In questi giorni sono stati presentati due progetti di tutela per minori stranieri non accompagnati.
Il primo è presentato da Save The Children ed è una helpline telefonica multilingue. Il numero verde 800 14 10 16 per fornire informazioni e orientamento ai minori migranti, agli operatori e a tutti i cittadini. Il secondo si chiama SafeGuard, più sicuro con il tutore e il rapporto è stato presentato il 12 luglio scorso al Parlamento europeo. Ques'ultimo si tratta di un progetto finalizzato a migliorare il sistema di protezione dei minori non accompagnati ed evitare che si trasformino in vittime di gruppi criminali, abusi o tratta di esseri umani.

Il progetto di Save the Children
Dall’inizio dell’anno ad oggi, in base alle stime di Save the Children, sui 77.600 migranti arrivati in Italia, oltre 11.000 sono minori non accompagnati, ragazzi cioè che hanno compiuto il lungo viaggio alla volta dell’Europa senza un adulto di riferimento.
“Posso raggiungere legalmente mio fratello che lavora in Svezia, senza mettermi nelle mani dei trafficanti?”; “Tra un mese compio 18 anni, cosa devo fare per rimanere in Italia regolarmente?”; “Uno sconosciuto mi ha offerto un lavoro via internet, come devo comportarmi?”. Queste le domande che affollano la loro mente da un lato, mentre dall’altro anche tanti italiani si chiedono “Vorrei accogliere in famiglia un ragazzo migrante, come posso fare?”.
Per rispondere a queste e a tante altre domande, Save the Children, l’Organizzazione dedicata dal 1919 a salvare i bambini in pericolo e tutelarne i diritti, lancia oggi la nuova helpline che garantirà supporto e orientamento ai minori migranti soli in Italia, informazioni sui loro diritti, assistenza legale e psicologica, attivazione di contatti con i servizi del territorio.
L’Helpline potrà essere un riferimento anche per i familiari, residenti in Italia e in altri Paesi, per gli operatori di strutture e comunità, per operatori pubblici, volontari e cittadini. Il servizio telefonico multilingue (italiano, arabo, inglese, francese, tigrino, somalo, farsi) è attivo dal lunedì al venerdì, dalle ore 11 alle ore 17, e risponde al numero verde 800 14 10 16 (per Lycamobile: 351 2 20 20 16).
“I minori migranti devono affrontare un viaggio spaventoso, abbandonando le proprie case e tutto ciò che hanno di prezioso e familiare per intraprendere un viaggio pieno di insidie. Quando arrivano da soli sono particolarmente vulnerabili, spesso spaesati e senza punti di riferimento. Non dobbiamo dimenticare che, al 31 di maggio, più di 5.240 minori si sono allontanati dalle comunità di accoglienza, per proseguire il loro viaggio in Europa o per finire, troppo spesso, in circuiti di grave sfruttamento,” dichiara Raffaela Milano, direttore dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.
“Con l’Helpline vogliamo ascoltare la loro voce, trasmettere in modo semplice informazioni importanti per la loro vita, essere un orientamento sicuro se incontrano situazioni di rischio o di difficoltà. Speriamo che l’Helpline diventi anche un supporto per i servizi, le associazioni, i volontari che ogni giorno si impegnano a favore dei minori migranti e, allo stesso tempo, intendiamo coinvolgere attivamente questa grande rete di solidarietà di fronte a richieste specifiche provenienti dai diversi territori.”
Al contempo l’Organizzazione, lancia oggi una nuova campagna che sarà veicolata attraverso dei meme sui canali social, per sensibilizzare ancora una volta l’opinione pubblica su una tragedia umanitaria che da troppo tempo attende una risposta politica e che riguarda quasi 240.000 persone, di cui il 31% sono minori, che sono arrivate quest’anno in Europa. La campagna, dal titolo “Vite Parallele”, realizzata in collaborazione con gli studenti del Corso di Comunicazione Pubblicitaria dell’Istituto Europeo di Design (IED) parte da una riflessione di fondo: è estate, tempo di viaggi ma alcuni viaggi sono molto diversi da altri. Sono quelli di chi scappa da guerra, violenza e miseria, lasciando dietro di sé tutto quello che possiede di più caro. Sono i viaggi di chi ha perso tutto, i viaggi che per un minore migrante rappresentano l’unica alternativa possibile per avere un futuro.

