Questa mattina il Corriere Fiorentino riporta la notizia secondo cui alcuni minori non accompagnati ospiti di una struttura di accoglienza di Firenze sono sospettati di terrorismo.
I sei ragazzi tra i 17 e i 19 anni, originari di Egitto, Gambia e Costa d'Avorio sono stati perquisiti dalla Digos sabato scorso, come riportato dall’edizione fiorentina del Corriere della Sera.
Le indagini, portate avanti dalla Digos, sono iniziate lo scorso Ottobre, in collaborazione con la cooperativa che ospita i ragazzi.
Prima hanno riguardato un 17enne egiziano, poi si sono allargate agli altri giovani.
Negli ultimi tempi i 6 minorenni avrebbero modificato le proprie abitudini, assumendo un atteggiamento ostile nei confronti del personale femminile del centro di accoglienza, intensificato i momenti di preghiera e modificato anche il loro aspetto fisico facendosi crescere la barba.
Ciò che però ha davvero insospettito la Digos sono state le ricerche, su internet, delle prediche degli imam più estremisti e seminatori di odio. Ad aggravare la loro posizione sono i contatti cercati di recente con un algerino nella moschea di via della Casella (moschea attenzionata per sospetto di reclutare potenziali terroristi) che avevano cominciato a frequentare. L'uomo avrebbe loro dato cellulari, tablet, libri e computer, tutti oggetti finiti sotto sequestro. Gli investigatori della Digos proprio su questi oggetti stanno concentrando la loro attenzione.
Al momento, le accuse sono di associazione con finalità di terrorismo.

Leonardo Cavaliere


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I Minori Stranieri non Accompagnati

MSNA accusati di associazione con finalità di terrorismo

Questa mattina il Corriere Fiorentino riporta la notizia secondo cui alcuni minori non accompagnati ospiti di una struttura di accoglienz...
Due modifiche per un comma sull’ammissione al gratuito patrocinio per i minori stranieri non accompagnati e per i minori orfani di vittime di crimini domestici hanno reso necessari i chiarimenti del Ministero.

Un errore sul gratuito patrocinio e nelle norme relative all’ammissione allo stesso hanno fatto sì che dovesse intervenire nel merito il Ministero della Giustizia, con una nota del 24 aprile 2018.

Ma vediamo cos’è accaduto. Due diversi testi normativi, l. n. 47/2017 e l. n. 4/2018, hanno modificato l’art. 76, comma 4-quater, d. P.R. n. 115/2002 ossia il Testo unico in materia di spese di giustizia.
Nello specifico, sono state inserite delle modifiche all’articolo che si occupa delle condizioni necessarie per l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato.

Con le modifiche relative al primo testo, nell’art. 76 si inserisce il comma 4-quater.

Esso chiarisce “il minore straniero non accompagnato coinvolto a qualsiasi titolo in un procedimento giurisdizionale ha diritto di essere informato dell’opportunità di nominare un legale di fiducia, anche attraverso il tutore nominato o l’esercente la responsabilità genitoriale ai sensi dell’art. 3, comma 1, della legge 4 maggio 1983, n. 184, e successive modificazioni, e di avvalersi, in base alla normativa vigente, del gratuito patrocinio a spese dello Stato in ogni stato e grado del procedimento. Per l’attuazione delle disposizioni contenute nel presente comma è autorizzata la spesa di 771.470 euro annui a decorrere dall’anno 2017”.

Ma anche la legge del 2018 è intervenuta sullo stesso articolo 76, con un nuovo comma.
Quest’ultimo ha lo stesso numero di quello sopra citato, 4-quater che spiega quanto segue.

“I figli minori o i figli maggiorenni economicamente non autosufficienti rimasti orfani di un genitore a seguito di omicidio commesso in danno dello stesso genitore dal coniuge, anche legalmente separato o divorziato, dall’altra parte dell’unione civile, anche se l’unione civile è cessata, o dalla persona che è o è stata legata da relazione affettiva e stabile convivenza possono essere ammessi al patrocinio a spese dello Stato, anche in deroga ai limiti di reddito previsti, applicando l’ammissibilità in deroga al relativo procedimento penale e a tutti i procedimenti civili derivanti dal reato, compresi quelli di esecuzione forzata”.
Su questo errore sul gratuito patrocinio è quindi dovuto intervenire il Ministero per fare chiarezza.

