Nella giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato l'allarme di Save the children: "In 380 da soli in Italia in attesa di essere collocati in altri Pesi europei". Solo un migrante su tre in Italia usufruisce della relocation. Tutori volontari: oltre 2700 cittadini disponibili a seguire un ragazzino straniero non accompagnato.

Più di 380 minori migranti arrivati da soli in Italia o rimasti orfani durante i viaggi in mare ancora in attesa di essere ricollocati in altri paesi europei nelle condizioni ritenute migliori per loro dai tribunali dei minori. Il blocco della cosiddetta relocation per quanti sono giunti in Europa dopo il 26 settembre preoccupa molto Save the children che, nella giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato, lancia un appello per la piena attuazione della legge-Zampa che garantisce opportunità di inclusione sociale a bambini e ragazzi.

Solo un migrante su tre in Italia è riuscito ad usufruire del programma di relocation. A quattro mesi dal blocco della procedura, sono 79 i minori che hanno visto approvare le loro richieste ma che restano in attesa di trasferimento, 151 quelle inviate in attesa di approvazione da parte degli Stati europei individuati e 154 quelle per le quali lo stato di destinazione deve essere ancora individuato.

Nei due anni in cui il programma è stato in vigore, dall'Italia hanno trovato collocazione adeguata in Europa 1.083 bambini accompagnati e appena 99 soli. "Troppi minori migranti giunti in Europa soli, con esperienze drammatiche alle spalle, sono ancora oggi privi di protezione, di una accoglienza adeguata e di opportunità di inclusione sociale", dice Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.

"La decisione di interrompere il programma di relocation - aggiunge - ha significato abbandonare nuovamente al loro destino i minori soli, costringendoli in molti casi a riaffidarsi ai trafficanti o a rischiare la propria vita pur di varcare i confini, come avviene per i tanti ragazzi che anche in questi giorni vediamo ammassarsi ai valichi della frontiera nord, a Como e Ventimiglia, o come mostrano le immagini dei migranti che tentano di attraversare le Alpi innevate a piedi".

Nel 2017 sono stati 15.730 i minori giunti via mare in Italia da soli. Il sistema di accoglienza in Italia registra attualmente la presenza di 18.500 minori non accompagnati di 40 nazionalità diverse. Assenza di personale nelle strutture e mancanza di servizi volti a favorire il loro percorso di integrazione, come l'iscrizione a scuola o la partecipazione a corsi di italiano, sono tra le maggiori criticità evidenziate dai ragazzi.


Una buona notizia invece arriva sul versante dei tutori volontari previsti dalla legge Zampa. Sono più di 2700 i cittadini che hanno dato la loro disponibilità a seguire un ragazzino straniero non accompagnato garantendo il supporto necessario al processo di integrazione nel nostro Paese, dall'iscrizione a scuola al sistema sanitario.
Autore: Alessandra Ziniti

Save the Children: "Serve accoglienza adeguata"

Nella giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato l'allarme di Save the children: "In 380 da soli in Italia in attesa di esser...
Il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, ha riunito stamane a Cosenza la propria Consulta sui minori stranieri non accompagnati coordinata da Maurizio Alfano (presente Alessandra Bresciani, componente la Consulta). Nel corso della riunione, è stato trattato il problema delle infiltrazioni mafiose nella gestione dei centri di accoglienza portato alla luce nei giorni scorsi dall'inchiesta “Stige”. “E’ necessario - per il Garante e la propria Consulta - che lo Stato non sottovaluti questa fenomenologia, da inquadrarsi a pieno titolo quale forma di new economy criminale giocata sui bisogni di minori vulnerabili e scappati da realtà atroci”. Al centro della discussione, “l’85% dei MSNA, stimabile all’incirca in 1.200 soggetti che risulta ancora essere in Calabria accolto in strutture emergenziali o di prima accoglienza, quando invece avrebbe già dovuto essere trasferito da tempo in strutture idonee di seconda accoglienza che allo stato occupano più o meno 220 minorenni. Ciò che potrebbe venire incontro al trasferimento di presenze in suddette strutture potrebbe essere prefigurabile in un maggior numero di centri di accoglienza qualora più sindaci aderissero ai progetti Sprar. Paradossalmente, intanto – sottolinea il Garante- rimangono vuoti posti disponibili nella seconda accoglienza, mentre risultano numericamente sovrabbondanti quelli di prima e non si capisce dove sia l'inghippo burocratico”. “Certo è che occorre una mappatura totale dei centri operanti su tutto il territorio regionale, che il Garante ha richiesto nei giorni scorsi alle prefetture, anche al fine di monitorare il livello di qualità delle strutture. Questo è un problema umanitario che richiede attenzione e rispetto per la dignità umana, a nessuno è dato di immaginare che si tratti di un “affare”. Nei prossimi giorni Garante e Consulta insedieranno un tavolo permanente con organizzazioni umanitarie aventi rilievo internazionale al fine di stabilire linee e guida e tutto ciò che serve per rendere il processo di ospitalità ed integrazione quanto più qualitativamente elevato e strutturato”. (Comunicato stampa)

