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Alla vigilia del vertice Europa - Turchia in cui si lavorerà sui dettagli di quanto emerso nel precedente vertice del 7 marzo 2016. L'intesa proposta da Ankara, e oggetto di discussione tra i Ventotto, prevede un ritorno in Turchia di queste persone, con l'impegno del governo turco di rimandarli nel loro paese di origine. Per quanto riguarda i siriani, che fuggono dalla guerra civile nel loro paese, l'accordo proposto dalla Turchia prevederebbe una specie di scambio alla pari. I siriani arrivati in Grecia verrebbero rimandati in Turchia, mentre quelli già in Turchia verrebbero ricollocati in Europa. L'obiettivo dell'operazione è di convincere i migranti provenienti dal Vicino Oriente a non fare la traversata del Mediterraneo verso l'Europa. Nel contempo, la Turchia vorrebbe anticipare i viaggi in Europa senza visto dei suoi cittadini, prevedendo l'entrata in vigore della misura già in giugno.

#Minoristranierinonaccompagnati presenta il Reportage "Un Viaggio nel Cuore della Rotta Balcanica" degli amici Anna Clementi e Diego Saccora




https://drive.google.com/file/d/0B4vv5LpKd4mZV1ZEMERCMW14V1E/view?usp=sharing

Un Viaggio nel Cuore della Rotta Balcanica

Alla vigilia del vertice Europa - Turchia in cui si lavorerà sui dettagli di quanto emerso nel precedente vertice del 7 marzo 2016. L'...
Con la chiusura della rotta balcanica quali rotte si aprono per i profughi? 

La prima rotta che potrebbe aprirsi è quella albanese, già conosciuta ed utilizzata 25 anni fa,  che porterebbe dritti verso le coste italiane attraverso l'Albania o il Montenegro.

Secondo il giornale tedesco Süddentsche Zeitung i trafficanti hanno già iniziato ad offrire su Facebook  alla cifra di 6000-7000 euro “pacchetti viaggio” che prevedono la tratta Turchia – Grecia – Albania e Italia. La prima tratta sarebbe dalla Turchia all’isola greca di Lesbo .
Successivamente, con il traghetto fino ad Atene per poi proseguire alla volta di Durazzo e/o  Valona in Albania.

L’Albania nella fuga verso i Paesi dell’Europa centrale e settentrionale rappresenta l’unico confine senza recinzioni.  


Una volta arrivati ​​lungo le bellissime spiagge albanesi, restano da fare le circa 45miglia nautiche che li separano dalle coste pugliesi. I rifugiati sarebbero imbarcati su motoscafi, gommoni o barconi verso lo stretto di Otranto.

Su quella che potrebbe essere la più probabile nuova via di fuga dei profughi, la rotta albanese, è utile fare delle precisazioni.
Il Primo Ministro, Edi Rama, circa una settimana fa, ha dichiarato "Non abbiamo intenzione di aprire le frontiere ai rifugiati".
Tuttavia, in pratica, l'Albania non può sigillare il suo confine lungo e montuoso con la Grecia, che presenta diversi sentieri percorribili. Un funzionario del ministero dell'Interno albanese ha dichiarato a balkaninsight.com che l’Albania avrebbe forte difficoltà a ricevere  un afflusso di migranti su larga scala, anche perché  mancano le strutture  per ospitare i rifugiati. 

Il rappresentante dell'UNHCR in Albania, Marie-Helene Verney, ha dichiarato che l'Albania deve prepararsi per tempo a gestire il flusso umano che sta per raggiungerla, in accordo con il rispetto  dei diritti umani.
"Alla luce dei recenti sviluppi lungo la rotta dei Balcani, è importante che tutti gli Stati siano pronti a far fronte al possibile afflusso,  al fine di ridurre al minimo le sofferenze ", Verney ha aggiunto "UNCHR è pronta ad assistere il governo nella preparazione per il possibile arrivo di migranti e rifugiati nel suo territorio".

Da parte sua l’Italia ha inviato, in questi giorni, a Tirana il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega agli Affari Europei Sandro Gozi, per approntare insieme all'esecutivo albanese un piano di emergenza per fronteggiare l'eventualità delle partenze dei profughi dalla coste albanesi. "L'intesa con l'Albania è storicamente solida, anche in considerazione dell'emergenza migratoria e delle possibili deviazioni sulla rotta adriatica - ha spiegato Gozi a margine dell'incontro con il primo ministro albanese Rama e il presidente del parlamento Ilir Meta - Confidiamo di formalizzare un memorandum d'intesa nei prossimi giorni per favorire lo scambio d'informazioni e intensificare la collaborazione operativa".
In particolare l'Italia ammetterà l'Albania ai pattugliamenti in mare nell'ambito dell'operazione Triton e fornirà al Paese delle aquile ulteriori mezzi per controllare le frontiere, sia sulle montagne dell'Epiro che in mare.

Io credo che i primi profughi arriveranno in queste ore in Albania. Infatti, se nella giornata dell’8marzo il numero ufficiale di rifugiati presenti in Grecia era di circa 36.400, a distanza di nemmeno  24 ore, il numero di immigrati è diminuito di 2.226 unità. Siccome i nuovi continuano ad arrivare nel paese al ritmo di 1500 al dì, ecco che oltre duemila scomparsi potrebbero essere già fuggiti alla volta della  rotta albanese, e quindi prossimi all'arrivo in Italia.