Il Progetto SafeGuard - più sicuro col tutore
Il 1 settembre è partito il progetto "SafeGuard, più sicuro con il tutore: promuovere un modello per la nomina tempestiva del tutore nei punti critici di sbarco italiani al fine di aumentare la protezione dei minorenni separati dai rischi di abuso, sfruttamento e tratta", co-finanziato dalla Commissione Europea Programma Prevenzione e Lotta alla Criminalità.
Precedenti progetti europei (GATE – Tutori contro tratta e sfruttamento, Closing a Protection Gap, progetto ENGI), così come la Convenzione sui diritti dell’infanzia, il Commento Generale n . 6 e 12, il Piano d'azione dell'UE per il 2010, le direttive UE ( 2003/9/CE - 2004/83/CE - 2011/36/UE ) sottolineano l'importanza della nomina tempestiva del tutore come fattore chiave per la protezione da fenomeni di tratta e sfruttamento dei minorenni migranti.

La presente iniziativa mira a promuovere un modello per la nomina tempestiva del tutore nei punti critici di sbarco italiani. Il progetto si concentrerà in Sicilia come uno dei principali punti di ingresso in Europa di migranti in arrivo dalle coste del Mediterraneo (il numero è andato aumentando in modo significativo negli ultimi anni a causa delle emergenza Nord Africa/Siria), ma mira ad avere un carattere più ampio coinvolgendo altri referenti nazionali ed europei che partecipino ed orientino il processo (Garante Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, NIDOS, International Social Service). In particolare la presenza di NIDOS, un’organizzazione olandese di tutori consolidata e competente, sarà coinvolta a titolo consultativo nell’azione, fornendo valore aggiunto all'azione.

L'iniziativa si svilupperà attraverso le seguenti attività interconnesse:

Definizione del modello di tutela - con un'analisi della situazione nei principali punti di sbarco in Italia, attraverso la consultazione con tutori e attori chiave, con i minorenni ospitati nelle comunità e con i referenti delle reti di tutori che operano in altri paesi dell'Unione europea e che partecipano a l'azione in qualità di partner.
Applicazione del modello a livello locale - con la definizione di pratiche operative e procedure in collaborazione con le autorità locali e gli attori chiave nella regione siciliana, uno dei punti più congestionati di arrivo di minorenni non accompagnati migranti dalla coste del Mediterraneo.
Formazione al fine di rafforzare e qualificare il ruolo e le funzioni del tutore in Sicilia
Diffusione del modello - con il coinvolgimento degli enti locali e centrali italiane, saranno definite delle raccomandazioni che verranno presentate in occasione di un seminario finale nazionale organizzato in Italia con la partecipazione di attori chiave di riferimento
Partner del progetto:
Associazione I Girasoli (capofila)
Defence for Children international Italia
Nidos Foundation 
Associati:
Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza
Comune di Catania
Servizio Sociale Internazionale
Arci Sicilia

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Minori Non Accompagnati due progetti per la loro tutela

In questi giorni sono stati presentati due progetti di tutela per minori stranieri non accompagnati . Il primo è presentato da Save The C...
26.701 posti finanziati, di cui 1.838 per minori non accompagnati e 580 per persone con disagio mentale o disabilità; 674 progetti; e 574 enti locali titolari di progetto, soprattutto Comuni ma anche 29 Province, 12 unioni di Comuni, più vari “ambiti territoriali e sociali”, consorzi intercomunali, “società della salute”, “associazioni territoriali di zona” e comunità montane, per un totale di 1.200 Comuni coinvolti a vario titolo.

Sono i numeri della rete SPRAR (Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati) al giugno 2016, che vengono diffusi in queste ora a Roma alla presentazione dell’Atlante SPRAR 2015.

Questi dati sono in crescita rispetto agli anni precedenti.

In tutto il 2015 (ultimo anno cui si riferiscono le cifre più analitiche dell’Atlante) sono “passati”, cioè sono stati accolti nei progetti SPRAR italiani 29.761 richiedenti asilo e rifugiati.