Da via Arenula spiegano che si è trattato “di un mero errore redazionale e non di una abrogazione per sostituzione della disposizione più risalente”.

Pertanto, è pacifico che “la disposizione introdotta dalla l. n. 4/2018 è stata indicata come “comma 4-quater” nonostante esistesse già una disposizione (di diverso tenore) così denominata introdotta dalla l. n. 47/2017”. Ora si attende l’intervento del legislatore.

Ma non è tutto.

Un ulteriore chiarimento del ministero ha riguardato la condivisione nelle banche dati normative e dall’Ufficio legislativo giunto alle medesime conclusioni, “condividendo l’utilità di una modifica legislativa che consenta la correzione dell’errore segnalato”.

Fonte: Responsabilecivile.it

Minori Stranieri non Accompagnati e gratuito patrocinio: errore e intervento del Ministero

Due modifiche per un comma sull’ammissione al gratuito patrocinio per i minori stranieri non accompagnati e per i minori orfani di vitt...
Ad un anno dall’entrata in vigore della legge 47/2017 denominata “Disposizioni in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati” più nota come Legge Zampa, dal nome della sua prima firmataria, Sandra Zampa, nella scorsa legislatura deputata del Partito Democratico e vicepresidente della Commissione infanzia della Camera, facciamo il punto della situazione.

Innanzitutto, c’è da dire che la legge Zampa ha colmato significative lacune nella protezione dei minori non accompagnati, introducendo disposizioni importanti, ad esempio sulle procedure di valutazione dell'età, ha migliorato le disposizioni riguardanti lo status giuridico dei non richiedenti asilo, ha semplificato le procedure relative al rilascio del permesso di soggiorno, lasciando soltanto quello per “minore età” e per “motivi familiari”, divieto esplicito di respingimento alla frontiera, ritorno assistito e volontario, soltanto su decisione dei Tribunale per i minorenni, nel superiore interesse del minore e soltanto dopo aver ascoltato il parere del minore e del tutore e tenuto conto dei risultati della valutazione sociale della situazione familiare, ecc.

Tra le modifiche più importi che la norma fa registrare, sicuramente la figura del Tutore volontario è quella più nota. In questo primo anno quasi quattromila cittadini in tutta Italia hanno dato la loro disponibilità a diventare tutori volontari di un minore non accompagnato. I dati sono dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza al 23 febbraio 2017. Si tratta di uno degli aspetti più innovativi di questa legge. Conferma, secondo Sandra Zampa, «che in realtà la società è pronta a cambiamenti». C'è da dire che il numero dei tutori nominati dai tribunali è purtroppo ancora esiguo. Dei 4.115 aspiranti tutori, ovvero i cittadini che si sono candidati ai corsi di formazione, solo 1.166 sono stati inseriti negli elenchi dei Tribunali dei Minori dopo la formazione e la conferma della effettiva disponibilità e appena 258 hanno ricevuto la nomina a tutore da parte di un Tribunale dei Minorenni (dati Garante Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza).
Inoltre, a mio avviso, andrebbe previsto per tutti i Tutori una polizza assicurativa per la responsabilità civile, il rimborso delle spese che si sostengono per la funzione nonchè prevedere permessi di lavoro.

Una legge innovativa, fortemente sostenuta da tutti gli operatori e dalle ONG che svolgono attività a favore dell’integrazione sociale degli stranieri, in particolare di minori non accompagnati.

“La legge riconosce che i minori stranieri non accompagnati, prima ancora che migranti o rifugiati, sono minori soli che vanno protetti e accompagnati nella loro crescita, al pari di ogni altro bambino e adolescente”, ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia di Save the Children.

Tuttavia, vari aspetti della legge devono ancora essere pienamente attuati e migliorati.

Innanzitutto, la legge resta carente in merito alle gravi lacune del sistema di accoglienza dei minori non accompagnati, infatti, si continua a collocare molti msna presso centri di accoglienza inadeguati.

