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L’Unicef dichiara in un nuovo rapporto del Fondo delle Nazioni Unite che oltre 300mila minori migranti non accompagnati in fuga sono stati registrati, in 80 paesi, tra 2015 e 2016, il numero è aumentato di cinque volte dal 2010, quando ne furono registrati 66mila. “C’è un numero impressionante di minori che si mette in viaggio autonomamente e noi adulti non riusciamo a garantire loro protezione”, ha detto il vice direttore esecutivo di Unicef, Justin Forsyth. “Trafficanti senza scrupoli sfruttano la loro fragilità per ottenere guadagni personali. Aiutano i minori ad attraversare i confini solo per ridurli in schiavitù o costringerli a prostituirsi”. Più della metà, 170.000, ha chiesto protezione in Europa. 
Il 92% di chi è arrivato via mare in Italia era solo o è stato separato dai genitori mentre il 75% tra i 14 e i 17 anni ha riferito di essere stato detenuto o costretto a lavorare.
Il rapporto evidenzia che un numero in aumento di bambini sta percorrendo rotte sempre più pericolose, spesso in balia dei responsabili di traffico e di tratta, per raggiungere le loro destinazioni. A livello globale circa il 28% delle vittime di tratta sono bambini, mentre in Africa Sub Sahariana e in America Centrale e nei Caraibi sono stati riscontrati i tassi più alti di bambini fra le vittime di tratta accertate, rispettivamente il 64 % e il 62%.
Il report racconta della Storia di Mary, minorenne non accompagnata di 17 anni vittima di tratta. Mary di origine nigeriana ha subito in prima persona violenze e soprusi durante il terribile viaggio che l’hanno portata prima in Libia e poi in Italia. Mary è stata abusata per oltre tre mesi in Libia e racconta che il suo trafficante “Ha sempre detto che ci avrebbe trattato bene e che saremmo stati al sicuro. Non era vero. Era una bugia.” Poi aggiunge, “Mi ha detto che se non avessi dormito con lui non mi avrebbe portata in Europa. Mi ha violentata.”
L'aumento dei migranti a livello globale ha fatto aumentare il numero di contrabbandieri. I minori sono intrappolati nelle reti del contrabbando tanto che a volte sono essi stessi costretti a reclutare altre vittime per ridurre il debito contratto. Il report ha messo in evidenza ancora una volta i terribili abusi a cui sono costretti i bambini, sottolineando l'aumento dello sfruttamento per fini sessuali.
Molti dei risultati del rapporto Unicef fanno eco al Report dell'Università di Harvard  “Emergency within emergency: the growing epidemic of sexual exploitation and abuse of migrant children in Greece" che ha avvertito che “i bambini gravitano in attività pericolose e illegali per pagare i trafficanti, compreso i furti, lo spaccio di droga e lo sfruttamento sessuale".Prima del G7 che si svolgerà in Italia, l’Unicef chiede ai Governi di adottare un’agenda di sei punti per “proteggere i bambini rifugiati e migranti da sfruttamento e violenza”, “porre fine alla detenzione dei bambini richiedenti lo status di rifugiato o migranti”, tenere unite le famiglie”, “consentire ai bambini rifugiati e migranti di studiare e dare loro accesso a servizi sanitari e di altro tipo, di qualità”, “intraprendere azioni sulle cause che spingono a movimenti di massa di migranti e rifugiati”, “promuovere misure che combattano xenofobia, discriminazioni e marginalizzazione nei Paesi di transito e di destinazione”.



300mila minori non accompagnati in fuga tra 2015 e 2016

L’ Unicef dichiara in un nuovo rapporto del Fondo delle Nazioni Unite che oltre 300mila minori migranti non accompagnati in fuga sono st...
Le organizzazioni impegnate nella tutela dei diritti dei bambini accolgono favorevolmente le nuove linee guida della Commissione Europea che individuano azioni concrete per offrire protezione a tutti i minori migranti e rifugiati che giungono in Europa.

Le misure – che affrontano quelle lacune che hanno causato la sparizione di molti bambini, esponendoli al rischio di abusi o sfruttamento – riguardano tutti i bambini, siano essi migranti o rifugiati, che giungono in Europa da soli o con i loro familiari. Tra le misure previste figurano l’accesso a strutture di accoglienza sicure, istruzione, assistenza sanitaria e la ricerca di soluzioni a lungo termine nell’interesse superiore del minore. 

Un insieme di misure che erano in buona parte assenti dalle decisioni dell’UE da quando la crisi dei migranti e rifugiati ha registrato una escalation nel 2015. Le organizzazioni chiedono ora all’UE di trasformare le parole in azioni per garantire che i bambini, che nel 2015 e nel 2016 costituivano fino al 30% di tutte le domande di asilo in Europa, non diventino vittime di abusi e sfruttamento una volta giunti in Europa.

“Attraverso il nostro lavoro sul campo assistiamo alle terribili condizioni che i bambini migranti e rifugiati sono costretti ad affrontare dal momento in cui arrivano in Europa. La mancanza di strutture di accoglienza adeguate in molti casi spinge i bambini nelle mani dei trafficanti di esseri umani. Sulle isole greche, dove migliaia di bambini sono trattenuti in condizioni di detenzione da quando è stato implementato l’accordo UE-Turchia più di un anno fa, abbiamo assistito ad un aumento di atti di autolesionismo, abuso di sostanze, ansia e depressione tra i minori. La comunicazione dell’UE promette investimenti, di cui c’è grande bisogno, per assumere e formare il personale dedicato alla protezione dei minori. Esortiamo quindi l’UE a garantire che tali misure abbiano un impatto immediato sui minori che sono intrappolati in questo limbo e che stanno perdendo ogni speranza per il loro futuro”, ha dichiarato Ester Asin, Direttore dell’ufficio di Bruxelles di Save the Children.