La seconda tratta, Turchia – Italia, prevede l’utilizzo delle c.d. navi fantasma in partenza dalla città portuale turca di Mersin, così come sperimentato il 31 dicembre 2014 con la nave Blue Sky M, su cui viaggiavano 796 migranti siriani, che hanno raggiunto il Salento dopo un lungo viaggio, durato dieci giorni. In quell’occasione i trafficanti hanno impostato la rotta e il pilota automatico per raggiungere le acque italiane  sperando di essere intercettati e soccorsi. Questo modello di traffico è stato sperimentato anche dai trafficanti indiani con i rifugiati birmani di etnia Rohingya.

Un’altra opzione disumana  che potrebbe essere utilizzata dai trafficanti, già ampiamente utilizzata nella rotta Nigeria – Rotterdam, è quella di rinchiudere i profughi in Container e trasportarli su navi cargo verso l'Europa.


Una terza tratta potrebbe essere quella dal Libano verso Cipro. Questo itinerario ad oggi non è mai stato sfruttato. Il viaggio sarebbe tutt’altro che facile e i rifugiati sarebbero costretti a trascorrere alcuni giorni in mezzo al mare.


Il quarto percorso , sarebbe quello di dirottare tutti i profughi in Libia alla volta di Lampedusa, più lungo e pericoloso sia via terra che via mare, come le cronache dei tanti naufragi ci hanno raccontato.

LEONARDO CAVALIERE

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Quali nuove rotte si apriranno per i profughi?

Con la chiusura della rotta balcanica quali rotte si aprono per i profughi?  La prima rotta che potrebbe aprirsi è quella albanese ,...
Alla data del 31 dicembre 2015, più di 977,550 persone sono arrivate in Europa via mare secondo l'UNHCR. 243.140 sono bambini. Circa il 94% sono arrivati ​​attraverso la Grecia e meno del 6 per cento sono sbarcati in Italia. Più della metà di questi bambini è entrato in Europa tra ottobre e dicembre 2015.


Il tragico incidente del 10 dicembre, nel Mar Egeo, quando un padre siriano ha perso i suoi 7 figli e la moglie nel tentativo di raggiungere l'Europa, è solo un esempio dei pericoli che i bambini c.d. On The Move sono costretti a sopportare. Finora questo anno, più di 300 bambini hanno perso la vita nel Mediterraneo orientale secondo OIM.
La percentuale di bambini che hanno attraversato il confine tra la Grecia e l'ex Repubblica Jugoslava di Macedonia è aumentata dal 9 per cento nel mese di giugno al 35% nelle prime due settimane di dicembre.
Nelle ultime due settimane, una media di 1.076 bambini ha attraversato, ogni giorno, la c.d. rotta dei Balcani occidentali. A partire dalla fine di novembre 2015, 32.180 minori non accompagnati hanno fatto domanda di asilo nella sola Svezia, questo numero rappresenta il 40% in più rispetto al numero totale dei minori stranieri non accompagnati che hanno richiesto asilo in tutta l'UE nel 2014.


Il processo di relocation dalla Grecia e l'Italia verso altri Stati membri dell'UE è fermo a soli 212 ricollocati (38 dei quali bambini), mentre il piano prevede 40.000 ricollocazioni, evidenza di un progetto fallimentare e inadeguato più volte denunciato sulle pagine di questo blog.
Il complesso clima politico europeo, la mancanza di informazioni, la mancanza di efficaci sistemi di accoglienza per migranti, così come le nuove barriere fisiche alzate ai confini Ungheresi e alle frontiere tra Slovenia e Croazia, Grecia e Macedonia lasciano i minori rifugiati e le loro famiglie in una grande incertezza circa il loro futuro. A questo si aggiunga la folle distinzione, senza alcuna base giuridica, anzi in aperta violazione della Convenzione di Ginevra, tra migranti rifugiati in base alla nazionalità e migranti economici.



LEONARDO CAVALIERE

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La Situazione dei Minori migranti nel 2015.

Alla data del 31 dicembre 2015, più di 977,550 persone sono arrivate in Europa via mare secondo l'UNHCR . 243.140 sono bambini . Circa...
Lungo la rotta dei Balcani per la prima volta, quest'anno, si registrara un calo degli sbarchi in Grecia (nel mese di novembre circa 140.000 persone hanno raggiunto l’Europa via mare. Ad ottobre erano state 220 mila), anche a causa delle condizioni meteorologiche, ma sale l’allarme per il numero di minori in arrivo, molti dei quali non accompagnati. Lungo la rotta balcanica le autorità macedoni hanno registrato 15mila minori non accompagnati a partire dalla metà di giugno.
L’Unicef sottolinea che il numero di donne e bambini continua ad aumentare.

“Questa per noi è una sorpresa” spiega la portavoce Sarah Crowe. “Possiamo solo immaginare che sia indice della disperazione delle famiglie. Quando porti con te tutta la tua famiglia, significa che non hai scuole per i tuoi figli, non hai rifugi adeguati, non sai cosa ti attende e questo ti spinge a chiuderti la porta alle spalle.”