Seppur la norma ha ridotto il tempo di permanenza nei centri di prima accoglienza da 60 a 30 giorni, molti minori restano fino alla maggiore età in questi centri. In questa fase, cruciale, va effettuato il primo colloquio. Ad oggi, non è stato adottato il D.P.C.M. che indica la procedura da seguire da parte degli operatori della stuttura di prima accoglienza.

La nuova legge, purtroppo, poco ha influito sulle cause che rendono difficile il trasferimento dei minori in centri di seconda accoglienza.

Uno dei motivi sono i limitati posti degli SPRAR. Poiché sono attivati su iniziativa del comune e, la maggior parte dei comuni non è disposta a partecipare al sistema SPRAR, i posti rimangono insufficienti rispetto al numero di minori non accompagnati presenti in Italia.

A questo, si aggiunge anche il più difficile percorso dell’affido familiare, «È evidente che un comune che attiva un sistema di affidi produce prima di tutto un grandissimo risparmio, perché la famiglia riceve un sostegno economico, ma ovviamente è più basso di quanto non venga invece a costare una comunità alloggio. Al tempo stesso però, vale soprattutto il discorso per cui quando parliamo di minori la famiglia è sempre preferibile. Ho visto un’esperienza simile in Olanda e devo dire è un modello eccellente», dichiara la Zampa. Sul punto c’è da dire che, oltre ad alcuni, pochi ancora, progetti territoriali, è nato il progetto pilota, promosso CNCA e Unicef, denominato Terreferme per favorire l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati sbarcati in Sicilia in famiglie affidatarie di Lombardia e Veneto. 80 al momento le famiglie in formazione. Si stima che i primi affidi partiranno con l'estate.

Inoltre, non è previsto alcun meccanismo volto ad una equa distribuzione dei minori non accompagnati tra regioni, prefetture e comuni. Di conseguenza, le regioni di primo approdo, in particolare la Sicilia, continuano a gestire la ricezione di un numero sproporzionato di minori non accompagnati.

“Tra gli aspetti di maggiore criticità, figurano soprattutto le prassi disomogenee per l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale, molto spesso negato ai minori prima del rilascio del permesso di soggiorno, al contrario di quanto previsto dalla legge, con gravissime conseguenze sul piano dell’assistenza sanitaria, soprattutto per chi soffre di malattie croniche o necessita di interventi operatori. Il mancato rilascio sembra dovuto in numerosi casi a una superabile difficoltà burocratica legata alla necessità di inserire il codice fiscale nella schermata di richiesta di iscrizione, codice fiscale che ovviamente i minorenni appena arrivati in Italia ancora non hanno.

Diversi problemi sono stati rilevati anche rispetto al rilascio del permesso di soggiorno per minore età, su cui la legge è intervenuta con il chiaro intento di semplificare le procedure e ridurre i tempi. In città come Palermo, Milano*, Trapani, Roma, per esempio, questa semplificazione delle procedure non risulta ancora attuata.

Allo stesso modo, in merito alla conversione del permesso di soggiorno al compimento dei 18 anni continuano ad esistere prassi che non rispettano quanto previsto dalla legge Zampa, la quale prevede di agevolare questo passaggio in particolare quando il percorso del minore rischia di essere bruscamente interrotto solo a causa di lungaggini burocratiche, che in molti casi dipendono dal parere ministeriale necessario ai fini della conversione”, denuncia Save The Children.
In conclusione, una legge potenzialmente ottima, con molte luci e qualche ombra, da migliorare, per favorire una vera protezione ed inclusione dei minori. 

Leonardo Cavaliere

* Sembrerebbe che a Milano i permessi per minore età vengono rilasciati anche senza documenti d'identità. 

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Le Misure di protezione di minori stranieri non accompagnati ad un anno dall’entrata in vigore della Legge Zampa.