“Se da un lato bisogna affrontare i bisogni dei minori non accompagnati, dall’altro si dimentica spesso che anche i bambini che viaggiano con i loro familiari hanno bisogno di sostegno e protezione. Siamo molto soddisfatti che nonostante il clima politico attuale l’UE stia finalmente affrontando i bisogni di tutti i bambini vulnerabili e siamo convinti che queste proposte possano avere un impatto reale sulla vita dei minori. Auspichiamo che questa comunicazione si trasformi al più presto in azioni e risultati sul campo e siamo pronti a supportare gli Stati membri dell’UE nell’adozione di tali misure per garantire il miglioramento delle condizioni di vita dei bambini”, ha dichiarato Ignacio Packer, Segretario Generale di Terre des Hommes.

“I minori migranti sono prima di tutto bambini, ma troppo spesso non vengono trattati come tali. Accogliamo con favore che la comunicazione dell’UE affronti in modo esauriente i diritti dei minori senza documenti, compresi coloro che arrivano con le proprie famiglie, ma è fondamentale che nessuno bambino sia più detenuto, nemmeno come ultima risorsa. Attendiamo quindi di lavorare congiuntamente all’UE per sviluppare alternative alla detenzione, in modo da assicurare che gli impegni promessi diventino una realtà per i bambini”, ha affermato Michele LeVoy, Direttore della Piattaforma per la Cooperazione Internazionale sui Minori senza documenti (PICUM).

“A causa della mancanza di una protezione adeguata, più di 10.000 bambini sono scomparsi lo scorso anno dopo essere arrivati in Europa. Sappiamo molto poco di quanto accada loro, del perché scompaiano e dei rischi ai quali vanno incontro. Ma sappiamo con certezza che molti di loro subiscono traumi mentre tentano disperatamente di raggiungere i propri familiari che già vivono in Europa, nella speranza di trovare un posto sicuro in cui vivere e poter andare a scuola. Una rete europea di tutela, una migliore raccolta dei dati, una migliore formazione e una maggiore cooperazione tra gli Stati membri contribuirebbe a diminuire il numero di bambini che scompaiono. I bambini migranti non devono essere trattati diversamente dagli altri bambini dei paesi ospitanti. Ci auguriamo pertanto che l'UE e gli Stati membri garantiscano che questi minori ricevano uguale protezione“, ha detto Delphine Moralis, Segretario Generale di Missing Children Europe.

“La società civile chiede regole europee più stringenti sulla raccolta dei dati in modo da promuovere dibattiti che si basino su fatti concreti e non su ipotesi. Questo vale per tutte le aree chiave del Sistema Europeo Comune di Asilo, come la detenzione e il sistema di Dublino. Ma è incoraggiante che la Commissione stia già facendo passi in questa direzione”, ha dichiarato Elona Bokshi, Senior Policy e Project officer dell’European Council of Refugees and Exiles.


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I Minori Stranieri non Accompagnati

Minori Migranti: le Organizzazioni per i diritti dei bambini accolgono con favore le misure annunciate dalla Commissione Europea per proteggere i minori migranti e rifugiati

Le organizzazioni impegnate nella tutela dei diritti dei bambini accolgono favorevolmente le nuove linee guida della Commissione Europea ...
Dopo oltre tre anni di attesa i tempi di approvazione della legge sull’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati si allungano. Infatti, la chiusura dell'iter legislativo in Senato ha subito un arresto a causa di modifiche richieste dalla Commissione Bilancio sulla base di un parere della Ragioneria di Stato. Ricordiamo che il testo aveva, in sede di esame alla Camera dei Deputati, ottenuto un parere favorevole da parte del Ministero dell'Economia e delle Finanze. A seguito di questa battuta d'arresto la legge c.d. Zampa dovrà tornare alla Camera dei deputati per il varo definitivo con tutti i rischi legati alle difficoltà del calendario parlamentare.
Il fermo della legge può avere gravi conseguenze per i minori non accompagnati giunti in Italia
I minori non accompagnati, arrivati via mare, sono circa 26000, a cui devono aggiungersi quelli arrivati via terra, dei quali non si ha un conteggio esatto. A questi minori devono aggiungersi quelli arrivati nel primo mese del 2017 che rappresentano il 24% in più rispetto a quelli arrivati nello stesso periodo dell'anno scorso. Tendenza che sembra essere confermata anche dai dati di Febbraio.
Visti i numeri e i rischi gravissimi in cui possono incorrere, si capisce come sia urgente l'approvazione che regoli un sistema strutturato ed efficiente che li possa proteggere in modo adeguato, come quello previsto dal disegno di legge Zampa
Il ddl già approvato dalla Camera, e sostenuto dalle principali organizzazioni umanitarie, in primis Save The Children, e di tutela dei diritti, tra cui "minoristranierinonaccompagnati il blog", interviene sugli aspetti fondamentali per la vita dei minori migranti non accompagnati che arrivano in Italia: dalla procedura per accertare la minore età agli standard dell’accoglienza, dalla promozione dell’affido familiare alla figura del tutore, dalle cure sanitarie all’accesso all’istruzione, tutti tasselli fondamentali per la loro protezione e per facilitare il loro percorso positivo di integrazione.
Oggi, più di ieri, bisogna far sentire la voce di questi minori. Questa legge, che potrebbe essere archetipo anche per altri stati, è uno strumento di civiltà fondamentale per i tanti minori migranti senza adulti di riferimento. 
L'Italia ha il dovere di tutelare questi bambini!!!
(fonte: savethechildren.it)

