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Il 23 giugno il Capo del Dipartimento, Fabrizio Curcio, ha firmato una nuova ordinanza che introduce nuove disposizioni in favore della popolazione proveniente dall’Ucraina in Italia.

In particolare, il provvedimento intende allineare le disposizioni emergenziali sull’assistenza ai minori stranieri non accompagnati in considerazione di quanto stabilito nell’art. 31-bis del Decreto legge n. 21, convertito con legge 20 maggio 2022 n. 51. Questo articolo prevede che - nell’ambito delle misure assistenziali - il Commissario delegato per i minori non accompagnati, prefetto Francesca Ferrandino, riconosca il rimborso dei costi sostenuti, fino a un massimo di 100 euro al giorno pro capite ai Comuni che  accolgono  minori  non accompagnati provenienti dall’Ucraina nelle strutture autorizzate o accreditate e che sostengono gli  oneri relativi all'affidamento familiare dei minori. La legge n.51, di conversione del DL. n. 21, stanzia oltre 58 milioni di euro per attuare questa misura.

Nuove attività a supporto minori non accompagnati 
In considerazione di questa disposizione sono inoltre apportate modifiche al contributo di sostentamento, disciplinato dalla Ocdpc n. 881 del 29 marzo. Il contributo non è più previsto per l’adulto titolare della tutela legale o affidatario che potrà usufruire del beneficio introdotto dal Decreto-legge n. 21, che risulta più vantaggioso. Per accedere ai benefici previsti, il tutore legale e l'affidatario dovranno quindi rivolgersi al Comune seguendo le istruzioni che il Commissario delegato stabilirà. In conseguenza delle modifiche introdotte è  in corso di aggiornamento la piattaforma che consente di presentare domanda di contributo, dalla quale sarà eliminato il riferimento al tutore legale o all'affidatario. Con l'occasione saranno apportate ulteriori interventi per semplificare la presentazione della domanda.

(Fonte: Dpc)

Emergenza Ucraina: nuove misure per i minori non accompagnati

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Il 9 giugno il Consiglio dell'UE ha adottato le sue conclusioni sulla strategia dell'UE sui diritti del fanciullo, più di un anno dopo la presentazione della strategia da parte della Commissione.

Il Consiglio sottolinea l'importanza di proteggere i bambini in situazioni di emergenza (compresa la pandemia di COVID-19); e per i minori non accompagnati, invita gli Stati membri a garantire la rapida designazione di un tutore e il sostegno nella loro scolarizzazione e formazione professionale. 

Tuttavia, le questioni chiave relative ai minori nelle procedure di migrazione rimangono irrisolte: il Consiglio ribadisce l'attuale legislazione dell'UE che consente l'immigrazione di minori (sebbene il diritto internazionale ora indichi che i minori non dovrebbero mai essere detenuti) e si limita a menzionare l'interesse superiore del minore nei procedimenti giudiziari, mentre molte procedure di migrazione sono amministrative.

(fonte PICUM)

(Fonte Foto cirict.org) 

Il Consiglio dell'UE adotta conclusioni sui diritti del fanciullo

Il 9 giugno il Consiglio dell'UE ha adottato le sue conclusioni sulla strategia dell'UE sui diritti del fanciullo, più di un anno ...

L'Unicef, in occasione della giornata mondiale del rifugiato, 20 giugno, ricorda che nel 2021, a causa di confliti, violenze e altre crisi è stato registrato il numero più alto di bambini sfollati dalla seconda guerra mondiale.


Il numero di bambini che cercano di fuggire da conflitti, violenze e altre crisi è il più alto mai registrato, ha affermato venerdì l'UNICEF.

L'organizzazione ha affermato in una dichiarazione che 36,5 milioni di bambini sono stati costretti ad abbandonare le loro case nel 2021.

Il numero comprende 13,7 milioni di bambini rifugiati e richiedenti asilo e quasi 22,8 milioni di bambini sfollati a causa di conflitti e violenze.

I numeri non includono i bambini sfollati a causa di disastri climatici e ambientali, e nemmeno quelli sfollati nel 2022 o dalla guerra in Ucraina.

Il numero record è probabilmente attribuibile, afferma Unicef, ad un fenomeno di "crisi a cascata", dovuta all'acuirsi e al prolungamento di conflitti come in Afghanistan, Congo e Yemen.