Ancora, si legge nell’Atlante, per quanto riguarda i servizi erogati nell’ambito dei progetti, rispetto al 2014 «il 2015 vede un peso più rilevante delle attività volte all’inserimento socio-lavorativo, mentre negli anni precedenti rivestivano maggiore peso i servizi riconducibili alle prime fasi di presa in carico dei beneficiari».

Per i curatori del rapporto-atlante, «ciò può essere interpretato come il segnale di un’accoglienza che, nonostante il permanere di un contesto italiano e internazionale complesso e caratterizzato da una difficile gestione dei flussi migratori, sembra stia lentamente abbandonando il carattere puramente emergenziale, arrivando a strutturare e consolidare un sistema in grado di far fronte più efficacemente ad afflussi costanti e consistenti, non solo grazie ai continui ampliamenti della capacità ricettiva ma anche grazie a una più efficiente cooperazione tra i diversi soggetti che, a vario titolo, sono impegnati nella gestione e nell’accoglienza».

Dall’Atlante emerge un quadro positivo e incoraggiante della rete di “accoglienza integrata” degli enti locali, con i suoi standard di qualità. È un quadro, tuttavia, che deve essere considerato all’interno del composito e disuguale “sistema” di accoglienza italiano: secondo gli ultimi dati del Viminale, su un totale di 135.400 richiedenti asilo, rifugiati e migranti oggi in accoglienza nel nostro Paese, quelli inseriti in progetti SPRAR sono appena 20.347, il 15%. La stragrande maggioranza, 100.383 persone, sono ospitati nelle strutture temporanee, e ben 14.670 nei centri di prima accoglienza, o negli hotspot.

Mentre i 574 enti titolari dei progetti SPRAR (sia pure con il totale dei 1.200 Comuni coinvolti a vario titolo) rimangono un’esigua minoranza rispetto al totale degli 8.000 Comuni italiani.

Il nuovo Atlante SPRAR 2015, come di consueto, scatta un’ “istantanea” sul numero e il profilo dei beneficiari accolti, sui servizi offerti e sulla distribuzione nazionale e regionale dei richiedenti asilo e rifugiati presenti nella rete. Si aggiunge quest’anno un focus dedicato alle storie di inclusione e collaborazione tra residenti locali e beneficiari per la valorizzazione del territorio. (ViediFuga.org)

Atlante SPRAR 2015: i dati positivi di una rete “per pochi”

26.701 posti finanziati, di cui 1.838 per minori non accompagnati e 580 per persone con disagio mentale o disabilità; 674 progetti; e 574 ...
Il delegato Anci all'Immigrazione e alle politiche per l'integrazione e sindaco di Prato, Biffoni al termine dell'audizione presso la Commissione per l'infanzia e l'adolescenza della Camera ha dichiarato che per i minori stranieri non accompagnati  servono «più risorse, sblocco turnover, rafforzamento sistema accoglienza».

Il delegato ha aggiunto «La relazione che ieri è stata presentata alla Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza si concentra sulle proposte che stiamo mettendo in atto per arrivare a un sistema di accoglienza per i minori stranieri non accompagnati che trovi finalmente uno svolgimento fluido e che permetta ai sindaci responsabili per la loro accoglienza di lavorare nel modo più efficace possibile». Le proposte presentate dall'ANCI sono:
«Pur sottolineando come alcune delle scelte già compiute dal governo vadano nella direzione giusta – ha continuato Biffoni - è importante ribadire che il percorso iniziato trovi effettivo compimento a partire da un reale rafforzamento del sistema strutturato di prima e seconda accoglienza a cui si aggiunge la necessità di impedire la creazione di circuiti speciali di accoglienza dedicati esclusivamente ai minori stranieri non accompagnati».
«Bisogna tener presente – ha evidenziato il sindaco di Prato – che tra i minori che arrivano nel nostro Paese ci sono anche molti casi di bambini e ragazzi che, oltre al pesante fardello della situazione che stanno vivendo, presentano disagi psicologici o fragilità di diverso tipo. Tutto questo, si va a sommare alle già molte emergenze che i Comuni devono gestire. È quindi chiaro che, laddove sia necessario, in considerazione di particolare vulnerabilità, si riconoscano ai Comuni quote di contributo statale superiore ai 45 euro attuali».
«Chiediamo – ha aggiunto il delegato Anci all'Immigrazione e alle politiche per l'integrazione – che per i Comuni che accolgono i minori stranieri non accompagnati nell'ambito dello Sprar ci sia una deroga al blocco del turn over al 25% del personale così da consentire l'assunzione di personale qualificato, indispensabile per le attività e loro tutela, come servizi sociali, polizia municipale. Infine, auspichiamo si lavori per accorciare i tempi di nomina del tutore e di rilascio del permesso di soggiorno».
Insomma, «le nostre sono proposte concrete rispetto al quadro generale dell'accoglienza dei profughi che assume una particolare complessità e una delicatezza significativa per quanto riguarda i minori. In tal senso – ha ribadito Biffoni – il tema va affrontato con una certa urgenza anche in considerazione del numero di minori stranieri non accompagnati contattati o presi in carico dai servizi sociali dei Comuni che dal 2011 ad oggi è aumentato in maniera esponenziale. Un aumento – ha concluso – che ha comportato l'attivazione di interventi, attività e servizi a favore di circa 9.600 minori nel 2013 e oltre 13mila nel 2014».