L'alto commissariato dell'ONU dichiara che in novembre il numero è diminuito di oltre un terzo rispetto a ottobre, e secondo il portavoce William Spindler, «è la prima volta dall’inizio del 2015 in cui si registra realmente una riduzione nei confronti del mese precedente». Si è passati infatti da 220.535 nuovi arrivi a circa 140mila, con un calo pari al 36,5 per cento.
«È una contrazione considerevole», ha osservato il portavoce dell’agenzia Onu, «anche se le cifre restano comunque molto elevate». Secondo Spindler, le cause andrebbero individuate nelle condizioni meteorologiche avverse, specie nell’Egeo, ma anche nel giro di vite intrapreso dalle autorità turche contro trafficanti e scafisti. Dall’inizio dell’anno in territorio europeo, si sono registrati in tutto 3.515 decessi, sempre più bambini. E' di pochi giorni fa la notizia di una bambina siriana di 4 anni è annegata ieri mattina durante uno sbarco di migranti sull’isola greca di Kastellorizo e si aggiunge ai 90 minori annegati in ottobre (1 su 5 aveva meno di due anni) mentre cercavano di raggiungere la Grecia. Solo la settimana scorsa i minori morti sono stati nove.


I protagonisti del flusso sono ormai per oltre la metà bambini e donne. Il 52% dei migranti e rifugiati che arrivano in Europa sono donne e bambini, contro il 27 per cento di poco tempo fa.

Rotta Balcanica, in aumento donne e bambini.

Lungo la rotta dei Balcani per la prima volta, quest'anno, si registrara un calo degli sbarchi in Grecia (nel mese di novembre circa...
Non solo Aylan. Sono oltre 700 i bambini che cercando di attraversare il mediterraneo sono morti. E' notizia di poche ore fa che al largo dell'isola di Kos è naufragato un altro gommone di migranti, fra le vittime 3 bambini, 5 donne e 1 uomo. Questa è la tragica cronaca, che, purtroppo quotidianamente siamo costretti a raccontare. Sono 215mila i minori che nel 2015 hanno cercato asilo in Europa; Unicef Italia lancia la petizione "Indignamoci" per i diritti di questi bambini in pericolo.

Nel 2015, 700 Bambini sono morti nel tentativo di attraversare il Mediterraneo ed il Mar Egeo. "Questi bambini, come i nostri figli, hanno diritto a crescere sani, a giocare, ad andare a scuola, ad avere un futuro" sostiene l'Unicef.
 
L'Unicef diffonde i dati dei bambini rifugiati in Medio Oriente e nei paesi africani. "Più di 2 milioni di bambini rifugiati hanno trovato riparo in Egitto, Iraq, Giordania, Libano e Turchia. In Iraq, 1,3 milioni di bambini sono sfollati. Nello Yemen, 2,3 milioni di bambini sono sfollati e 573 sono stati uccisi negli ultimi 6 mesi. In Sud Sudan più di 1 milione di bambini sono sfollati a causa del conflitto. In Nigeria, Camerun, Niger e Chad, 1,4 milioni di bambini sono stati costretti a lasciare il loro paese a causa del gruppo armato di Boko Haram".

Per quelli che riescono ad arrivare in Europa, denuncia l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), ci sarebbero abusi ai danni di donne e minori migranti, conferma di quanto denunciato su questo blog nell'articolo "Rotta dei Balcani, l'Inferno dei Profughi tra pestaggi e respingimenti"

"In questi mesi è mancata un’adeguata accoglienza dei rifugiati che, per il 30% sono donne e bambini, minori anche molto piccoli. Quindi l’esposizione ad abusi è molto concreta. Abbiamo anche ricevuto alcune testimonianze molto preoccupanti. Sono persone che sono scappate da guerre, o da contesti comunque molto violenti e che, non avendo un modo legale per arrivare in Europa, hanno dovuto pagare dei trafficanti, esponendosi in alcuni casi anche a gravissimi abusi."@CarlottaSami
Una delle maggiori preoccupazioni evidenziate nell'intervista di Radio Vaticana a Carlotta Sami, portavocedell'UNHCR, è il prossimo inverno che dovranno affrontare decine di migliaia di migranti in Europa e  milioni di sfollati in Siria, preoccupazione più volte denunciata dalla c.d. rotta balcanica in questo articolo "Minori Stranieri Non Accompagnati in Europa ad alto rischio di sfruttamento"


"L’inverno dell’anno scorso è stato particolarmente freddo per oltre quindici milioni di rifugiati tra Siria, Libano, Giordania e Iraq. Questo – purtroppo – ci ha posto di fronte a tragedie immani, in cui anche bambini di pochi giorni non ce l’hanno fatta. Siamo molto preoccupati per il freddo e, già da alcune settimane, abbiamo cominciato i preparativi per mettere al riparo le famiglie che vivono in condizioni già molto precarie in questi Paesi. Siamo anche molto preoccupati per ciò che il freddo potrà fare a quei rifugiati che stanno arrivando in Europa. @CarlottaSami
La situazione sarebbe gestibilissima: stiamo parlando di alcune centinaia di migliaia di persone, circa 600.000. Siamo contenti che il Vertice abbia deciso alcuni piani, come la messa a disposizione di circa 100.000 posti in accoglienza, a cominciare dalla Grecia. Ma siamo stati molto chiari nel dire che noi siamo già lì da mesi a supportare qualsiasi azione, a supportare l’accoglienza – abbiamo oltre 400 colleghi che sono in Europa dell’Est, a cominciare dalle isole greche – ma bisogna fare tutto questo immediatamente. L’anno scorso, anche su quella rotta purtroppo abbiamo avuto dei morti."


