, Norvegia e Regno Unito sta anche aprendo la strada a un nuovo sistema per riconoscere le qualifiche anteriori dei rifugiati grazie all’European skills passport for refugees (Espar). Secondo l’Unesco, “le innovazioni di questo tipo sono necessarie: nei paesi più ricchi oltre un terzo degli immigrati con un’istruzione superiore sono sovraqualificati per il loro lavoro, rispetto a un quarto dei nativi”.
“Eppure le sfide rimangono”, ammonisce l’Unesco, riferendosi al fatto che “molti Paesi europei, tra cui Francia, Germania e Regno Unito, finiscono per segregare gli studenti immigrati in scuole separate o in filiere scolastiche spesso professionali, accrescendo il loro svantaggio educativo”.
Gli insegnanti spesso non si sentono ben formati per insegnare in classi multiculturali: secondo il rapporto, oltre due terzi degli insegnanti intervistati in Francia, Irlanda, Italia, Lettonia, Spagna e Regno Unito concordano sul fatto che gli aggiustamenti richiesti per soddisfare le esigenze degli studenti immigrati abbiano aumentato il carico di lavoro e causato frustrazione: il 52% ha ritenuto insufficiente il sostegno ricevuto per gestire la diversità.
Fonte agensir.it

Infanzia e adolescenza: Unesco, “solo una minoranza di minori stranieri non accompagnati frequenta regolarmente la scuola”

“Circa il 73% degli 86.000 bambini arrivati in Italia nel periodo 2011-2016 non erano accompagnati e sono stati accolti nei centri di prim...
I minori iscritti nelle anagrafi comunali, in Italia, sono 41mila. Rappresentano circa un quinto della popolazione straniera residente in Italia.
I dati sono stati elaborati dalla Fondazione Ismu.
Di particolare interesse sono i dati relativi ai minori non accompagnati, anche in virtù della particolare condizione di vulnerabilità.
I minori non accompagnati approdati via mare, nel 2016 sono 26mila. Rappresentano il 14,2% del totale degli arrivi.
Nel 2017 il numero è calato a 16mila, ma l'incidenza sul totale rimane pressoché costante,13,2%.
Nel 2018, rilevazione fino al 5 novembre, solamente 3.368, pari al 15,1% del totale dei migranti arrivati.
In termini assoluti si registra una netta diminuzione, ma l'incidenza è aumentata di due punti percentuale.
L'incidenza è superiore sia agli ultimi due anni, ma in maniera maggiore rispetto al 2014 e 2015, circa il doppio, quando rappresentavano l'8%.
Non bisogna dimenticare nella valutazione globale del fenomeno che le frontiere marine non sono il solo luogo di entrata, ma ne esistono anche altri, come le frontiere terrestri.

I minori nelle strutture di accoglienza, dato il calo del numero complessivo e l'aumento dei neo maggiorenni, sono diminuiti per la prima volta. 

Al 30 settembre 2018, la prima cittadinanza presente e censita nelle strutture dedicate ai minori stranieri non accompagnati in Italia sono:
  • albanese, con 1.220 unità, pari al 12,8% del totale, che non partecipa all’attuale flusso migratorio via mare. 
  • gambiani (1.174),
  • egiziani (1.056), 
  • guineani (960) e 
  • ivoriani (958).
Gli egiziani, in particolare, da sempre il maggiore nucleo di minori stranieri non accompagnati ospitati in Italia negli ultimi anni, ma nel corso degli ultimi otto mesi sono stati superati dagli albanesi.

La percentuale di maschi è in leggero calo: si è passati dal 93,3% di fine 2016 al 93,2% di fine 2017, fino al 92,6% del 30 ottobre 2018 (contro il 95% del 31 dicembre 2015 e della stessa data del 2014).

Tra i luoghi principali di accoglienza la Sicilia è la regione dove si registra la massima collocazione di minori stranieri non accompagnati. L'incidenza è del 40% sul totale delle regioni che li ospitano. 
Altro dato interessante è la diminuzione dell'incidenza dei minori non accompagnati diciassettenni.

L’Italia, come noto, non è sempre la meta ultima dei minori stranieri non accompagnati, o meglio non lo è per tutti. I minori irreperibili sono ancora più di 5mila. 