Leonardo Cavaliere


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Minori Stranieri non Accompagnati, più risorse e rafforzamento del sistema di accoglienza.

Il delegato Anci all'Immigrazione e alle politiche per l'integrazione e sindaco di Prato, Biffoni al termine dell'audizione pr...
Una sentenza storica quella emessa il 15.05.2016 dalla Dottoressa Conforto, GDP di Roma, con la quale si scrive nero su bianco il superamento dell'esame radiografico per l'accertamento dell'età. Storica questa sentenza non a caso per chi come me si batte per il superamento di questo esame che dà risultati estremamente incerti, come tantissime ricerche scientifiche dimostrano,  perché lo sviluppo scheletrico è condizionato da molti fattori quali l'alimentazione, eventuali malattie, tanto che due fratelli possono avere uno sviluppo scheletrico differente, figuriamoci ragazzi di etnie diverse, provenienti da diverse zone del mondo. Il risultato è che l’esame del polso non è in grado di fornire risultati esatti, limitandosi ad indicare la fascia d’età compatibile con i risultati radiologici e con un errore due volte su tre.
Di seguito il testo dell'articolo pubblicato da Meltingpot.org. 

Vorrei invitarvi a leggere e porre particolare attenzione sul referto medico del Dott. Carlo Bracci che segna una pietra miliare in materia.

Da anni aspettavamo che si mettesse fine alla scandalosa procedura che obbligava i minori a sottoporsi ad esami radiografici per la determinazione della minore età.
Più volte richiamando la Convenzione di New York sui diritti del fanciullo del 1989, ratificata in Italia e resa esecutiva con legge n. 176/91, diverse associazione per i diritti dei minori e dei migranti avevano denunciato l’illegittimità di tale prassi.
Poiché esponendo il minore ad un esame invasivo e pericoloso senza che ce ne siano le esigenze terapeutiche necessarie, non si teneva conto del preminente il superiore interesse del minore (principio del “superiore interesse del minore”) e allo stesso tempo si violava il principio di non discriminazione.
Tali violazioni hanno prodotto numerosi drammi e segnato la vita negativamente di tanti minori che avevano provato ad entrare in Italia, e che invece sono stati espulsi dal nostro territorio. Basti ricordare le innumerevoli denunce (Pro Asyl,Human Right Watch, Medu, Ambasciata dei Diritti) che hanno riguardato le riammissioni in Grecia di tantissimi presunti minori. In moltissimi casi sono state eseguite diagnosi affrettate e/o invasive senza che si giungesse ad una definizione ragionevole della minore età.

Il referto medico del Dott. Carlo Bracci (di Medici Contro la Tortura) ben rappresenta come dovrebbe essere fatta una diagnosi. Tale referto è stato prodotto per opporsi ad un decreto di espulsione ed impugnato dall’Avv. Salvatore Fachile.
Il giudice ritenendo la perizia esaustiva per la determinazione della minore età ha per tanto accolto il ricorso.

Scarica la sentenza:Pronuncia GDP di Roma del 06/06/2016

Scarica il referto medico:Perizia accertamento minore età. Dott. Carlo Bracci.