LEONARDO CAVALIERE
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Non solo Aylan. Oltre 700 bambini morti nel tentativo di raggiungere l'Europa.

Non solo Aylan . Sono oltre 700 i bambini che cercando di attraversare il mediterraneo sono morti. E' notizia di poche ore fa che al l...



Europa 2015. Un treno si ferma, centinaia di persone vengono scortate dalla stazione dentro ad un campo. Di seguito ospitiamo la testimonianza di Diego Saccora dal confine tra Slovenia ed Austria.


Ci si vergogna a sentire il freddo negli zero gradi sfiorati fuori dalla "no man's land", lingua di terra tra la frontiera slovena di Sentilj e quella austriaca di Spielfeld. Di fronte famiglie, uomini e donne, anziani, disabili. bambini, adolescenti e infanti.Un papa' cambia il pannolino al figlioletto steso a terra mentre a lato un'altra famiglia si scalda attorno ad un fuoco acceso usando rami freschi di aghifoglie e vari materiali plastici. Un mix di fumi e diossina che rende l'aria irrespirabile. Terra di nessuno e di tutti. recintata ma all'accesso "libero" per il dialogo con chi è lì, costretto da decisioni politiche e tempistiche scoordinate tra le due parti in causa.








































Da un lato il campo sloveno che deve essere liberato per far entrare i nuovi arrivi provenienti da altre aree di concentramento, dall'altro il campo austriaco al quale vengono fatti accedere gruppi numericamente inferiori a quanti attendono fuori dalla cancellata, mentre chi già si trova all'interno aspetta la chiamata per salire su un autobus con destinazione la Germania. Il risultato è che centinaia di anime rimangono ad attendere per ore, In piedi al gelo e senza ricevere alcun sostentamento perchè ufficialmente non di competenza nè dell'uno nè dell'altro versante, come se l'umanità fosse un interruttore.


Il tutto sotto gli occhi - unica parte lasciata visibile dei volti coperti da sciarpe, mascherine antibatteriche e passamontagna - dei militari imbraccianti lucidi mitra che assomigliano più a cannoni in miniatura. La migliore accoglienza per persone che portano negli sguardi e nei racconti scene di guerra.


Diego Saccora

Migranti nella Terra di Nessuno tra Slovenia ed Austria

Europa 2015. Un treno si ferma, centinaia di persone vengono scortate dalla stazione dentro ad un campo. Di seguito ospitiamo la testimon...
 Dopo il Caos di questi ultimi giorni al confine tra Austria e Slovenia lo spettro di un nuovo muro antimmigrati si fa sempre più concreta.
Migliaia di persone, come era facile immaginarsi, si sono spinte dalla frontiera tra Croazia e Slovenia. Ad attendere i migranti un cordone di polizia e barriere metalliche per impedire il passaggio. I migranti hanno forzato le reti per continuare il loro cammino verso l'Europa del Nord.


Al campo di transito di Šentilj, una piccola città di 8mila abitanti, al confine sloveno-austriaco, centinaia di migranti e profughi, molti con bambini in braccio, hanno sfondato le barriere metalliche dopo ore di attesa al freddo e sotto la pioggia. La situazione si è poi calmata dopo che ad alcune centinaia di migranti è stato consentito di entrare in Austria. In altri campi di accoglienza ci sarebbero state anche risse e scontri.
La Polizia austriaca ha affermato che il numero di rifugiati nell'area di confine sono circa 7.000. I rifugiati hanno raggiunto il campo di Sentilj mediante l'uso dei treni messi a disposizione delle autorità Slovene.

Circa 105.000 rifugiati sono entrati in Slovenia nelle ultime due settimane.  Sono persone in fuga da guerre e povertà e, provengono perlopiù da Medio Oriente, Asia e Africa.
La situazione sta diventando incandescente, Babar Baloch, uno dei portavoce dell’Agenzia ONU per i rifugiati che da settimane si trova nei Balcani, ha confermato la teoria avanzata su questo blog nei giorni scorsi: che cioè il flusso verso l’Europa non sta ancora diminuendo, come invece accade ogni anno con l’arrivo dell’inverno e del cattivo tempo.


Baloch ha spiegato che ogni giorno stanno arrivando circa settemila persone nei Balcani dalla Grecia, e che «è difficile prevedere ora se e quando il numero dei rifugiati che stanno arrivando in Europa è destinato a scendere». 