5.178 i minori, al 30 settembre che risultano irreperibili nelle strutture di accoglienza censite dal Ministero del Lavoro.
Le principali cittadinanze sono:
  • eritrei (nel 14,9% dei casi) o 
  • tunisini (nel 12,0%)
Sugli allontanamenti è necessario puntualizzare che il numero di minori allontanatisi dalle strutture di accoglienza è leggermente diminuito (-11,2%) rispetto al 31 dicembre 2017

In diminuzione anche i minori non accompagnati che fanno richiesta di asilo. 

Nel 2017, le richieste di asilo presentate da minori non accompagnati in Italia erano risultate in progressivo aumento nel tempo fino a raggiungere il record di 9.782. 

Nel primo semestre del 2018, tuttavia, esse sono state solamente 2.857: coloro che hanno presentato maggiormente domanda di asilo sono stati, nell’ordine, gambiani (531), nigeriani (307), maliani (284), guineani (282) e senegalesi (250), tutti cioè provenienti da una ben definita area geografica dell’Africa centro-occidentale, e non dunque albanesi o egiziani.

Leonardo Cavaliere

Minori stranieri non accompagnati: I dati ISMU 2018

I minori iscritti nelle anagrafi comunali, in Italia, sono 41mila. Rappresentano circa un quinto della popolazione straniera residente i...
“Molti bambini che viaggiano con la carovana di migranti in Messico mostrano segni di angoscia e disagio psicosociale. In alcuni casi, i bambini esprimono paura di incorrere in violenze o nella separazione dalle loro famiglie, mentre altri bambini hanno difficoltà ad impegnarsi nelle attività ludiche e ricreative organizzate dall’Unicef”. Lo denunciano, oggi in una nota, gli operatori Unicef sul campo. Di fronte a questa situazione l’Unicef, insieme ai suoi partner, sta rapidamente incrementando il suo supporto negli interventi psicosociali per raggiungere questi bambini in difficoltà. “I bambini che viaggiano con la carovana – precisa l’Unicef – sono stati sottoposti a una serie di possibili fattori stressanti, tra i quali, tristezza di lasciare la casa e i propri cari, incertezza per il viaggio, cambiamenti estremi e improvvisi, perdita della propria routine, stanchezza fisica, disidratazione e malattie. Alcuni bambini possono anche essere stati esposti ad eventi traumatici nei loro Paesi d’origine, come la violenza di gruppo e di genere, o la separazione dalle loro famiglie”. Secondo l’organizzazione, “uno qualunque di questi fattori potrebbe influire negativamente sul benessere fisico e psicologico dei bambini e causare, se non viene affrontato, stress dannoso. Il sostegno psicosociale può aiutare a ridurre l’impatto sui bambini dell’abbandono della propria casa e di condizioni di viaggio faticose ed estenuanti”.
L’Unicef, in coordinamento con il governo e altri partner, sta installando tende al confine meridionale del Paese e nello stadio Jesús Martínez “Palillo” di Città del Messico, dove si riunisce gran parte del gruppo, per fornire una serie di servizi di supporto psicosociale per i bambini, tra cui letture di fiabe, esercizi di rilassamento e terapia di disegno. Questi spazi saranno utilizzati anche per il riposo dei bambini e per l’allattamento delle madri. Questo lavoro va ad aggiungersi alla fornitura di acqua pulita, aiuti per l’igiene e sali per la reidratazione orale.
L’Unicef ribadisce, infine, il suo invito a tutti i governi “a dare priorità al superiore interesse dei bambini nell’applicazione delle leggi e delle procedure sull’immigrazione, di tenere unite le famiglie e di trovare alternative alla detenzione dei minorenni migranti”.
Fonte: Agensir

Carovana migranti in Messico: Unicef, “i bambini mostrano segni di angoscia e disagio psicosociale”