In primo luogo vi è la presenza di un mediatore linguistico culturale che permette di far capire al ragazzo il tipo di visita medica a cui sta per essere sottoposto, e se acconsente ad essere valutato in rispetto dei suoi parametri socio culturali.
La visita è assolutamente non invasiva (vedi allegato) ma permette un accertamento dell’età con precisione identica a quella che si sarebbe ottenuta con l’esame radiologico, ovvero in entrambi i casi e per i motivi spiegati all’interno del referto si ha sempre una possibilità di errore di due anni.
Lo stesso dottore sottolinea: "Non si valuta l’età scheletrica con esami radiografici in quanto l’esposizione a radiazioni ionizzate non deve essere eseguita se non per scopi diagnostici e terapeutici."
Si ha ora la speranza che questa sentenza e la relativa perizia medica fissino un precedente normativo di non ritorno.

Va comunque sempre ricordato che:
In caso di incertezza circa la minore età, occorre accordare al sedicente minore il beneficio del dubbio e trattarlo come tale; l’accertamento dell’età deve essere considerato come un processo che non conduce a risultati esatti né univoci ed è pertanto necessario che il margine di errore venga sempre indicato nel certificato medico.
La minore età deve essere sempre presunta qualora, anche dopo la perizia di accertamento, permangano dubbi circa l’età del minore.

Il 3 marzo 2016 è stato finalmente approvato il Protocollo per l’identificazione e per l’accertamento olistico multidisciplinare dell’età dei minori non accompagnati dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. C’è da dire che come estrema ratio prevede ancora l’esame radiografico ma in realtà lo nega per tutto quello che predispone in precedenza.
Altro aspetto importantissimo che il protocollo sottolinea come premessa generale che l’esame medico a cui deve essere sottoposto il minore deve essere fatto nei tempi che siano compatibili ad una sua situazione di serenità e non come spesso è successo nell’arco di due ore dal suo arrivo poiché la polizia di frontiera preme per la sua espulsione.
Scarica il protocollo :

Protocollo MSNA






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I Minori Stranieri non Accompagnati

A tutela del Minore è definitivamente superato l’esame radiografico per l’accertamento dell’età

Una sentenza storica quella emessa il 15.05.2016 dalla Dottoressa Conforto, GDP di Roma, con la quale si scrive nero su bianco il superame...
Nei primi sei mesi del 2016 sono arrivati 7567 minori (su un totale di 28mila migranti) di cui circa il 92% sono arrivati da soli.
La maggior parte proviene dall' Egitto, Gambia, Guinea e Costa D’Avorio. Dai racconti emergono storie di abusi e sfruttamento lungo tutto il viaggio. soprattutto per le ragazze. Infatti, molte minorenni sole, arrivano in Italia incinte.Sulla tragedia della tratta delle ragazze sarebbe da fare un discorso approfondito e a parte.

In questa sede mi limito soltanto a riportare quanto detto da Giovanni Fortugno, responsabile immigrazione della comunità Papa Giovanni XXIII a Lettera43.it «Su 1000 migranti, 200 sono ragazzine», provengono soprattutto dalle zone interne della Nigeria, la maggior parte di loro non è mai andata a scuola. Spesso i genitori, continua l'operatore, «sono collusi e ricattati». Le bambine non partono sole ma accompagnate da parenti o conoscenti, già in contatto con le madame in Italia e in Europa. Sono praticamente scortate dai carcerieri. «Hanno dai 14 ai 17 anni. Per ogni ragazzina c'è una donna adulta e una o più figure maschili», racconta Fortugno, «è difficile riconoscerle, visto che si spacciano per parenti e non hanno con sé i documenti».
Per questo i volontari quando individuano le situazioni a rischio, separano le bambine dai presunti trafficanti. «Solo una volta in disparte cominciano a parlare, a raccontarsi». Le violenze, gli stupri subiti, la paura di ritorsioni sono all'ordine del giorno. «Sono minacciate con i familiari dai riti voodoo», ha confermato Fortugno. Per questo nonostante l'orrore vissuto fuggono dalle zone di protezione. «Nemmeno la promessa dei documenti è più un deterrente efficace per una minorenne». Basta fare un giro per le città italiane, nei luoghi abituali di prostituzione e ci si renderà conto che le ragazze nigeriane sono sempre di più. Arrivano dopo essere fuggite dai centri di "accoglienza".
«Sono piccole, evidentemente minorenni», attacca Fortugno. «Se stanno sulla strada, è perché qualcuno le cerca».