La Rotta dell'Italia Nord Orientale.
Vista la situazione facciamo appello nuovamente all'Europa affinchè prenda una seria decisione su come affrontare la crisi dei Rifugiati. L'atteggiamento di chiusura da parte dell'Austria, deve suonare come campanello d'allarme per l'Italia. Perchè il flusso di migranti momento in cui trovasse la "porta chiusa" dell'Austria e della Slovenia si riverserebbe inevitabilmente verso l'Italia. Il bel paese è quindi avvertito!!! Bisogna muoversi per tempo nell'approntare un piano concreto e fattibile di accoglienza nei confini Nord Orientali.

Altra strada è quella albanese c.d. Rotta albanese.

Dalla Turchia alla Grecia gli sbarchi non si arrestano e dal Pireo la catena di migranti continua a dirigersi a Nord attraverso Serbia, Bosnia-Erzegovina, Croazia e Slovenia.Le rotte dei migranti si piegano ma non si spezzano, è fisiologico. I muri rallentano ma non risolvono. Dalla metà del 2015 le barriere spinate tra la Bulgaria e la Turchia hanno dirottato il flusso verso la Grecia. Dopo migliaia di ingressi giornalieri ora anche la Slovenia e l'Austria progettano la costruzione di un muro al confine meridionale.


È molto probabile, a questo punto, che nei prossimi mesi dalla Grecia la rotta balcanica possa spostarsi ancora più a Ovest (Bulgaria, Romania, Repubblica Ceca e Slovacchia sono un blocco compatto con Orban, al quale potrebbero aggiungersi anche  Slovenia e Austria), verso l'Albania.

Rifugiati: Crisi al confine tra Austria e Slovenia. Quali strade si apriranno?

 Dopo il Caos di questi ultimi giorni al confine tra Austria e Slovenia  lo spettro di un nuovo muro antimmigrati  si fa sempre più concre...
"L'unico obiettivo di questo lungo viaggio è fuggire dalla guerra affinchè possiamo iniziare una vita in un paese sicuro”, dice Shaker Abara, 37 anni, di Homs, Siria, mentre era in attesa, a Berkasovo, di attraversare il confine tra Serbia e Croazia.

Aggiunge "La cosa più difficile è stato quando abbiamo lasciato la Turchia su un gommone. C'erano 38 persone a bordo, tra cui molte donne e bambini. Per fortuna siamo arrivati tutti in Grecia. Ora siamo in Europa e ci sentiamo già in qualche modo sicuri”. Di Shaker Abara e di tutti gli altri rifugiati si è discusso al mini vertice tra UE e leader dei Paesi Balcanici.

Oggi nel Mini Summit l’Unione Europea e i leader dei paesi balcanici coinvolti nella c.d. Crisi dei Rifugiati  si sono riuniti per individuare una Soluzione duratura.


L'incontro già dalla vigilia, ancora una volta, ha messo in evidenza una spaccatura in Europa su come gestire la crisi. Una divisione di vedute tra coloro che vedono la crisi principalmente come un problema di sicurezza delle frontiere e quelli che la vedono soprattutto come una sfida umanitaria. Mentre ieri il primo ministro croato Zoran Milanovic ha dichiarato, riferendosi al piano presentato dall’ UE «Non è possibile, chi ha scritto questo non capisce come funzionano le cose, forse questa persona è stata appena svegliata da un lungo sonno”.
L'incontro arriva dopo che la Bulgaria, la Romania e la Serbia hanno avvertito che non avrebbero permesso di diventare una "zona cuscinetto" per le decine di migliaia di transitanti verso l’Europa.

Tutti e tre i paesi hanno dichiarato di essere pronti, se la Germania e l'Austria e altri paesi chiuderanno le frontiere, a chiudere i loro confini.

Negli ultimi mesi, la Serbia ha fatto da cuscinetto all’UE lungo la rotta balcanica, ha lasciato passare i migranti provenienti dalle coste Greche e diretti nel Nord Europa, sul proprio territorio,
Nell’intervista rilasciata stamani alla Bild, Juncker ha dichiarato che le decisioni prese nel vertice vincoleranno tutti gli attori in gioco.


Due giorni fa auspicavamo tra le righe di questo blog che, con l'inverno alle porte, venisse trovata una soluzione condivisa, duratura, perchè il rischio sarebbe stato un disastro umanitario nel caso in cui le varie nazioni Europee avessero bloccato i migranti alle frontiere.

La Slovenia è diventata il principale punto di accesso nella zona Schengen da quando l'Ungheria ha chiuso i suoi confini meridionali con rotoli di filo spinato ed ha minacciato di chiudere il proprio confine con la Croazia qualora a Sua volta l’Austria avesse chiuso il proprio confine.

Quale soluzione hanno trovato i Leaders?

I leader Europei arrivano ad una conclusione assurda. Cercheranno di accelerare i rimpatri dei migranti provenienti dall’Asia meridionale, in particolare Afghanistan, Pakistan e Bangladesh, le cui richieste di asilo sono respinte perché,, dicono, sono semplicemente alla ricerca di una vita migliore e non in fuga da guerre e oppressione. Semplicemente pazzesco!!!

Conclusioni in parte anticipata già stamani da The Associated Press che aveva potuto leggere la bozzza.