Il Garante Marziale ha riunito la Consulta sui minori stranieri non accompagnati

Il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, ha riunito stamane a Cosenza la propria Consulta sui m...
Si chiama “Share the journey” ed è la campagna di Caritas Hellas iniziata a settembre per avvicinare migranti, rifugiati e comunità locali e creare opportunità di convivenza. I piccoli accolti nel centro di Plateia Vathis hanno dipinto i loro ricordi, dal viaggio alla situazione attuale

I bisogni primari, i contatti con il Paese di origine, l’importanza di un sorriso e degli abbracci con le persone che incontrano ogni giorno nella loro vita. Sono alcuni dei messaggi che i bambini accolti nel centro sociale di Plateia Vathis gestito da Caritas Hellas ad Atene hanno messo su carta con matite colorate e pastelli. 

L’iniziativa è una di quelle organizzate in Grecia da Caritas Hellas nell’ambito della campagna di Caritas Internationalis “Share the journey” (condividi il viaggio), lanciata lo scorso settembre. Obiettivo della campagna è creare occasioni di incontro tra migranti, rifugiati e le comunità locali in cui sono accolti per costruire insieme una cultura della convivenza.

Con l’aiuto degli interpreti e sotto la guida degli insegnanti di Caritas Hellas, è stato chiesto ai bambini di disegnare i loro ricordi, a partire dal viaggio che hanno fatto fino alla nuova realtà in cui si trovano a vivere. 
Oltre al centro sociale di Plateia Vathis sono diversi i centri di accoglienza coinvolti nella campagna di Caritas ad Atene, Salonicco, Epanomi, Lesbo e in altre città.
 Rifugiati e migranti hanno cucinato insieme ai residenti dei quartieri e hanno condiviso la loro esperienza (il viaggio per fuggire da zone di guerra e l’arrivo in Grecia), i loro sogni per una vita migliore e la quotidianità con i loro nuovi vicini. (lp)

Grecia, i bambini migranti disegnano i ricordi del viaggio

Si chiama “Share the journey” ed è la campagna di Caritas Hellas iniziata a settembre per avvicinare migranti, rifugiati e comunità locali...
La popolazione immigrata in Italia è da anni stazionaria. Con la crisi sono diminuiti gli ingressi per lavoro, così come i ricongiungimenti e le nascite. Ed è presto per vedere gli effetti della ripresa economica. Nel 2018 la situazione non cambierà.

Immigrazione ferma

Il 2018, per quanto è possibile prevedere, non vedrà un aumento dei flussi migratori verso l’Italia.

In realtà, contrariamente a ciò che comunemente si pensa, il volume della popolazione immigrata in Italia è da anni stazionario. Poco sopra i 5 milioni di persone, compresi gli 1,2 milioni di cittadini rumeni e altri immigrati dall’interno dell’UE.