"Non possiamo ignorare l'evidenza: il numero di bambini sfollati a causa di conflitti e crisi è in rapida crescita, così come la nostra responsabilità di raggiungerli", ha dichiarato il Direttore Generale dell'UNICEF Catherine Russell. "Spero che questo numero allarmante spinga in primo luogo i governi a evitare che i bambini siano sfollati - e quando sono sfollati, a garantire loro l'accesso all'istruzione, alla protezione e ad altri servizi essenziali che sostengono il loro benessere e il loro sviluppo ora e in futuro".

Negli ultimi 10 anni la popolazione di rifugiati nel mondo è più che raddoppiata e i bambini rappresentano circa la metà. Un dato seriamente preoccupante.

Oltre un terzo dei bambini sfollati si trova nell'Africa Subsahariana (3,9 milioni o 36%), un quarto in Europa e Asia centrale (2,6 milioni o 25%) e il 13% (1,4 milioni) in Medio Oriente e Nord Africa.

I bambini che sono stati costretti a lasciare le loro case corrono seri rischi per il benessere e la sicurezza, ha affermato l'UNICEF. Centinaia di migliaia di minori non accompagnati o separati sono esposti a tratta, sfruttamento, violenza e abusi. Delle vittime della tratta di esseri umani rilevate in tutto il mondo, i bambini rappresentano il 34%.

L' accesso a servizi essenziali come l'assistenza sanitaria, l'istruzione e la protezione, da parte dei bambini sfollati e rifugiati è in calo. Circa due terzi di tutti bambini rifugiati sono iscritti alla scuola primaria, mentre circa uno su tre degli adolescenti rifugiati frequenta la scuola secondaria.


L'Unicef, con questo appello, a cui minoristranierinonaccompagnati.blogspot.it si unisce, ha esortato gli Stati membri delle Nazioni Unite a rispettare i propi impegni nel difendere i diritti dei bambini sfollati e rifugiati.

In particolare chiede:

- il riconoscimento dei bambini rifugiati, migranti e sfollati, in primis, come bambini;

- garantire l'accesso ai servizi essenziali, tra cui l'assistenza sanitaria e l'istruzione;

- fine della detenzione per i minori migranti.

Leonardo Cavaliere

Unicef: 36,5 milioni di bambini sfollati nel 2021

L'Unicef, in occasione della giornata mondiale del rifugiato, 20 giugno, ricorda che nel 2021, a causa di confliti, violenze e altre cri...

Foto Save The Children
Accogliere tutti i minori migranti e non soltanto quelli ucraini. E' l'appello che Save The Children fa all'Europa presentando il secondo rapporto "Nascosti in piena vista" ,diffuso a pochi giorni dalla Giornata mondiale del rifugiato, che si celebra il 20 giugno, per documentare storie di minori soli e di famiglie in arrivo o in transito alla frontiera nord, a Trieste, Ventimiglia e Oulx, per denunciare le disparità di trattamento e chiedere la fine delle violenze lungo le frontiere. Save the Children chiede alla Commissione europea l'adozione di una Raccomandazione agli Stati Membri per l'adozione e l'implementazione di politiche per assicurare la piena protezione dei minori non accompagnati ai confini esterni ed interni dell'Europa e sui territori degli Stati Membri "Viaggi che durano mesi o anni, passando - spiega l'organizzazione - da uno Stato all'altro da 'invisibili', attraverso montagne, boschi, lungo i binari e superando confini violenti, macchiati di sangue, dove ragazzi e ragazze soli, a volte poco più che bambini, e famiglie con figli piccoli conoscono l'orrore delle percosse, dei cani aizzati contro, della morte dei compagni di viaggio, dentro e fuori l'Europa".

Come è successo a Javed, 17enne afghano, alla frontiera tra Turchia e Bulgaria: "I poliziotti hanno sguinzagliato il cane su di me, questo mi ha tirato e io mi sono messo a urlare perché mi aveva morso due volte il piede […]. Si radunavano attorno al fuoco a bere vino e ci facevano sdraiare nudi sulla schiena".