"Tempi eccezionali richiedono misure straordinarie", ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel durante il vertice. 

I leader Ue avrebbero cercato una soluzione di difesa delle frontiere, cercando di


Il piano in 16 punti uscito dal vertice e visto da Reuters, prevede di fatto un irrobustimento dei confini europei. La soluzione sarebbe inviare 400 guardie di frontiera al confine dei Balcani occidentali e puntellare il poroso confine della Grecia con la Turchia così da rallentare il flusso di persone in direzione nord, verso cuore dell'Unione europea. 

La Germania, che ha truppe in Afghanistan per aiutare a stabilizzare il paese sotto una missione NATO, vuole che la Commissione europea negozi un accordo con le autorità Afghane per rimpatriare gli Afghani le cui domande di asilo sono state respinte.

In definitiva l’Europa delle Frontiere chiosa il documento dichiarando "Ci impegniamo ad aumentare immediatamente i nostri sforzi per gestire i nostri confini", il progetto, se formalizzato, significherebbe più navi al largo della Grecia per scoraggiare i trafficanti di esseri umani, più controlli di frontiera terrestri in Macedonia e più soldi per il controllo delle frontiere.

In definitiva un vertice disfatta.

Nella tarda serata di Domenica sera l'UE ed i paesi balcanici coinvolti nella c.d. crisi dei Rifugiati ha raggiunto un timido e assolutamente non risolutivo accordo. Per far fronte all’emergenza migranti sulla rotta dei Balcani saranno accolte 100.000 persone nei centri di accoglienza: 30mila in Grecia entro la fine dell’anno più altri 20mila grazie all’Unhcr, mentre altri 50mila verranno creati lungo la Rotta balcanica, sempre con l’aiuto dell’Unhcr. Lo ha annunciato il presidente Jean-Claude Juncker al temrine del mini-summit sull’emergenza migranti cui hanno partecipato i membri Ue, Austria, Bulgaria, Croazia, Germania, Grecia, Lussemburgo, Olanda, Romania, Slovenia e Ungheria, più Albania, Macedonia e Serbia, convocata per una maggiore cooperazione e nuove iniziative per gestire i flussi.«Scoraggiare i movimenti» dei migranti alle frontiere degli altri paesi senza previo accordo dei vicini, in modo da rallentare i flussi; fornire cibo, acqua, riparo e assistenza sanitaria ai migranti con l’aiuto dell’Unhcr e del meccanismo Ue di protezione civile; registrare tramite i dati biometrici i profughi collaborando con le Agenzie Ue (Frontex ed Easo).

Migranti: UE e Leader dei Balcani trovano la peggiore soluzione alla Crisi dei Rifugiati sulla rotta balcanica.

"L'unico obiettivo di questo lungo viaggio è fuggire dalla guerra affinchè possiamo iniziare una vita in un paese sicuro”, dice ...

Ci risiamo, un altro muro in costruzione per proteggere i confini. Questa volta è la Slovenia che dice di valutare seriamente la costruzione di una recinzione di confine per arginare l’afflusso dei migranti dalla Croazia. Come già anticipato qualche giorno fa nell’articolo “Rifugiati al confine tra Croazia e Slovenia, la situazione si aggrava” la situazione al confine Croato – Sloveno, come era facile prevedere, si sarebbe aggravata.


La piccola nazione alpina è diventata il punto di ingresso principale nella zona Schengen dopo che l'Ungheria ha sigillato i suoi confini meridionali con recinzioni di filo spinato per fermare i migranti che disperatamente cercano di raggiungere il Nord Europa prima che arrivi il gelido inverno.
Miro Cerar, primo ministro Sloveno ha detto di sperare che il mini vertice UE, tra i leader europei e dei paesi Balcanci di domenica prossima possa contribuire ad individuare delle soluzioni concrete alla crisi, ma non ha escluso una barriera lungo la frontiera, di 670km, con la Croazia.

"Stiamo valutando questa possibilità, ma anche in questo momento ... siamo ancora alla ricerca di una soluzione europea", ha detto il primo ministro Miro Cerar ieri sera alla TV di Stato Slovena.

Ha sottolineato pure che la costruzione di un nuovo muro è percorribile come ultima ratio, nel caso in cui nel vertice di domenica non verranno prese delle soluzioni soddisfacenti.



Oltre 47.500 persone sono entrate in Slovenia, dal 17 ottobre, da quando Budapest ha definitivamente chiuso la sua frontiera con la Croazia, appena un mese dopo la chiusura dell’altro confine con la Serbia.

Migliaia di rifugiati e richiedenti asilo sono abbandonati in condizioni terribili al confine tra Croazia e Slovenia.

Più di 5.000 persone hanno trascorso la notte a temperature da congelamento nella piccola cittadina di Berkasovo, valico di frontiera fra la Serbia e la Croazia.

Nella nebbia mattutina, i migranti hanno acceso dei fuochi per riscaldarsi mentre altri dormivano adagiati a terra protetti da coperte. Gli operatori umanitari non avevano materiale a sufficienza per garantire protezione a tutti i migranti. "Ci sono talmente tanti bambini...è un disastro!", si è lasciato sfuggire un poliziotto serbo.