La lunga crisi economica ne è la spiegazione principale. Nel passato, governi di ogni colore hanno promulgato sette sanatorie in 25 anni, più altri provvedimenti minori o nascosti per gli immigrati non autorizzati (dunque nei casi più recenti, non cittadini dell’UE con diritti di libera circolazione). Le sanatorie italiane erano concessioni ai datori di lavoro, imprenditoriali e familiari, autorizzati a formalizzare l’impiego di immigrati che erano già arrivati (perlopiù con visti turistici, se necessari) ed erano stati assunti informalmente. In altre parole, il mercato per parecchi anni ha stravolto le prudenti previsioni delle quote d’ingresso stabilite dallo stato e alla fine l’ha indotto a riconoscere (saggiamente) il fatto compiuto. Dopo gli ingressi per lavoro sono avvenuti i ricongiungimenti familiari, sono arrivati i figli e altri sono nati in Italia. Oggi l’immigrazione insediata in Italia è prevalentemente europea, femminile, proveniente da paesi di tradizione culturale cristiana.

Negli ultimi anni, causa crisi, si sono però quasi arrestati i ricongiungimenti e anche le nascite da genitori immigrati sono diminuite. Il contributo demografico degli immigrati c’è, ma attualmente ristagna e non risolverà il problema delle culle vuote del nostro paese. Nel 2016 sono nati 69 mila bambini da genitori immigrati, il 14,7 per cento del totale. Da anni il numero cala: nel 2012 le nascite erano state quasi 80 mila.

Dunque il mercato ha smesso di trainare la crescita della popolazione immigrata. Solo se la ripresa in corso produrrà un sostanzioso aumento della domanda di lavori a bassa qualificazione, l’immigrazione per lavoro ripartirà. Probabilmente, il primo ambito a risentirne positivamente sarà quello domestico: una crescita dell’occupazione delle donne italiane di classe media produrrà una nuova domanda di aiuto per i compiti familiari. Come regola generale, c’è correlazione tra aumento dell’occupazione dei nazionali e ingresso di nuovi immigrati: l’immigrazione è un sismografo piuttosto accurato dello stato di salute di un’economia. Ma nel 2018 sarà ancora presto per vedere effetti di attrazione di nuovi arrivi di lavoratori, tenendo conto che tra gli immigrati già insediati i tassi di disoccupazione rimangono alti.

Accesso alla cittadinanza e richieste di asilo

Nello stesso periodo, sono venute a maturazione le condizioni per l’accesso alla cittadinanza di parecchi immigrati arrivati negli anni della vera crescita della popolazione immigrata, quando gli ingressi raggiungevano cifre di 400 mila all’anno. Sono diventati italiani 178 mila immigrati nel 2015, 200 mila circa nel 2016. Complessivamente, all’incirca un milione di italiani sono arrivati dall’estero o sono figli di immigrati. Le naturalizzazioni diminuiscono il numero degli immigrati sotto il profilo statistico e, a volte, servono agli interessati per trasferirsi in altri paesi dell’UE. In futuro dovremo in ogni caso abituarci a distinguere, per quanto possibile, tra “immigrati” e “persone di origine immigrata”: il secondo gruppo può aumentare anche se il primo ristagna.

Quanto ai richiedenti asilo che hanno occupato la scena mediatica negli ultimi anni, i numeri effettivi non sono mai stati drammatici. A fine 2016, 250 mila tra richiedenti asilo e rifugiati riconosciuti (dati Unhcr, 2017). Fino a due anni fa, solo una frazione degli sbarcati chiedeva asilo in Italia. Nel 2014, su 170 mila sbarcati meno di 70 mila avevano richiesto protezione internazionale al nostro governo. Poi l’UE ci ha imposto gli hotspots, i nostri vicini hanno inasprito i controlli alle frontiere e le domande di asilo sono cresciute, raggiungendo nel 2016 la cifra di 123.482. La quota rispetto agli sbarchi è passata dal 37 per cento del 2014 al 56 per cento del 2015 e al 68 per cento nel 2016.

Gli accordi con il Niger e, soprattutto, con governo e tribù libiche, insieme alla campagna di discredito nei confronti delle organizzazioni non governative impegnate nei salvataggi in mare hanno drasticamente ridotto gli arrivi. Nel 2017 sono sbarcate 119 mila persone, contro le 180 mila del 2016. Da luglio in poi il calo è stato rapidissimo. Una buona notizia per gran parte dell’opinione pubblica, una pessima notizia per chi cerca asilo e per chi considera una priorità la tutela dei diritti umani. Se anche il quadro dovesse evolvere nel corso dell’anno, i migranti dovessero trovare nuove rotte, le istituzioni internazionali riuscissero a scardinare gli accordi con i libici o finissero i soldi per foraggiare autorità e forze locali, qualche aumento degli sbarchi non modificherà le cifre complessive dell’immigrazione.