Leonardo Cavaliere

Minori stranieri non accompagnati a rischio la legge su accoglienza e protezione

Dopo oltre tre anni di attesa i tempi di approvazione della legge sull’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati si allungano. Inf...
Vicenza, incremento di minori stranieri non accompagnati. La Regione: "correre subito ai ripari"
L’assessore al sociale della Regione Veneto, Manuela Lanzarin ha convocato mercoledì mattina il tavolo regionale per i minori stranieri non accompagnati, per fare il punto della situazione, presenti il Garante regionale dei diritti della persona e i rappresentanti dei comuni capoluogo, della Prefettura di Venezia.  L’esperienza veneta pensata per i ragazzi tra i 16 e i 18 anni ha anticipato le linee-guida proposte dalla Conferenza Stato-Regioni, “dimostrando di poter offrire – continua Lanzarin - una soluzione rispettosa dei diritti dei minori e dell’esigenza di aiutare i comuni a fronteggiare l’onere economico imposto da un fenomeno in continua crescita”. La sperimentazione avviata nel 2016 di accogliere minori non accompagnati in appartamenti protetti, a piccoli gruppi, in percorsi di autonomia, ha dato esiti positivi e proseguirà anche nel 2017. 
Al 31 dicembre 2016 il ministero del Welfare certificava la presenza in Veneto di 304 minori stranieri non accompagnati, ma in realtà comuni capoluogo, come Padova, hanno registrato nel loro territorio, presenze nell’ordine di oltre un centinaio di ragazzi. In media oltre la metà provengono dai Balcani (30 per cento albanesi, 20% kosovari), arrivati via terra. Residuali invece gli arrivi con gli sbarchi via mare.

Leonardo Cavaliere

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Minori Non Accompagnati l'esperienza positiva dei gruppi appartamento

Vicenza, incremento di minori stranieri non accompagnati. La Regione: "correre subito ai ripari" „ L’assessore al sociale della...
1 minore migrante su 3 sparito dopo lo smantellamento del campo di Calais. Ad affermarlo è il Refugee Youth Service che successivamente allo smantellamento non riusciva ad individuare un terzo dei 179 minori migranti sgomberati. "Siamo scoraggiati che ancora una volta i bambini, i più vulnerabili tra i rifugiati, sono scomparsi a seguito dello sgombero caotico a Calais. E 'particolarmente preoccupante che l'allarme non venga sollevato ",  ha detto il  co-fondatore di RYS, Josie Naughton.

After the demolition of the Calais ‘Jungle’ migrant camp, about a third of the children previously residing in the squalor who were being tracked by a UK charity have now reportedly gone missing.
The Refugee Youth Service (RYS) said,“a third of the 179 children tracked in October have gone missing after the eviction of the ‘jungle’.”
https://twitter.com/HelpRefugeesUK/status/801489854123143168
“We are disheartened that once again children, the most vulnerable of refugees, have gone missing following the chaotic eviction in Calais. It is particularly worrying that alarm bells are not being raised,” said Refugee Youth Service co-founder Josie Naughton.
After the camp which, according to some estimates, housed over 10,000 migrants was demolished following fierce clashes between migrants and police, many unaccompanied children had no place to go. Some minors were reportedly even used to pick fruit at a local farm, just to survive, the Safe Passage UK program previously said.
The rest of the refugees, including some 1,500 children, have been transferred to accommodation centers throughout France when the jungle was demolished on October 24-26. A number of unaccompanied children left the camp for the United Kingdom.
“This has led to worries that these missing children will, instead of turning to state services, be preyed upon by traffickers and smugglers,” the charity said.
To get to the UK, which lies just across the English Channel, minors must have relatives already living in the UK. Under this scheme, Britain has already agreed to take in around 1,000 migrant children before the Christmas holidays.
Another legal way for unaccompanied minors to get into the United Kingdom is to seek sanctuary under the so-called Dubs amendment to the Immigration Act.
“Both governments need to start to take responsibility for minors and provide them with adequate safeguarding to ensure they are properly protected and uphold their responsibilities according to the UN convention on the rights of a child,” Naughton said.
Thousands of migrants looking to cross the English Channel to find asylum in the UK were holed up on the Calais border for months. The majority of people came from the Middle East and Africa and resided in horrific conditions infested by rats and dominated by water contamination and disease.
There were also reports of violence inside and outside the camp. Frustrated with the situation, migrants from Syria, Iraq, Afghanistan, Nigeria, Sudan and Senegal, regularly attacked lorries and clashed with police as they tried to make it across the English Channel.
Unable to crack down on violence, French authorities went ahead to evacuate some 6,400 migrants from the encampment in 170 buses, starting on 24 October 2016. After fierce clashes, the authorities declared the jungle cleared on 26 October 2016. (Fonte RT)

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1 minore migrante su 3 sparito dopo lo smantellamento del campo di Calais

1 minore migrante su 3 sparito dopo lo smantellamento del campo di Calais. Ad affermarlo è il Refugee Youth Service che successivamente al...
L'agenzia Europea per i diritti fondamentali in uno studio sulla situazione dei diritti cita più volte l'Italia come esempio negativo. "La tutela dei diritti dei minori non accompagnati che arrivano in Europa è a rischio e le risposte comunitarie continuano a essere carenti".

Lo Studio condotto tra settembre 2015 e settembre 2016 dice che dare a i minori non accompagnati "adeguate strutture specializzate" resta "una sfida" in vari Paesi, "come Bulgaria, Ungheria e Italia". 
In particolare, la carenza d'informazioni fornite ai minori "riguardo ai propri diritti e alla protezione internazionale" e per i ritardi nella nomina dei tutori, "fino a otto mesi", che impediscono "l'accesso all'accoglienza e al ricongiungimento famigliare".
L'agenzia UE dice inoltre che le procedure d'asilo per i minori si rivelano un percorso a ostacoli e, in Italia, Grecia e Bulgaria, "sono spesso state avviate senza la presenza di un tutore".

Cosa estremamente grave per un paese come l'Italia è essere citati per la forte riluttanza ad accogliere i migranti in piccoli comuni. I fatti di Gorino lo dimostrano.