Javed durante il lungo percorso migratorio ha più volte filmato i suoi trasferimenti. "Questi video, uniti al dettagliato, empatico e sconvolgente racconto del viaggio che Javed ci ha rilasciato - sottolinea Save The Children - sono documenti fondamentali per fissare l'atrocità dei viaggi di minori non accompagnati e famiglie nel pieno del XXI secolo. Il suo lungo racconto dall'Afghanistan all'Italia passa per Pakistan, Iran, Turchia, Bulgaria (sono stati ben 23 i tentativi di superare il confine bulgaro, ovvero l'ingresso nell'Unione Europea), Serbia, Bosnia, Croazia, Slovenia, Italia". I respingimenti non si presentano all'ingresso in Italia a Trieste e dintorni, ma vengono registrati ancora alle frontiere con la Francia: il team di ricerca di Save the Children ha raccolto evidenze dirette di trattamento differenziato a seconda dei luoghi di transito. A Claviere un minore non accompagnato ha più probabilità di essere ammesso presentandosi direttamente alla polizia di frontiera francese, a Mentone invece viene segnalata ancora la pratica della polizia di modificare la data di nascita per fare risultare la persona maggiorenne e quindi espellibile tramite il refus d'entrée, il foglio di via. In ogni caso, se la frontiera francese rimane comunque permeabile, rimangono praticamente insuperabili gli accessi dall'Italia a Svizzera e Austria. La frontiera a Ventimiglia, per l'organizzazione, continua a essere uno dei posti peggiori per un migrante, un cono d'ombra dei diritti umani e una zona di affari per i trafficanti. "Chiediamo alle istituzioni europee e ai Paesi Membri di avere una voce univoca in materia di protezione dei minorenni" spiega Raffaela Milano, Direttrice dei programmi Italia Europa di Save the Children aggiungendo "chiediamo ai governi europei di astenersi dall'utilizzo di pratiche che erroneamente distinguono fra categorie di rifugiati" e "riteniamo fondamentale - conclude Milano - l'adozione di sistemi di monitoraggio delle frontiere, che permettano anche di perseguire i casi di violazione dei diritti umani" (Fonte ANSA).

 

Nascosti in piena Vista. Storie di minori soli e di famiglie in arrivo o in transito alla frontiera nord.

Foto Save The Children Accogliere tutti i minori migranti e non soltanto quelli ucraini. E' l'appello che Save The Children fa all&#...

 

L’IDMC (Internal Displacement Monitoring Centre) nell’ultimo report GRID2022 - Global Report on Internal Displacement dichiara che nel mondo vi sono circa 60 milioni di sfollati interni.

Un record assoluto che nel 2021 è aumentato di oltre 4 milioni di persone rispetto all’anno precedente.

Una cifra senza precedenti, risultato di nuove ondate di violenza e conflitti. In particolare, in paesi come l’Etiopia, l’Afghanistan, la Siria e la Repubblica Democratica del Congo.

L’IDMC (Internal Displacement Monitoring Centre), per chi non la conoscesse, è un'organizzazione internazionale non governativa fondata nel 1998 dal Norwegian Refugee Council a Ginevra. Si concentra sul monitoraggio e sulla fornitura di informazioni e analisi sugli sfollati interni nel mondo.

Il segretario generale del Norwegian Refugee Council ha dichiarato che la cifra record contenuta nel rapporto, oggi, è ancora peggiore, perché non tiene conto dei quasi 8 milioni di sfollati Ucraini.

Jan Egeland, aggiunge, rivolgendosi direttamente ai leader mondiali, di fare un importante cambio di passo per porre fine a questa inutile impennata di sofferenza per tanti uomini.

Il 2021, dopo l’anno record del 2020, ha alzato ancora di più l’asticella, incrementando di circa il 50% il numero dei rifugiati interni rispetto all’anno precedente.

L'Africa subsahariana è stata la regione più colpita, con più di cinque milioni di sfollati nella sola Etiopia, la cifra più alta di sempre per un singolo paese. La Repubblica Democratica del Congo, l’Afghanistan e anche il Myanmar hanno registrato un record senza precedenti.  ​​In Medio Oriente e Nord Africa gli sfollati interni, invece, sono diminuiti rispetto agli anni precedenti, ma il numero complessivo della regione rimane alto. Molto alto e preoccupante.


"La tendenza a rimanere sfollati per un lungo periodo non sarà invertita a meno che non siano stabilite condizioni sicure e sostenibili per gli sfollati interni, tali che possano tornare a casa, integrarsi a livello locale o reinsediarsi altrove", ha affermato la direttrice di IDMC, Alexandra Bilak.