Autore Maurizio Ambrosini
Fonte: www.lavoce.info



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I Minori Stranieri non Accompagnati

Flussi migratori: 2018 stabile

La popolazione immigrata in Italia è da anni stazionaria. Con la crisi sono diminuiti gli ingressi per lavoro, così come i ricongiungiment...
Martine Landry, un’attivista di Amnesty International Francia, sarà giudicata in tribunale a Nizza il prossimo lunedì 8 gennaio. L’accusa è quella di “avere facilitato l’entrata di due minori stranieri irregolari”. Rischia fino a cinque anni di carcere e un’ammenda di 30.000 euro.
Con Amnesty International Francia fin dal 2002, Martine svolge anche missioni di osservazione alla frontiera tra Francia e Italia.

ACCUSATA DI FARE APPLICARE LA LEGGE SULLA PROTEZIONE DEI MINORI

Il 28 luglio 2017, la polizia italiana ha rinviato, a piedi, due minori stranieri non accompagnati verso la Francia. Martine Landry li ha recuperati dalla parte francese della frontiera tra Mentone e Ventimiglia, accompagnandoli alla polizia di frontiera (PAF).
I minori, entrambi quindicenni e di origine guineana, avevano i documenti che attestavano la loro presa in carico da parte dei servizi sociali francesi all’infanzia (ASE).
Il 31 luglio, Martine si è presentata alla polizia di frontiera di Mentone in seguito all’arresto e al trasferimento di undici migranti. Lo stesso giorno, ha ricevuto la convocazione per un’audizione il 2 agosto. Il giorno successivo, ha ricevuto la convocazione dal Tribunale penale di Nizza. Il processo dell’8 gennaio 2018 si basa sull’accusa di “avere facilitato l’ingresso di due minori stranieri irregolari […], avendoli presi in carico e accompagnati dalla frontiera italiana al valico di frontiera francese”.
Alla frontiera francese, i minori non accompagnati non ricevono l’attenzione necessaria in relazione alla loro situazione di vulnerabilità. I bambini vengono espulsi allo stesso modo degli adulti, rapidamente e senza la possibilità di esercitare i loro diritti o di essere accompagnati.

UN’ATTIVISTA ESPERTA

Martine è un’attivista di lungo corso, che conosce perfettamente il quadro giuridico in cui si inserisce ogni sua azione. È membro di Amnesty International Francia dal 2002, ed è referente della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra sul tema rifugiati e migranti. Per Amnesty International Francia, segue una missione di osservazione alla frontiera, fornisce consulenze ai richiedenti asilo sui loro diritti e ha partecipato a diverse formazioni sul tema nel corso degli anni. Insieme all’attività che svolge per Amnesty International Francia, è coinvolta con diverse associazioni locali e nazionali per la difesa di migranti e rifugiati.

DELITTO DI SOLIDARIETÀ

Mentre da oltre due anni le organizzazioni della società civile denunciano violazioni di diritto internazionale, europeo o francese, al confine franco italiano da parte delle autorità francesi, queste ultime intimidiscono e perseguitano coloro che cercano di proteggere i diritti umani delle persone vulnerabili, come i minori non accompagnati.

UNA CRIMINALIZZAZIONE INGIUSTA

Il processo a Martine dovrebbe essere l’opportunità per il governo francese per modificare la legislazione che consente, come dimostra questo caso, di criminalizzare l’assistenza fornita dai cittadini per proteggere migranti e rifugiati.
È urgente ed essenziale che la politica del governo francese tenga conto dell’imperativo del rispetto dei diritti umani di migranti e rifugiati che attraversano il confine franco italiano e della necessaria protezione di coloro che prestano loro soccorso. (Comunicato Amnesty International)

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I Minori Stranieri non Accompagnati

Martine Landry a giudizio, in Francia, per reato di solidarietà.

Martine Landry, un’attivista di Amnesty International Francia, sarà giudicata in tribunale a Nizza il prossimo lunedì 8 gennaio. L’accusa...
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