Sebbene diversi Paesi Ue, tra cui Italia, Austria e Germania abbiano "fatto progressi nello sviluppo degli standard di accoglienza" - evidenzia la relazione - le reazioni negative delle comunità locali verso i migranti e le strutture di accoglienza sono "in aumento". I motivi delle proteste sono da ricercare soprattutto nella paura di "un danno economico per la popolazione locale" e di "un indebolimento della legalità". Gli episodi "xenofobi e razzisti", si legge infine nel documento, si verificano "in luoghi trasversali in tutti i Paesi dell'Ue". 

Italia carente nella protezione dei minori. E' quanto afferma l'agenzia Europea per i diritti fondamentali

L'agenzia Europea per i diritti fondamentali in uno studio sulla situazione dei diritti cita più volte l'Italia come esempio negat...
Alle ore 6 del 24 ottobre è iniziato lo sgombero della Jungle di Calais. Lo sgombero dell'insediamento informale porta con se le polemiche sull'accoglienza dei minori non accompagnati che restano una delle questioni più urgenti da risolvere. Nel frattempo, con l'arrivo dei primi migranti minorenni in Inghilterra sono scoppiate le polemiche circa la "vera" età dei minori ricollocati.

Di seguito una selezione di approfondimento su quello che sta accadendo a Calais in queste ore.







La Lunga Attesa  Refugee Rights Data Project

What does the closure of the Calais camp mean for the refugees? Our panel discuss The Guardian


Lo sgombero della “giungla” di Calais e l’accoglienza dei minori non accompagnati

Alle ore 6 del 24 ottobre è iniziato lo sgombero della Jungle di Calais. Lo sgombero dell'insediamento informale porta con se le pole...
“Troppo spesso, i bambini non accompagnati scivolano tra le ‘crepe’ del sistema di tutela dei minorenni e passano inosservati, non vengono registrati e non sono seguiti. Considerato che lì il sistema non è adeguato, i minorenni non accompagnati decidono per conto loro di evitare ritardi procedurali o il fermo, cosa che li espone a gravi pericoli”. E l’allarme lanciato dall’Unicef, specificando che sono centinaia i bambini non accompagnati che – nonostante la chiusura delle frontiere – ogni giorno sono in movimento nel sud est dell’Europa.
Infatti, nonostante le politiche migratorie restrittive di alcuni Paesi europei e gli accordi in vigore, molto spesso i migranti minorenni non accompagnati scelgono di assumersi rischi sempre maggiori pur di continuare il loro viaggio della speranza per arrivare nell’Europa occidentale, spesso scegliendo percorsi migratori alternativi molto rischiosi. Dal momento della chiusura della rotta migratoria dei Balcani occidentali, il numero di bambini che arrivano in Bulgaria è aumentato di cinque volte, da 193 di marzo a 906 nel mese di agosto e circa il 50% di loro erano non accompagnati. La maggior parte sono stati trattenuti illegalmente, sia con gli adulti non loro parenti sia da soli e sono stati liberati solo al momento in cui hanno chiesto asilo. Inoltre, ai primi di settembre, due bambini sono morti e altri due sono scomparsi, quando la loro barca si è capovolta nel tentativo di attraversare il Danubio in Romania.
Dal mese di giugno 2016 l’Unicef stima che 250 rifugiati e migranti sono continuati ad arrivare in Serbia ogni giorno e il 37% sono bambini. Nel mese di settembre, gli assistenti sociali hanno identificato e aiutato almeno 148 bambini non accompagnati e separati. Alla fine di settembre, fino al 60% dei bambini non accompagnati registrati in Grecia erano ancora in lista d’attesa per ottenere un alloggio. L’Unicef ricorda agli Stati “i loro obblighi di monitorare ciò che accade ai bambini non accompagnati e di assicurarsi che le politiche e le leggi nazionali garantiscano il loro superiore interesse”. Edith Driscoll interris.it


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Migranti, l’allarme dell’Unicef: “Centinaia di minorenni attraversano da soli le frontiere del sud-est d’Europa”

“Troppo spesso, i  bambini  non accompagnati scivolano tra le ‘crepe’ del sistema di  tutela dei minorenni  e passano inosservati, non ve...
Il messaggio di Papa Francesco per la giornata mondiale del migrante e del rifugiato del prossimo 15 gennaio 2017 è dedicato specialmente ai minori migranti, specialmente ai minori stranieri non accompagnati. «Sono in primo luogo i minori a pagare i costi gravosi dell’emigrazione, provocata quasi sempre dalla violenza, dalla miseria e dalle condizioni ambientali, fattori ai quali si associa anche la globalizzazione nei suoi aspetti negativi. La corsa sfrenata verso guadagni rapidi e facili comporta anche lo sviluppo di aberranti piaghe come il traffico di bambini, lo sfruttamento e l’abuso di minori».