La maggior parte degli spostamenti interni sono dovuti a cause climatiche.

Cicloni e inondazioni, in particolare, nelle aree densamente popolate dell’Asia e nelle isole del Pacifico.


Cina, Filippine e India hanno registrato le cifre più alte degli ultimi cinque anni, rispettivamente sei milioni, 5,7 milioni e 4,9 milioni.

In molti paesi, oltre al problema climatico si aggiungono conflitti e violenze che inducono le persone a fuggire anche più volte. Un esempio di questo sono gli sfollati di Mozambico, Myanmar, Somalia e Sud Sudan.

Il Covid-19 ha aggravato ancora di più le disuguaglianze e reso più precaria la vita degli sfollati interni.


Gravissimo e preoccupante è il dato dei minorenni sfollati nel mondo, 25,2 milioni, pari a circa il 42% di tutti gli sfollati interni nel mondo.

Gli effetti dello sradicamento di questi minori vanno oltre l’immediato bisogno di sicurezza, benessere e istruzione.

Sono necessari più dati per comprendere meglio l’impatto a lungo termine, ma è chiaro che proteggere e sostenere i bambini e i giovani sfollati non solo salvaguarda i loro diritti, ma contribuisce anche a un futuro più stabile per tutti.


I dati presentati nel REPORT mostrano che essere sfollati interni colpisce ogni aspetto della vita dei bambini, con impatti a cascata sulla loro sicurezza, nutrizione, salute, istruzione e aspirazioni per il futuro. Ad esempio, il forzato allontanamento dalla scuola può comportare perdite di apprendimento e ridurre le interazioni sociali con i coetanei. La mancanza di accesso a spazi sicuri aumenta la vulnerabilità  e i rischi, come i matrimoni precoci, la violenza e gli abusi, con conseguenze per il benessere fisico e la salute mentale dei bambini.

Il protrarsi per un lungo periodo di questa condizione può avere impatti a lungo termine, incluso il disimpegno dalla scuola, minori opportunità educative e professionali e una riduzione del reddito futuro, a sua volta aggravando la povertà intergenerazionale. Al contrario, la protezione dei bambini e dei giovani e la garanzia del loro apprendimento continuo e della loro salute possono contribuire al loro futuro sviluppo individuale, plasmando positivamente la società del futuro. 

Leonardo Cavaliere 

Clicca qui per il report GRID2022 - Global Report on Internal Displacement

Per approfondire  clicca qui

Foto: IDMC

25 milioni di minori sfollati interni nel mondo. Un dato preoccupante.

  L’ IDMC (Internal Displacement Monitoring Centre) nell’ultimo report GRID2022 - Global Report on Internal Displacement dichiara che ne...


Il presente Rapporto - realizzato da Borderline Sicilia sulla base di dati raccolti nel 2019 - fornisce una fotografia della situazione dei minori stranieri non accompagnati (MSNA) in Sicilia, regione che continua a registrare la loro maggiore presenza e il maggior numero di strutture ad essi dedicate, nonostante gli arrivi di migranti sul territorio nazionale sia in diminuzione dal 2017.

Nel corso di quest’ultimo periodo, i MSNA hanno assunto una rilevanza crescente all’interno dei flussi in arrivo in Italia, non solo dal punto di vista quantitativo, ma anche rispetto alle sfide che hanno posto al sistema di accoglienza. Nonostante la diminuzione degli arrivi e la ridotta presenza di MSNA sul territorio siciliano rispetto al passato, la qualità dei servizi offerti da parte dei comuni e dei centri di accoglienza non risulta essere migliorata, in quanto si continuano a riscontrare ritardi, carenze, violazioni e prassi illegittime.

Il presente lavoro fa riferimento alla situazione rilevata prima che scoppiasse la pandemia da Covid-19, la quale ha travolto ogni settore delle nostre vite, comprese quelle dei migranti presenti in Italia. Relativamente alla situazione dei MSNA, durante il periodo di lockdown fino a quello attuale, abbiamo rilevato che tutte le criticità descritte nel Rapporto, si sono acutizzate ed amplificate. I MSNA che arrivano in Italia in questo periodo vengono ristretti in strutture emergenziali utilizzate per il periodo di quarantena, in promiscuità con gli adulti e con tempi di permanenza che superano quelli previsti dai protocolli sanitari. Ciò accade perché tali strutture non sono idonee a questo tipo di profilassi e il sovraffollamento non permette che l’isolamento sanitario venga attuato in maniera corretta. Inoltre, il clima all’interno di queste strutture è stato - e nel momento in cui si scrive continua ad essere - caratterizzato da forti tensioni che sfociano anche in proteste, allontanamenti ed interventi delle forze dell’ordine incaricate di presidiare le strutture.