"Mentre gli occhi si sono concentrati sulla Grecia e nei Balcani, nel Mediterraneo centrale si vive una tragedia silenziosa", ha detto Sarah Crowe, una portavoce dell'UNICEF, che all'inizio di questo mese ha pubblicato un rapporto dal titolo Danger Every Step of theWay in cui si denunciano i rischi di abuso, sfruttamento e morte che i minori non accompagnati devono affrontare mentre viaggiano tra il Nord Africa e l'Italia.
Le ragioni dietro l'aumento non sono ancora chiare.
Simona Moscarelli, esperta legale dell'OIM in Italia, ha osservato che un picco di arrivi dall'Egitto quest'anno è in gran parte costituito da minori.
L'instabilità economica e politica in Egitto, così come la pressione della famiglia sui minori per dare una mano finanziariamente può essere tra i fattori di spinta. Per capire l'aumento di minori provenienti dall'Africa occidentale bisogno partire dalla comprensione di quanto sta accadendo in quei territori, dove una forte instabilità ed una mancanza di prospettive sono un fortissimo fattore di spinta.
"L'Italia sta facendo così tanto per salvare vite umane in mare, ma il problema inizia davvero quando i bambini arriva a terra ferma", ha detto Judith Sunderland di Human Rights Watch (HRW), che ha visitato gli Hotspot in Sicilia nel mese di giugno. Quando approdano sulle nostre coste e il loro viaggio sembra ormai essersi felicemente concluso, si trovano in realtà in uno stato di limbo. Nel rapporto diffuso da Human Rights Watch il 23 giugno scorso, confermato anche dalla commissione parlamentare d'inchiesta sui centri di accoglienzaha rilevato che nel centro di accoglienza di Pozzallo ci sono ragazzi (che in teoria dovrebbero restare negli Hotspot al massimo 72 ore, ma poi ci restano anche mesi) appena dodicenni costretti a vivere in una struttura sovraffollata dalla quale non gli è consentito uscire (mentre gli adulti possono muoversi liberamente).
Alcune ragazze eritree hanno anche dichiarato di essere state molestate da uomini adulti, e oltretutto non hanno alcun accesso a supporto psicologico e assistenza medica.

Il problema è organizzativo, credo volutamente, dato che basterebbe osservare cosa accade al di là delle nostre coste e prepararsi per tempo ad accogliere. Infatti, le autorità non sono ancora riuscite ad approntare un sistema per ridistribuire i minori non accompagnati in strutture collocate sul resto del territorio nazionale.
Insomma, il nostro paese sembra impreparato a occuparsi dell’alto numero di minori non accompagnati che arrivano sulle nostre coste, ma Vincenzo di Mauro, direttore di un centro per minori non accompagnati di Catania, denuncia che alla sesta estate di emergenza è ormai chiaro che qualcosa non funziona.
Per quanto gli arrivi non siano prevedibili, l’inadeguatezza della risposta è sorprendente. Nel tentativo di affrontare la situazione, il governo italiano prevede di creare circa 1.000 nuovi posti ( a mio avviso troppo pochi) di accoglienza per i minori non accompagnati con risorse provenienti asilo dell'UE, migrazione e Fondo per l'integrazione.

Vorrei concludere con la Storia di Maria, nome di fantasia, che ha appena 16 anni ed è scappata dal suo Paese, la Nigeria, in cerca di un futuro migliore. Prima di arrivare in Italia, ammassata e impaurita a bordo di un barcone, ha subito “brutalità” ed è “stata tenuta per giorni in una prigione sotterranea”. Le sue lacrime, mentre chiede allo Stato che la sta ospitando “di aiutarla a costruire un’opportunità per il futuro e un’educazione” sono l’immagine che più ha colpito il vice direttore generale dell’Unicef internazionale Justin Forsyth, in visita in Sicilia e a Lampedusa: “A questi bambini non serve solo un letto e un pezzo di pane, ma un futuro e un’educazione”. 


Minori Non Accompagnati, ecco cosa succede una volta arrivati in Italia.

Nei primi sei mesi del 2016 sono arrivati 7567 minori (su un totale di 28mila migranti) di cui circa il 92% sono arrivati da soli. La ...
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