“Molti bambini che viaggiano con la carovana di migranti in Messico mostrano segni di angoscia e disagio psicosociale. In alcuni casi, i b...
No, l'Italia non è invasa dai migranti!!! Con buona pace di tutti i divulgatori di fake news ed odio verso i migranti, alla domanda "in Italia c’è un’invasione di migranti?" La risposta è un secco No.
"Secondo l’ultima relazione della Commissione parlamentare Jo Cox sulla xenofobia e il razzismo l’Italia è il paese del mondo con il più alto tasso di disinformazione sull’immigrazione. Non sorprende perciò che, secondo un sondaggio del 2018 condotto dall’Istituto Cattaneo, gli italiani risultino essere i cittadini europei con la percezione più lontana dalla realtà riguardo al numero di stranieri che vivono nel paese, credendo che ve ne siano più del doppio di quelli effettivamente presenti." (redattore sociale)
L'edizione 2018 del "Dossier Statistico Immigrazione", realizzata dal Centro Studi e Ricerche Idos, smentisce una volta di piu' la
credenza che l'Italia sia un Paese "assediato" e "invaso" dagli
immigrati.
L'ultima edizione del Dossier statistico immigrazione, la 28esima, redatto da Idos insieme alla rivista Confronti e Unar, ci dice che:
- In Italia vi sono 5 milioni di residenti stranieri (5.144.000 a fine 2017, secondo l’Istat),
- l’Italia si posiziona dopo la Germania, che ne conta 9,2 milioni, e
- il Regno Unito, con 6,1 milioni,
- di poco, supera la Francia (4,6 milioni) e
- la Spagna (4,4).

L'incidenza sulla popolazione complessiva è dell’8,5%, più bassa di quella di Germania (11,2%), Regno Unito (9,2%) e altri paesi più piccoli dell’Unione, dove i valori superano anche in maniera consistente il 10% (Cipro 16,4%, Austria 15,2%, Belgio 11,9% e Irlanda 11,8%).
L'incidenza piu' alta si registra nel Lussemburgo, dove gli stranieri sono quasi la meta' dei residenti (47,6%).

La presentazione del dossier è avvenuta a Roma e “dedicata al comune di Riace - ha spiegato Luca Di Sciullo, presidente di Idos -. Come sapete il sindaco è coinvolto in vicende giudiziarie ed è stato oggetto da pare del ministero dell’interno di una comunicazione su irregolarità nelle gestione dello Sprar. Auspichiamo che non si svilisca questa esperienza di integrazione riconosciuta in tutto il mondo”.

Diversi elementi consentono di delineare le caratteristiche degli immigrati che risiedono in Italia. Contrariamente alla credenza che vorrebbe il paese assediato e “invaso” dagli stranieri - si legge nel report -, al netto dei movimenti interni il loro numero è pressoché stabile intorno ai 5 milioni dal 2013.
Le cittadinanze di provenienza sono circa 200, una piccola, meravigliosa fetta di mondo nel bel paese.
Per la metà (2,6 milioni) sono cittadini di un paese europeo (di cui 1,6 milioni, pari al 30%, comunitari), mentre un quinto (1 milione) viene dall’Africa e una quota solo di poco inferiore dall’Asia. Gli americani sono circa 370.000 (7,2%), per lo più cittadini latino-americani (6,9%). 
I romeni costituiscono la collettività di gran lunga più numerosa (1.190.000 persone, pari al 23,1% di tutti i residenti stranieri), seguiti da albanesi (440mila e 8,6%), marocchini (417mila e 8,1%), cinesi (291mila e 5,7%) e ucraini (237mila e 4,6%). 
Queste prime 5 collettività coprono la metà (50,1%) dell’intera presenza straniera in Italia, mentre le prime 10 (per arrivare alle quali occorre aggiungere, nell'ordine, Filippine, India, Bangladesh, Moldavia ed Egitto) arrivano a poco meno dei due terzi (63,7%).


Il dato che realmente dovrebbe far riflettere i nostri goveranti è il perchè l'Italia non sia attraente per i suoi stessi cittadini.
Infatti, è l'ennesimo anno che si registra una diminuzione della popolazione italiana, sempre più anziana (gli ultra65enni sono 1 ogni 4, mentre tra gli stranieri 1 ogni 25), meno feconda (1,27 figli per donna fertile, contro 1,97 tra le straniere) e tornata a emigrare verso l’estero (quasi 115.000 espatriati ufficiali nel corso del 2017.
Il dossier sottolinea anche che il dato è sottodimensionato se si considera che molti, nel trasferirsi all’estero, trascurano di effettuare la cancellazione anagrafica, non essendo obbligatoria. Aggiungendo ai residenti stranieri la quota di immigrati che, alla data della rilevazione, non erano ancora iscritti nelle anagrafi, Idos stima in 5.333.000 il numero effettivo di cittadini stranieri regolarmente presenti in Italia, 26.000 in meno rispetto alla stima del 2016.