Ma le criticità rilevate in questi ultimi mesi riguardano anche la quotidianità nei centri per MSNA, in cui i precari equilibri descritti nel presente Rapporto sono del tutto saltati: procedure amministrative e processi di inserimento socio lavorativo risultano interrotti ed in molti casi cessati, i percorsi scolastici sono stati annullati, si sono registrati trasferimenti repentini e conseguenti sradicamenti. In molte strutture si è proceduto ad un confinamento che non è stato accompagnato dalla presenza costante di operatori, in assenza di spiegazioni chiare su quanto stava accadendo e sulle misure adottate e da adottare, con un crescente disagio tra i minori. Un altro rilevante dato riscontrato riguarda le difficoltà che i neomaggiorenni in uscita dai centri incontrano nella ricerca di un idoneo inserimento abitativo e socio lavorativo.

Metodo di ricerca

Da un punto di vista metodologico, il Rapporto si basa sulla rilevazione di dati qualitativi integrati con le informazioni quantitative ufficiali (Ministero dell’Interno, Tribunali per i Minorenni e Servizi Sociali), al fine di restituire un quadro completo del fenomeno, analizzato ed in linea con la tipologia di monitoraggio che Borderline Sicilia pratica da anni: un metodo di ricerca misto, capace di leggere simultaneamente le statistiche e i numeri ufficiali con le storie di vita e le testimonianze dirette delle persone protagoniste di queste esperienze.

Kawsu, 19 anni, Gambia

Arrivato a Pozzallo nel 2016, trascorre quattro mesi in un centro di prima accoglienza, nonostante abbia subito denunciato di aver subìto abusi sessuali. Nel centro si trova a convivere con ragazzi che lo insultano a causa della sua omosessualità. Finalmente viene trasferito in un centro di seconda accoglienza a Marsala, dove ottiene un permesso di soggiorno, ma non viene avviato ad un percorso scolastico. Kawsu si allontana spesso dal centro per andare a lavorare in campagna, ma nessuno degli operatori se ne interessa. Nel frattempo, a causa di problemi economici, il centro di seconda accoglienza chiude e Kawsu - senza alcun preavviso - viene trasferito in una comunità in provincia di Siracusa, sradicato dall’unico contesto che conosceva. Così decide di andare a vivere nei ghetti in campagna tra Marsala e Campobello di Mazara, dove lo abbiamo incontrato. Kawsu è costretto a lavorare per mantenere i suoi 5 fratelli rimasti in Gambia. È consapevole che vivendo per strada rischia di perdere tutto, ma sostiene che vivere nelle comunità non è servito a niente, quindi preferisce essere invisibile ma almeno avere qualche euro in tasca.

Linee di analisi

I profili giuridici, sociali ed educativi sono le linee di analisi con cui Bordeline Sicilia ha esaminato i dati e le informazioni raccolte sul campo, cercando di restituire la complessità dei percorsi sociali e amministrativi dei MSNA in Sicilia.

Rispetto al percorso amministrativo, la ricerca si focalizza sulle tipologie di permessi di soggiorno rilasciati ai MSNA, sui cambiamenti avvenuti a seguito dell’introduzione del cd. Decreto Sicurezza che ha abolito il permesso di soggiorno per motivi umanitari, rilevando tempistiche e modalità penalizzanti di accesso alle procedure e sottolineando le problematiche legate al raggiungimento della maggiore età. Il Rapporto verifica, inoltre, l’effettiva applicazione di alcune delle misure di tutela riguardanti i MSNA volute dalla legge Zampa: l’approccio multidisciplinare volto alla verifica dell’accertamento dell’età, il ruolo del tutore volontario e le prassi relative al prosieguo amministrativo.