Il rischio reale che potremmo correre è l'effetto domino della chiusura dei confini. Infatti, se la Slovenia chiudesse i confini, così farebbe anche l'Austria e poco a poco tutti gli altri Stati. Per l'Italia l'eventuale chiusura della frontiera Austriaca con la Slovenia, sia pure a tempo, comporterebbe un concreto aumento degli arrivi in Italia, alle frontiere nordorientali, ci si sta preparando a questa eventualità? Ovviamente No, naturalmente non ne parla nessuno, e non ci si prepara per tempo, nessuna misura di accoglienza straordinaria, come sarebbe corretto fare.

Il ministero degli Interni croato Ranko Ostojic e il suo omologo serbo Nebojsa Stefanovic devono incontrarsi oggi per discutere la situazione umanitaria a Berkasovo.

Lo spettro di un Nuovo Muro AntImmigrati. La Slovenia pensa ad una recinzione di confine per arginare il flusso dei migranti.

Ci risiamo, un altro muro in costruzione per proteggere i confini . Questa volta è la Slovenia che dice di valutare seriamente la cos...

La situazione dei Rifugiati al confine tra Croazia e Slovenia si aggrava.
Dopo la mossa a sorpresa della Croazia di aprire il confine per permettere a quasi 3.000 rifugiati di entrare in Croazia in rotta verso la Slovenia, il governo sloveno ha modificato nella giornata di ieri le norme sulla difesa dei propri confini. Già da oggi, sarà possibile ai militari di unirsi alla polizia di frontiera per il pattugliamento dei 670km di confine. Inoltre, il premier sloveno ha dichiarato che avrebbe chiesto un finanziamento da parte dell'Unione europea per la gestione dei migranti che avrebbero "superato tutte le possibilità di gestione normale".

Il commissario UE per le migrazioni, Dimitris Avramopoulos, prevede un viaggio in Slovenia per domani al fine di discutere della richiesta.
La crisi si è acuita, da quando l'Ungheria ha completato la barriera che la divide dalla Croazia, per cui più di 19,460 migranti sono arrivati ​​in Slovenia, da sabato scorso.
In base alle nuove misure approvate dal parlamento, i soldati sloveni possono aiutare la polizia a pattugliare il confine, detenere le persone e consegnarle alla polizia, e impartire ordini ai civili nella zona di confine.

Il governo sloveno ha dichiarato: "Le ultime 24 ore sono state le più dure ed impegnative dall'inizio della crisi", e ha avvertito che è impossibile aspettarsi che piccoli paesi, come la Slovenia, possano risolvere la crisi al posto di paesi più grandi.

Intanto migliaia di rifugiati sono rimasti bloccati sotto la pioggia, il fango e al gelo lungo la frontiera tra Croazia e Serbia, dopo aver viaggiato attraverso la Grecia e la Macedonia.

Rifugiati al confine tra Croazia e Slovenia, la situazione si aggrava

La situazione dei Rifugiati al confine tra Croazia e Slovenia si aggrava. Dopo la mossa a sorpresa della Croazia di aprire il confin...
Nella terra di nessuno, tra Serbia e Croazia, migliaia di profughi sono rimasti intrappolati sotto la pioggia, il fango e il freddo pungente dell’autunno balcanico. “Aprite il Confine” urlano, vogliamo soltanto passare e trovare un rifugio. Le stesse scene si vedono lungo il confine tra la Slovenia e la Croazia dove i poliziotti bloccano temporaneamente il confine. L '"atrio dell'inferno" – così ha descritto il portavoce Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), Melita Sunjic, la situazione al confine serbo-croato.
Secondo le stime dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati i migranti in transito ai confini dell’Unione Europea sono circa 10.000 e altrettanti ne arriveranno nei prossimi giorni e si spingono tutti lungo la traiettoria che porta al confine con la Slovenia.

Lubiana, dal canto suo, che rappresenta il cono di bottiglia dell’Europa, ha detto che da ora in poi è consentito l’ingresso di soli 2.500 rifugiati al giorno, quelli che può far transitare l’Austria, accusando quest’ultima di farne transitare troppo pochi.


Quello che sta avvenendo ai confini Serbo-Croati è una bomba sociale che attende soltanto di scoppiare. Chiunque di buon senso, comprende che se arrivano ogni giorno oltre 5000 persone dal confine Greco Macedone, la chiusura non farà altro che alimentare le fila di coloro che saranno costretti ad attendere il proprio turno, in campi improvvisati, per attraversare la Croazia. È una questione di aritmetica.
Quanto potranno attendere genitori di bambini piccoli e piccolissimi, costretti a far vivere i propri figli al freddo e sotto la pioggia, prima di ribellarsi e far sfociare la disperazione e la rabbia in una protesta che potrebbe essere violenta?
Chiunque con un minimo di raziocinio può immaginare che queste saranno le drammatiche conseguenze.
Questo non deve sorprenderci, era tutto prevedibile, su questo blog è stato più volte denunciato il fatto che bisognava trovare delle alternative perché il duro inverno balcanico avrebbe messo alla prova il già esile sistema di accoglienza, che ricordiamo si basa su volontari e ONG impegnate nei luoghi di confine. VIDEO