Un così netto calo dei migranti in Italia lo si spiega soprattutto con la quasi chiusura della rotta del Mediterraneo centrale 

I migranti accolti: poco più di 13.000 a giugno 2018, il 26% in meno rispetto allo stesso periodo del 2017. Si tratta per lo più di ragazzi maschi (93%), tra i 16 e i 17 anni (84%), originari specialmente di Albania, Egitto, Guinea, Costa d’Avorio ed Eritrea. 
L'Oim, per spiegare la drastica riduzione a quanto sopra aggiunge che nel mar mediterraneo è aumento il tasso di mortalità, tra gennaio e settembre 2018 ben 1.728 in tutto il Mediterraneo, di cui 3 su 4 (1.260) nella sola rotta tra Libia e Italia.
Le cause principali di queste morti è da ricercare nella scellerata politica della chiusura delle frontiere, in particolare a causa della diminuita capacità di ricerca e soccorso in mare provocata dalla delegittimazione ed esclusione delle navi di Ong impegnate in tali operazioni (ad esse era dovuto circa il 35% dei salvataggi). 
"L’Oim calcola che, su complessivi 40.000 migranti deceduti in mare in tutto il mondo dal 2000 ad oggi, quelli morti nella rotta italo-libica siano ben 22.400."(redattore sociale)


Attualmente l’Unhcr stima in 354.000 i richiedenti asilo (compresi quelli ancora privi di titolo formale o la cui domanda è sotto esame) e titolari di protezione internazionale o umanitaria presenti in Italia, lo 0,6% dell’intera popolazione del paese. Se per un verso il numero assoluto colloca l’Italia al terzo posto nell’Ue, dopo la Germania (1,4 milioni di richiedenti e titolari di protezione, con questi ultimi che da soli ammontano a circa 1 milione) e la Francia (400mila), l’incidenza sulla totalità degli abitanti - sottolinea l’edizione 2018 del Dossier - è in linea con la media comunitaria, al pari di quella della Francia e dei Paesi Bassi, ed è preceduta da vari paesi, come la Svezia (2,9%), l'Austria e Malta (1,9%), la Germania e Cipro (1,7%), la Grecia (0,8%), mentre non superano lo 0,1% tutti i “nuovi” Stati membri dell'Europa orientale (ad eccezione della Bulgaria, con lo 0,3%).

"Un tema che, tante volte, viene ricollegato ai migranti è quello del lavoro: in Italia c'è la paura che lo straniero possa "rubare il lavoro" ai cittadini che, in quanto italiani, lo meriterebbero di più. Questo assunto, che negli anni sta perdendo credibilità grazie a vari studi, è screditato anche dal dossier: nel 2017 gli occupati stranieri erano il 10,5% di tutti i lavoratori. I due terzi degli immigrati, in generale, ricoprono ruoli poco qualificati, principalmente nel settore dei servizi, dove il 67,4% dei posti è occupato da stranieri, o in quello dell’industria e dell’agricoltura, dove trovano impiego rispettivamente nel 25,6% e nel 6,1%. La percentuale più alta di stranieri però si trova nell'ambito dei collaboratori domestici e familiari: il 71%. In generale invece, proviene da un altro paese quasi la metà dei venditori ambulanti, così come più di un terzo dei facchini, il 18,5% dei lavoratori negli alberghi e nei ristoranti, un sesto dei manovali edili e degli agricoltori."(Fanpage)


Leonardo Cavaliere









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Dossier Statistico Immigrazione, tutti i numeri che smentiscono le Fake News

No, l'Italia non è invasa dai migranti!!! Con buona pace di tutti i divulgatori di fake news ed odio verso i migranti, alla domanda &q...
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