Vengono inoltre esaminati i contesti di accoglienza dei minori: la scarsa o assente offerta socio-educativa, la difficoltà di un reale inserimento lavorativo, l’assistenzialismo che si sovrappone all’efficacia delle misure di interazione con il tessuto sociale attraverso l’infantilizzazione dei minori in procinto di raggiungere la maggiore età, l’inadeguatezza dei servizi dedicati a fronte dei profili socio-psicologici che il minore presenta.

L’analisi del numero di presenze di MSNA in Sicilia rispetto a quelli delle altre ragioni ha evidenziato che la maggior parte dei minori che ha compiuto 18 anni nel 2019 si trovava in Sicilia, facendo emergere l’esigenza di prevedere un particolare focus sul monitoraggio della condizione dei neomaggiorenni e sulla effettività di inserimento nel tessuto socio lavorativo al quale erano stati avviati da minori.

Criticità

- A più di tre anni dalla sua entrata in vigore, le norme introdotte dalla legge Zampa appaiono ancora disattese sotto diversi punti di vista e risultano ancora in vigore prassi radicate che violano i principi cardine posti a fondamento della riforma del 2017. Non tutte le aziende sanitarie provinciali si sono dotate di un’equipe multidisciplinare per l’accertamento dell’età. Soltanto i minori che godono di un’effettiva presa in carico da parte delle figure di prossimità (tutore, Servizi Sociali, ente gestore) possono beneficiare del prosieguo amministrativo, istituto che garantisce al MSNA di portare a termine dopo il compimento dei 18 anni il percorso di autonomia intrapreso. La formazione di base sufficiente all’iscrizione negli elenchi dei tutori volontari non permette a chi ricopre tale ufficio di acquisire le competenze necessarie per accompagnare adeguatamente il MSNA nel processo di inserimento nel tessuto sociale e nelle procedure amministrative (rilascio e conversione del permesso di soggiorno, iscrizione scolastica e al SSN).

- Il percorso amministrativo dei MSNA è reso difficoltoso da numerose prassi illegittime - che spesso variano da provincia a provincia - poste in essere dalla Pubblica Amministrazione. Spesso l’iter per il rilascio del permesso di soggiorno per minore età e per la sua conversione diventa un percorso ad ostacoli a causa della richiesta di documenti non previsti dalla legge.

- Il sistema di presa in carico e tutela dei MSNA, che coinvolge diversi attori istituzionali, non risulta capace di monitorare le strutture di accoglienza in modo effettivo ed efficace a causa della frammentazione delle competenze a livello locale e centrale, e che variano a seconda della tipologia di centro di accoglienza.

- Gli enti gestori delle strutture di accoglienza, anche a causa del taglio e dei ritardi nell’erogazione dei fondi, non dispongono di figure professionali qualificate (operatori legali, mediatori linguistico-culturali, psicologi) per l’erogazione dei servizi per i minori. Ciò impedisce che i percorsi di inserimento socio lavorativo programmati per ciascun minore vengano realmente avviati o portati a compimento. Inoltre, in Sicilia le borse lavoro e le altre forme di tirocini formativi retribuiti o rimborsati sono troppo spesso utilizzate da parte delle aziende - a volte con la connivenza dell’ente gestore del centro - come escamotage per impiegare manodopera a basso costo, anziché come reale occasione di inserimento lavorativo del minore o del neomaggiorenne.

- Molti dei centri di accoglienza per MSNA hanno sede fuori dalle aree urbane, acuendo le difficoltà nell’accesso ai servizi di alfabetizzazione e istruzione (CPIA), di formazione (scuola media superiore) o di inserimento lavorativo che garantiscano al minore l’iscrizione ai corsi, la continuità della frequenza e l’accesso al mondo del lavoro.

- Il clima di intolleranza e razzismo che le politiche dei governi ha contribuito a diffondere colpisce tutti gli stranieri presenti in Italia, e la discriminazione - da parte delle istituzioni o del comune cittadino - non si ferma nemmeno di fronte ai minori. Anche in Sicilia si registra un forte aumento di casi di razzismo, di discriminazione e di odio razziale verso stranieri e migranti nel corso del 2019. A Messina, per esempio, si verificano frequenti episodi di razzismo nei confronti dei ragazzi che si spostano dalle strutture di accoglienza per recarsi a scuola o nel centro cittadino.