Les migrants sous la pluie à la frontière serbo-croate[no comment] Des centaines de réfugiés et de migrants tentent de s’abriter d’une météo très difficile à la frontière entre la Serbie et la Croatie.La fermeture des frontières hongroises avec la Serbie a dévié la route des migrants vers la Slovénie.Selon le docteur Ramiz Momeni, directeur de Humanitas Charity, il s’agit d’un “déferlement absolu de personnes” et les volontaires manquent de médicaments et de vêtements de pluie.http://fr.euronews.com/nocomment/
Posted by euronews on Lunedì 19 ottobre 2015



Tuttavia, l'Unione Europea ha preferito percorrere la via della continua emergenza, senza studiare per tempo una Strategia comune.
Questa è l’ennesima riprova che l’Europa ha smarrito il senso di umanità. I Leader Europei dovranno prendersi la responsabilità di una grave catastrofe umanitaria, se non riusciranno a mettersi d'accordo.


LEONARDO CAVALIERE

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Migranti nell'Atrio dell'Inferno

Nella terra di nessuno, tra Serbia e Croazia, migliaia di profughi sono rimasti intrappolati sotto la pioggia, il fango e il freddo pungen...

Migliaia sono i migranti che fuggono da violenza e conflitti e che percorrono la c.d. Rotta Balcanica. Ormai ci siamo abituati a vedere e sentire tutti i giorni, nei TG e giornali, le immagini che provengono dai balcani. Tra gli oltre 130 mila profughi che hanno attraversato la c.d. rotta balcanica nell’ultimo periodo, la maggioranza è arrivata in Serbia e ha attraversato o ha tentato di attraversare le frontiere di Orban l’Ungherese.

Gli arrivi di minori non accompagnati in Serbia, tra luglio e agosto hanno fatto registrare un incremento del 66% (fonte Save The Children - Balcani). 25mila bambini, dei quali oltre 5700 sono soli, circa uno su quattro si trovano in condizioni di salute sempre più difficili e precarie.
Nonostante gli sforzi delle autorità serbe, l’enorme flusso di persone sta creando grandi difficoltà e i rifugiati sono in condizioni di sovraffollamento e con precarie condizioni igieniche in centri di ricezione e spazi pubblici come parchi e stazioni. Sono numerosi i casi di bambini stremati e che hanno bisogno di acqua e cibo. Giovani migranti estremamente vulnerabili e a rischio di tratta e sfruttamento, questo l’allarme lanciato oggi da Save the Children, che ha programmi nella regione dei Balcani, in Italia, Grecia e Turchia.

L’organizzazione umanitaria dice che la maggior parte dei rifugiati attualmente presenti in Serbia provengono dalla Siria, mentre il 15% proviene dall’Afghanistan, il 5% dall’Iraq, il 2% dal Pakistan e il 2% dalla Somalia.


“Centinaia di bambini arrivano qui ogni giorno esausti e molti di loro si sono ammalati per le difficili condizioni che hanno incontrato durante il viaggio. La chiusura della frontiera da parte dell’Ungheria ha spaventato ulteriormente le loro famiglie che non sanno dove andare e cosa ne sarà di loro”, denuncia Andrea Zeravcic, Direttore di Save the Children nell’area Nord-Ovest dei Balcani. “Sono fuggiti da sofferenze inimmaginabili e hanno rischiato la vita per arrivare qui. I leader europei hanno il dovere di aiutarli”.

È notizia di queste ore che in migliaia sono riusciti ad entrare in Croazia, in seguito alla chiusura del confine ungherese avvenuto all’inizio di questa settimana - senza una vera indignazione, forte, che ci si sarebbe aspettata da un’Europa, tutta, che dovrebbe avere nel suo DNA la solidarietà - per proseguire il loro viaggio verso la Slovenia per raggiungere gli altri paesi europei, principalmente la Germania.

La Croazia ha deciso di aprire un corridoio per i profughi che vogliono raggiungere il nord Europa. Stando ai media croati, al confine croato-ungherese, e ad immagini Tv, tra i villaggi di Baranjsko Petrovo Selo, in Croazia, e Beremend, in Ungheria, stanno giungendo autobus croati con a bordo migranti che vengono poi lasciati passare in Ungheria.

La Croazia non impedirà a nessuno di entrare, ma neanche di uscire, dal Paese. E' la posizione di Zagabria, espressa dal premier, Zoran Milanovic: "Il confine non può essere sigillato e tutta questa gente non la si può trattenere ".
Nonostante gli sforzi delle autorità, l’enorme flusso di persone sta creando grandi difficoltà e i rifugiati sono in condizioni di sovraffollamento e con precarie condizioni igieniche in centri di ricezione e spazi pubblici come parchi e stazioni. Sono numerosi i casi di bambini stremati e che hanno bisogno di acqua e cibo,  soprattutto tra quelli arrivati più recentemente, e molti di loro hanno bisogno anche di assistenza medica.

LEONARDO CAVALIERE

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Minori Migranti sulla rotta dei Balcani

Migliaia sono i migranti che fuggono da violenza e conflitti e che percorrono la c.d. Rotta Balcanica . Ormai ci siamo abituati a ved...
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