Il testo del Messaggio Papale

Cari fratelli e sorelle!«Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato» (Mc 9,37; cfr Mt 18,5; Lc 9,48; Gv 13,20). Con queste parole gli Evangelisti ricordano alla comunità cristiana un insegnamento di Gesù che è entusiasmante e, insieme, carico di impegno. Questo detto, infatti, traccia la via sicura che conduce fino a Dio, partendo dai più piccoli e passando attraverso il Salvatore, nella dinamica dell’accoglienza. Proprio l’accoglienza, dunque, è condizione necessaria perché si concretizzi questo itinerario: Dio si è fatto uno di noi, in Gesù si è fatto bambino e l’apertura a Dio nella fede, che alimenta la speranza, si declina nella vicinanza amorevole ai più piccoli e ai più deboli. Carità, fede e speranza sono tutte coinvolte nelle opere di misericordia, sia spirituali sia corporali, che abbiamo riscoperto durante il recente Giubileo Straordinario.
Ma gli Evangelisti si soffermano anche sulla responsabilità di chi va contro la misericordia: «Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo del mare» (Mt 18,6; cfr Mc 9,42; Lc 17,2). Come non pensare a questo severo monito considerando lo sfruttamento esercitato da gente senza scrupoli a danno di tante bambine e tanti bambini avviati alla prostituzione o presi nel giro della pornografia, resi schiavi del lavoro minorile o arruolati come soldati, coinvolti in traffici di droga e altre forme di delinquenza, forzati alla fuga da conflitti e persecuzioni, col rischio di ritrovarsi soli e abbandonati?
Per questo, in occasione dell’annuale Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, mi sta a cuore richiamare l’attenzione sulla realtà dei migranti minorenni, specialmente quelli soli, sollecitando tutti a prendersi cura dei fanciulli che sono tre volte indifesi perché minori, perché stranieri e perché inermi, quando, per varie ragioni, sono forzati a vivere lontani dalla loro terra d’origine e separati dagli affetti familiari.
Le migrazioni, oggi, non sono un fenomeno limitato ad alcune aree del pianeta, ma toccano tutti i continenti e vanno sempre più assumendo le dimensioni di una drammatica questione mondiale. Non si tratta solo di persone in cerca di un lavoro dignitoso o di migliori condizioni di vita, ma anche di uomini e donne, anziani e bambini che sono costretti ad abbandonare le loro case con la speranza di salvarsi e di trovare altrove pace e sicurezza. Sono in primo luogo i minori a pagare i costi gravosi dell’emigrazione, provocata quasi sempre dalla violenza, dalla miseria e dalle condizioni ambientali, fattori ai quali si associa anche la globalizzazione nei suoi aspetti negativi. La corsa sfrenata verso guadagni rapidi e facili comporta anche lo sviluppo di aberranti piaghe come il traffico di bambini, lo sfruttamento e l’abuso di minori e, in generale, la privazione dei diritti inerenti alla fanciullezza sanciti dalla Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia.
L’età infantile, per la sua particolare delicatezza, ha delle esigenze uniche e irrinunciabili. Anzitutto il diritto ad un ambiente familiare sano e protetto dove poter crescere sotto la guida e l’esempio di un papà e di una mamma; poi, il diritto-dovere a ricevere un’educazione adeguata, principalmente nella famiglia e anche nella scuola, dove i fanciulli possano crescere come persone e protagonisti del futuro proprio e della rispettiva nazione. Di fatto, in molte zone del mondo, leggere, scrivere e fare i calcoli più elementari è ancora un privilegio per pochi. Tutti i minori, poi, hanno diritto a giocare e a fare attività ricreative, hanno diritto insomma ad essere bambini.
Tra i migranti, invece, i fanciulli costituiscono il gruppo più vulnerabile perché, mentre si affacciano alla vita, sono invisibili e senza voce: la precarietà li priva di documenti, nascondendoli agli occhi del mondo; l’assenza di adulti che li accompagnano impedisce che la loro voce si alzi e si faccia sentire. In tal modo, i minori migranti finiscono facilmente nei livelli più bassi del degrado umano, dove illegalità e violenza bruciano in una fiammata il futuro di troppi innocenti, mentre la rete dell’abuso dei minori è dura da spezzare.
Come rispondere a tale realtà?
Prima di tutto rendendosi consapevoli che il fenomeno migratorio non è avulso dalla storia della salvezza, anzi, ne fa parte. Ad esso è connesso un comandamento di Dio: «Non molesterai il forestiero né lo opprimerai, perché voi siete stati forestieri in terra d’Egitto» (Es 22,20); «Amate dunque il forestiero, perché anche voi foste forestieri nella terra d’Egitto» (Dt 10,19). Tale fenomeno costituisce un segno dei tempi, un segno che parla dell’opera provvidenziale di Dio nella storia e nella comunità umana in vista della comunione universale. Pur senza misconoscere le problematiche e, spesso, i drammi e le tragedie delle migrazioni, come pure le difficoltà connesse all’accoglienza dignitosa di queste persone, la Chiesa incoraggia a riconoscere il disegno di Dio anche in questo fenomeno, con la certezza che nessuno è straniero nella comunità cristiana, che abbraccia «ogni nazione, razza, popolo e lingua» (Ap 7,9). Ognuno è prezioso, le persone sono più importanti delle cose e il valore di ogni istituzione si misura sul modo in cui tratta la vita e la dignità dell’essere umano, soprattutto in condizioni di vulnerabilità, come nel caso dei minori migranti.
Inoltre occorre puntare sulla protezione, sull’integrazione e su soluzioni durature.
Anzitutto, si tratta di adottare ogni possibile misura per garantire ai minori migranti protezione e difesa, perché «questi ragazzi e ragazze finiscono spesso in strada abbandonati a sé stessi e preda di sfruttatori senza scrupoli che, più di qualche volta, li trasformano in oggetto di violenza fisica, morale e sessuale» (Benedetto XVI, Messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2008).
Del resto, la linea di demarcazione tra migrazione e traffico può farsi a volte molto sottile. Molti sono i fattori che contribuiscono a creare uno stato di vulnerabilità nei migranti, specie se minori: l’indigenza e la carenza di mezzi di sopravvivenza – cui si aggiungono aspettative irreali indotte dai media –; il basso livello di alfabetizzazione; l’ignoranza delle leggi, della cultura e spesso della lingua dei Paesi ospitanti. Tutto ciò li rende dipendenti fisicamente e psicologicamente. Ma la spinta più potente allo sfruttamento e all’abuso dei bambini viene dalla domanda. Se non si trova il modo di intervenire con maggiore rigore ed efficacia nei confronti degli approfittatori, non potranno essere fermate le molteplici forme di schiavitù di cui sono vittime i minori.
È necessario, pertanto, che gli immigrati, proprio per il bene dei loro bambini, collaborino sempre più strettamente con le comunità che li accolgono. Con tanta gratitudine guardiamo agli organismi e alle istituzioni, ecclesiali e civili, che con grande impegno offrono tempo e risorse per proteggere i minori da svariate forme di abuso. E’ importante che si attuino collaborazioni sempre più efficaci ed incisive, basate non solo sullo scambio di informazioni, ma anche sull’intensificazione di reti capaci di assicurare interventi tempestivi e capillari. Senza sottovalutare che la forza straordinaria delle comunità ecclesiali si rivela soprattutto quando vi è unità di preghiera e comunione nella fraternità.
In secondo luogo, bisogna lavorare per l’integrazione dei bambini e dei ragazzi migranti. Essi dipendono in tutto dalla comunità degli adulti e, molto spesso, la scarsità di risorse finanziarie diventa impedimento all’adozione di adeguate politiche di accoglienza, di assistenza e di inclusione. Di conseguenza, invece di favorire l’inserimento sociale dei minori migranti, o programmi di rimpatrio sicuro e assistito, si cerca solo di impedire il loro ingresso, favorendo così il ricorso a reti illegali; oppure essi vengono rimandati nel Paese d’origine senza assicurarsi che ciò corrisponda al loro effettivo “interesse superiore”.
La condizione dei migranti minorenni è ancora più grave quando si trovano in stato di irregolarità o quando vengono assoldati dalla criminalità organizzata. Allora essi sono spesso destinati a centri di detenzione. Non è raro, infatti, che vengano arrestati e, poiché non hanno denaro per pagare la cauzione o il viaggio di ritorno, possono rimanere per lunghi periodi reclusi, esposti ad abusi e violenze di vario genere. In tali casi, il diritto degli Stati a gestire i flussi migratori e a salvaguardare il bene comune nazionale deve coniugarsi con il dovere di risolvere e di regolarizzare la posizione dei migranti minorenni, nel pieno rispetto della loro dignità e cercando di andare incontro alle loro esigenze, quando sono soli, ma anche a quelle dei loro genitori, per il bene dell’intero nucleo familiare.
Resta poi fondamentale l’adozione di adeguate procedure nazionali e di piani di cooperazione concordati tra i Paesi d’origine e quelli d’accoglienza, in vista dell’eliminazione delle cause dell’emigrazione forzata dei minori.
In terzo luogo, rivolgo a tutti un accorato appello affinché si cerchino e si adottino soluzioni durature. Poiché si tratta di un fenomeno complesso, la questione dei migranti minorenni va affrontata alla radice. Guerre, violazioni dei diritti umani, corruzione, povertà, squilibri e disastri ambientali fanno parte delle cause del problema. I bambini sono i primi a soffrirne, subendo a volte torture e violenze corporali, che si accompagnano a quelle morali e psichiche, lasciando in essi dei segni quasi sempre indelebili.
È assolutamente necessario, pertanto, affrontare nei Paesi d’origine le cause che provocano le migrazioni. Questo esige, come primo passo, l’impegno dell’intera Comunità internazionale ad estinguere i conflitti e le violenze che costringono le persone alla fuga. Inoltre, si impone una visione lungimirante, capace di prevedere programmi adeguati per le aree colpite da più gravi ingiustizie e instabilità, affinché a tutti sia garantito l’accesso allo sviluppo autentico, che promuova il bene di bambini e bambine, speranze dell’umanità.
Infine, desidero rivolgere una parola a voi, che camminate a fianco di bambini e ragazzi sulle vie dell’emigrazione: essi hanno bisogno del vostro prezioso aiuto, e anche la Chiesa ha bisogno di voi e vi sostiene nel generoso servizio che prestate. Non stancatevi di vivere con coraggio la buona testimonianza del Vangelo, che vi chiama a riconoscere e accogliere il Signore Gesù presente nei più piccoli e vulnerabili.
Affido tutti i minori migranti, le loro famiglie, le loro comunità, e voi che state loro vicino, alla protezione della Santa Famiglia di Nazareth, affinché vegli su ciascuno e li accompagni nel cammino; e alla mia preghiera unisco la Benedizione Apostolica.
Dal Vaticano, 8 settembre 2016, Festa della Natività della B. Vergine Maria.
FRANCESCO