Mamadou, 17 anni, Senegal

Mamadou appare come un ragazzo piccolo e timido. Arrivato a Pozzallo nel 2014, si è dichiarato maggiorenne perché totalmente inconsapevole della sua reale età anagrafica (11 anni). Mamadou, in Senegal, non aveva mai frequentato la scuola ed era stato vittima di violenze e abusi domestici che gli avevano provocato dei gravi danni all’udito. Nonostante il suo aspetto fisico palesemente infantile e nonostante la Commissione Territoriale di Siracusa gli avesse chiesto il consenso per procedere all’accertamento dell’età, tale esame non è mai stato espletato. Mamadou, nel frattempo, viene ospitato in un CAS per adulti e poi trasferito in un centro SPRAR, senza che nessun operatore si sia mai posto dubbi sull’effettiva età del ragazzo. Soltanto una persona conosciuta fuori dalla struttura di accoglienza si è interessata, ponendo dubbi sulla sua maggiore età ed aiutandolo a reperire il certificato di nascita, tramite l’ambasciata senegalese, dal quale è emerso che Mamadou era ancora sedicenne. Dopo la segnalazione alla Procura del Tribunale per i minorenni di Catania, adesso Mamadou vive in un centro per minori ed è seguito da un tutore e dai ServiziSociali.

Conclusioni e raccomandazioni

Il presente Rapporto mostra come il complesso di criticità rilevato impedisce il pieno esercizio dei diritti dei minori, nonché la loro partecipazione alla vita pubblica come cittadini.

In linea con numerosi studi e monitoraggi condotti negli ultimi anni, dal Rapporto emerge come attualmente persiste un sistema di accoglienza che trascura diritti, bisogni e prospettive dei MSNA che abbandonano i paesi di origine per fuggire da deprivazioni economiche, sociali e culturali, e che, giunti in Italia, corrono il rischio di imbattersi in analoghe mancanze.

Borderline Sicilia, pertanto, raccomanda alle autorità competenti:

- di aggiornare le procedure in atto presso le Pubbliche Amministrazioni in ottemperanza alle linee guida della legge Zampa, con particolare riferimento all’affido familiare, e di facilitare lo svolgimento delle funzioni dei tutori volontari, attraverso la previsione di una formazione continua;
- il ricorso al prosieguo amministrativo in tutti i casi in cui il minore è stato avviato all’inserimento scolastico o lavorativo dopo il compimento di 16 anni;
- una centralizzazione della cabina di regia del sistema di accoglienza dei MSNA che uniformi le responsabilità istituzionali, con riferimento a qualsiasi tipologia di centro di accoglienza, e il potenziamento delle funzioni del Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, al quale dovrebbe essere affidato il monitoraggio delle misure di accoglienza e di tutela adottate nell’interesse del minore;
- la previsione di criteri più selettivi nell’affidamento della gestione dell’accoglienza;
- l’apertura dei centri di accoglienza presso località in cui siano fruibili i servizi essenziali ai MSNA per facilitare la costruzione di percorsi integrati di formazione e inserimento lavorativo, necessari per accompagnare i minori verso l’autonomia;
- il rafforzamento dell’organico dei Servizi Sociali presso gli enti locali, in rapporto al numero di MSNA che possono essere accolti sul territorio comunale;
- l’adozione di misure di prevenzione volte a sensibilizzare i giovani contro ogni forma di razzismo e discriminazione, nonché la creazione di osservatori locali sull’effettività dell’accesso ai servizi essenziali e ai diritti fondamentali (alloggio, lavoro, scuola, assistenza sanitaria) da parte dei MSNA e dei neomaggiorenni.

La disamina delle criticità del sistema di tutela del MSNA svolta nel Rapporto mette in luce come l’abbandono dei percorsi di protezione sia una conseguenza diretta delle carenze strutturali del sistema di accoglienza e di protezione. La caduta nei circuiti della criminalità e dello sfruttamento lavorativo e sessuale ne rappresenta spesso il tragico epilogo, contestualmente alla fine delle aspirazioni progettuali del minore che lo avevano determinato ad intraprendere il proprio percorso migratorio.

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Vite ai margini. I MSNA in Sicilia, tra esigenze di tutela e miraggi di protezione Un rapporto realizzato da Borderline Sicilia

Il presente   Rapporto   - realizzato da   Borderline Sicilia   sulla base di dati raccolti nel 2019 - fornisce una fotografia della situazi...
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