Ad un anno dall’entrata in vigore della legge 47/2017 denominata “Disposizioni in materia di misure di protezione dei minori stranieri no...
18.916 le domande presentate, contro le 37.915 delle stesso periodo nel 2017, secondo uno studio della Fondazione Ismu: Calo drastico frutto degli accordi Italia – Libia.
Un terzo delle domande da nigeriani, bangladeshi e pakistani.
Aumentano in proporzione invece i minori non accompagnati: nel 2017 sono stati oltre 9.700, il numero più elevato del quadriennio preso in esame (erano 2.500 nel 2014) e il 73,5% in più rispetto al 2016.
Nel primo trimestre 2018 però gli oltre 1.800 minori soli che hanno fatto domanda di asilo nel nostro Paese costituiscono il 9,7% del totale dei richiedenti, mentre erano il 6% nello stesso periodo dell’anno precedente e il 5% nel 2016.
Il calo delle richieste d’asilo va di pari passo con la diminuzione degli sbarchi. Se in Italia nel 2016 si registrava la cifra record di 181mila arrivi (tra questi ben 26mila minori non accompagnati), nel 2017 i migranti approdati sulle nostre coste sono scesi a 119mila.
L’Italia conquista il primato in Europa per numero di minori stranieri non accompagnati che richiedono asilo. Se il dato complessivo nei paesi Ue si è dimezzato rispetto all’anno precedente (31.800 richieste nel 2017 contro le oltre 63mila del 2016), in Italia il trend è in continua crescita. Il nostro Paese supera la Germania e diventa primo destinatario di minori soli in cerca di protezione: oltre 9.900 domande (dati Eurostat), pari a quasi un terzo del totale delle domande presentate in tutti i Paesi Ue.

Leonardo Cavaliere 

L'Italia diventa primo destinatario di minori soli in cerca di protezione

18.916 le domande presentate, contro le 37.915 delle stesso periodo nel 2017, secondo uno studio della Fondazione Ismu: Calo drastico fru...
“I minori non devono essere detenuti per fini di immigrazione” e la Commissione europea dovrebbe agire contro gli Stati membri dell’UE “in caso di detenzione prolungata e sistematica dei minori e delle loro famiglie”, ha dichiarato il Parlamento in una risoluzione non legislativa approvata per alzata di mano.
Vulnerabili alla tratta, alla violenza e allo sfruttamento. Secondo le stime, sono 5,4 milioni i bambini migranti che vivono in Europa, rileva la risoluzione. Si tratta di 1 bambino migrante su 6 nel mondo (dati UNICEF). 
I deputati sottolineano che la mancanza di informazioni affidabili e la lunghezza del ricongiungimento familiare e delle procedure di nomina dei tutori, nonché il timore di essere detenuti, rinviati o trasferiti, si traducono molto spesso nella fuga dei bambini, che vengono così esposti alla tratta, alla violenza e allo sfruttamento.
Il Parlamento esorta le autorità nazionali ad accelerare le procedure per la nomina di tutori per i minori non accompagnati, i quali dovrebbero essere poi ospitati in strutture separate da quelle degli adulti, al fine di evitare qualsiasi rischio di violenza e abuso sessuale.
I deputati chiedono sia data priorità al trasferimento di minori non accompagnati dalla Grecia e dall’Italia, ma anche che tutte le procedure pendenti di ricongiungimento familiare siano portate a termine senza ritardi.
Nella risoluzione si sottolinea poi l’importanza di istituire un solido sistema di identificazione e registrazione per garantire che i minori entrino in sistemi di protezione nazionali. Richiede inoltre una maggiore cooperazione tra le autorità preposte all’applicazione delle norme e alla tutela dei minori per individuare e proteggere i bambini scomparsi.
I deputati sono particolarmente preoccupati per lo sfruttamento delle ragazze a fini di prostituzione e chiedono agli Stati membri di intensificare gli sforzi e la cooperazione transfrontaliera per identificare i minori vittime di tratta, abuso e ogni altra forma di sfruttamento.
Per quanto riguarda le procedure di verifica dell’età, la risoluzione sottolinea che le visite mediche dei bambini dovrebbero sempre essere effettuate “in modo non invadente e nel rispetto della loro dignità”. Il Parlamento ha inoltre respinto l'uso della coercizione per l'acquisizione di dati biometrici dei bambini.

Minori migranti. Il Parlamento UE dice no alla detenzione in attesa della definizione dello status e chiede il diritto all'istruzione

“I minori non devono essere detenuti per fini di immigrazione” e la Commissione europea dovrebbe agire contro gli Stati membri dell’UE “in...
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