Migranti minorenni, vulnerabili e senza voce

Il messaggio di Papa Francesco per la giornata mondiale del migrante e del rifugiato del prossimo 15 gennaio 2017 è dedicato specialmente ...

«Sono 2.848 i minori stranieri non accompagnati giunti quest'anno in Calabria, secondo i dati delle Prefetture della regione. Un dato per difetto che non tiene conto degli sbarchi avvenuti nelle ultime settimane. Di fronte a questi dati non si può più parlare di emergenza, ma di drammatica ordinarietà». È quanto ha sostenuto Antonio Marziale, Garante per l'infanzia e l'adolescenza della Regione, che, in procinto di partecipare domani, a Roma, al tavolo della Conferenza dei Garanti delle regioni italiane, presente il Garante nazionale dell'Infanzia e l'adolescenza, ha incontrato i giornalisti sul tema dei centri di primissima, prima e seconda accoglienza della Calabria. «C'è una situazione al limite del collasso - ha affermato Marziale - e ha fatto bene il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà a denunciare, qualche giorno fa, in un'intervista a Repubblica, questa situazione e le difficoltà che quotidianamente affronta la sua amministrazione nella gestione dei centri di Archi Cep, "lo scatolone" e della ex capitaneria di porto. Solo l'intervento del prefetto Michele Di Bari e delle forze dell'ordine ha scongiurato che una protesta inscenata dai ragazzi dello "scatolone", domenica scorsa, degenerasse in qualcosa di più serio». «Domani a Roma - ha concluso Marziale - rivolgerò un pressante invito al Governo ed al Premier Matteo Renzi perché agiscano nei confronti dell'Unione Europea, affinché non ci siano solo constatazioni generiche, o constatazioni politiche, ma interventi veri. Chi vive in periferia conosce perfettamente il problema ed il Comune di Reggio e la Regione Calabria stanno facendo molto. Devo sottolineare anche il lavoro eccellente che sta svolgendo il volontariato. L'Ue non può sbarazzarsi così del problema e se qualcosa dovesse accadere anche ad uno solo di questi bambini, ne avrà la piena responsabilità».



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I Minori Stranieri non Accompagnati

Migranti minorenni, la situazione è drammatica. Lancia l'allarme il Garante Infanzia Calabria

«Sono 2.848 i minori stranieri non accompagnati giunti quest'anno in Calabria , secondo i dati delle Prefetture della re...
Recentemente, è apparsa sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo la notizia di 10.000 bambini migranti “scomparsi” dopo l’arrivo in UE. The Observer ha pubblicato i dati dell’Europol, l’agenzia di intelligence dell’UE, che collegano esplicitamente la scomparsa di migliaia di giovani migranti dopo la registrazione da parte delle autorità dell’UE con il presunto intervento di una “sofisticata infrastruttura criminale paneuropea” che starebbe “prendendo di mira i minori, per fini sessuali e schiavitù”. Ma è questa la realtà dei fatti?
Sulle coste dell’Italia e della Grecia sta arrivando un numero senza precedenti di minori: circa 270.000 nel 2015. Secondo i dati dell’UNHCRi minori costituiscono il 10% degli arrivi via mare in Italia e il 26% degli arrivi in Grecia. Da settembre 2015, in media due bambini al giorno sono annegati tentando di attraversare il Mediterraneo orientale per raggiungere la salvezza in Europa con le loro famiglie. I dati disaggregati sugli arrivi in Grecia non sono disponibili, ma su 15.000 bambini che arrivano in Italia il 29% vengono dall’Eritrea, il 13% dalla Siria, l’11% dall’Egitto, il 9% dalla Somalia e il 7% dalla Nigeria.
Questi minori sono i più vulnerabili tra chi intraprende le pericolose traversate del Mediterraneo, specialmente quelli non accompagnati. Rispetto agli anni precedenti, il numero di minori non accompagnati o separati dai genitori ha toccato cifre da record. Secondo il rapporto Migration of Children to Europe di OIM e Unicef, nel 2014 hanno presentato richiesta di asilo più di 23.000 minori non accompagnati. Per contro, nel 2015 la sola Svezia ha ricevuto 23.300 richieste di asilo da parte di minori non accompagnati. In particolare, il rapporto rivela quanto sia difficile ottenere dati precisi sui minori non accompagnati, dal momento che le procedure di registrazione formali di alcuni paesi europei non ne permettono l’identificazione.
Le autorità statali, in Italia come nel Regno Unito e in Svezia, sono perfettamente consapevoli che un numero significativo dei minori non accompagnati che entrano nel sistema di gestione dell’immigrazione ad un certo punto “scompare” da sotto il naso delle autorità statali. Tuttavia, e su questo punto crediamo che The Observersi sbagli, la causa principale di queste sparizioni ha poco a che fare, quanto meno nei modi suggeriti dall’articolo, con infrastrutture criminali paneuropee e è piuttosto dovuto a un divario tra il modo in cui le autorità statali trattano i minori non accompagnati e il modo in cui questi ultimi immaginano e intraprendono il loro progetto di migrazione.
Una ricerca da noi effettuata dal 2014 in alcuni paesi dell’UE, tra cui Italia, Regno Unito e Grecia come parte di due progetti fondati dall’ESRC (Economic and Social Research Council, n.d.t.), Unravelling the migration crisis (MEDMIG) eBecoming Adult: Conceptions of futures and wellbeing among former unaccompanied minors, offre considerazioni cruciali sui sogni e le aspirazioni dei giovani migranti non accompagnati e sulle le sfide che essi dovranno affrontare in Europa per realizzarli. Se osserviamo il caso italiano, il divario tra il numero di minori registrati all’arrivo e quelli che fanno domanda di asilo è notevole: appena il 40% nel 2015. E anche tra questi ultimi non tutti aspettano che il loro caso venga discusso: molti “spariscono” dal controllo dei loro tutori legali e dai centri in cui vivono. A cosa si deve questo fenomeno?
Molti dei giovani adulti che riescono a raggiungere l’Europa portano con sè obblighi familiari da rispettare e ingenti debiti che devono essere ripagati il prima possibile. Non possono aspettare mesi, o addirittura anni, che la loro procedura di asilo venga completata e che gli sia consentito di entrare nel mercato del lavoro. È anche probabile che l’assistenza minima fornitagli da un’oberata autorità locale del Sud Italia o la situazione in stile orfanotrofio di alcuni centri di accoglienza per minori siano prospettive molto diverse da quelle a cui aspiravano. Ali, un richiedente asilo diciassettenne dall’Africa, spiega perché è scappato da un centro di accoglienza in Sicilia: “Non avevamo nessuna libertà! Non potevamo uscire. Ci costringevano a dormire. Non avevamo cellulari, non potevamo contattare nessuno. Niente internet. Un solo paio di vestiti... l’operatore ci ha detto che avremmo dovuto andarcene. Alcuni hanno deciso di andarsene, altri di restare. Ci siamo divisi”.
Altri minori non accompagnati spiegano di essere scappati dai centri del sud per la lentezza delle procedure di asilo e la scarsità di opportunità di formazione e di lavoro. Mohammad, anche lui diciassettenne: “Vivevamo molto, molto, molto, molto male. In due mesi non abbiamo mai ricevuto dei vestiti. Niente vestiti e niente cibo decente. Niente cure mediche adeguate, niente... l’insegnante che lavora lì mi ha detto di venire a Roma, di studiare... mi ha detto che se fossi andato da un’altra parte avrei potuto studiare come si deve. Mi ha perfino comprato il biglietto!
Alcuni minori hanno famiglia, amici o altre connessioni in altri paesi dell’UE e sanno che il miglior modo per iniziare una vita dignitosa in Europa è raggiungerli il prima possibile. Come Fatima, 17 anni, che abbiamo incontrato nel Nord Italia mentre viaggiava con il suo fratellino di 10 anni. Hanno vissuto per strada dopo essere scappati da un centro di accoglienza nel sud e ora si sono ricongiunti con la loro famiglia in Svezia. Per giorni sono scappati all’avvicinarsi delle casacche rosse di Save the Children, temendo che anche le ONG che cercavano di aiutarli volessero interrompere il loro viaggio. Fatima racconta come abbiano dovuto nascondersi finché non hanno trovato i soldi per continuare a viaggiare: “Non c’è altro modo”.
Ma allora perché i minori spariscono anche nel Regno Unito e in Svezia? Svezia e Regno Unito non dovrebbero essere destinazioni da sogno per tutti i giovani migranti in Europa? In questo caso ci troviamo di fronte a un diverso tipo di discrepanza che si manifesta in un periodo successivo, quando cioè il minore non accompagnato si avvicina alla maggiore età e, indipendentemente dal tempo passato nel paese di residenza, rischia l’espulsione. Un’altra storia, recentemente finita sui media, mostra come il governo del Regno Unito abbia espulso un numero di minori due volte superiore a quanto si credeva, rispedendoli in paesi pericolosi.
Quindi, che cosa c’entrano le gang criminali, in questa storia? Alcuni giovani migranti, data l’impossibilità di realizzare le loro aspirazioni, si staccano dal sistema statale che dovrebbe dar loro assistenza e si ritrovano soli. Le decisioni di molti minori non accompagnati sono determinate da un continuo tira e molla che, in alcuni casi, li porta a rivolgersi in prima persona alle reti clandestine, che sia per ricongiungersi alle famiglie o per guadagnare denaro e ripagare i debiti. La vera portata di questo fenomeno resta sconosciuta, dal momento che la conta delle persone “scomparse” è molto meno chiara di quello che i dati nazionali e dell’Europol ci fanno credere. I dati raccolti assieme alle autorità locali nel Regno Unito come parte del progetto Becoming Adult mostrano come i casi di minori “scomparsi” vengano denunciati in modi diversi, che variano da alcune ore di irreperibilità alla scomparsa permanente. Inoltre, è probabile che alcune di quelle persone “scomparse” in Italia ricompaiano in altri stati dell’UE ma siano comunque riportati come scomparsi nei dati trimestrali. Infine, ricerche effettuate in Italia mostrano come il fenomeno dei doppio conteggio dei minori non accompagnati da parte delle autorità locali sia tutt’altro che raro, dato che queste ultime non hanno accesso al database identificativo della polizia. Un minore può quindi comparire contemporaneamente su più registri.
Finché l’UE non farà del ricongiungimento familiare dei minori una priorità - cosa per la quale si sta strenuamente combattendo con un certo successo per quanto riguarda i migranti bloccati a Calais mentre cercano di entrare nel Regno Unito - molti giovani migranti come Fatima e suo fratello continueranno a nascondersi dal sistema, costruendosi da soli il proprio destino. Chi ha una forte rete di sostegno ce la può fare da solo, ma chi è isolato è più vulnerabile agli abusi da parte di gruppi criminali più o meno organizzati, pronti a sfruttare l’opportunità fornita loro dal sistema immigrazione.

Nando Sigona è professore associato all’Università di Birmingham e vicedirettore dell’Institute for Research into Superdiversity. È inoltre ricercatore associato al Centre on Migration, Policy and Society (COMPAS) e al Refugee Studies Centre dell’Università di Oxford. Tra i suoi interessi figurano: migrazione irregolare e dei minori, governance e governamentalità delle migrazioni forzate in Europa, politiche rom e antitziganismo, apolidia e intersezione tra migrazione, cittadinanza e appartenenza.
È uno dei fondatori di Migration Studies, una rivista internazionale edita dall’Università di Oxford, co-redattore dell’Oxford Handbook of Refugee and Forced Migration Studies (OUP, 2014) e co-autore di Sans Papiers: The Social and Economic Lives of Undocumented Migrants (Pluto Press, 2014). Ha un blog personale e un account Twitter: @nandosigona
Jennifer Allsopp è collaboratrice regolare e responsabile editoriale diopenDemocracy 50.50. Ha lavorato in diversi progetti di ricerca nelle università di Exeter, Birmingham and Oxford, su temi come l’asilo, la migrazione giovanile, genere e povertà. Ha inoltre lavorato con diverse organizzazioni per i rifugiati e i migranti. È dottoranda al Department of Social Policy and Intervention and Refugee Studies Centre dell’Università di Oxford. Potete seguirla su Twitter:@JenniferAllsopp
- Link all’articolo originale
Finché l’UE non riconoscerà le necessità specifiche dei bambini migranti e non porrà come priorità il loro ricongiungimento con la famiglia, è probabile che molti di loro continueranno a nascondersi dal sistema di accoglienza.
Traduzione a cura di: Serena NaimAlessandro Miozzo 
Fonte MeltingPot

Nando Sigona e Jennifer Allsopp, Open Democracy - 22 febbraio 2016



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Perché i minori non accompagnati spariscono a migliaia?

Recentemente, è apparsa sulle prime pagine dei  giornali di tutto il mondo  la notizia di  10.000 bambini migranti “scomparsi”  dopo l’a...
Semira vive in Sicilia e racconta come i due piccoli, insieme a una donna, siano stati squartati e lasciati nel deserto prima di imbarcarsi. Orrore documentato da alcune foto. «I mercati finali sono Usa, Israele e Golfo persico. Abbiamo denunciato in tutte le sedi, ma non mi sembra si sia fatto abbastanza», spiega don Zerai.
«Io gliel'avevo detto di non partire insieme ai bambini, di lasciarli dai suoi genitori, ma per lei era troppo grande il desiderio di venire in Italia insieme ai suoi figli». Mentre parla, Semira, nome di fantasia, scorre sul suo smartphone le foto dei suoi nipoti. Uccisi in Egitto - insieme a un'altra donna - prima di imbarcarsi per la Sicilia, squartati da trafficanti senza umanità, derubati degli organi, ricuciti alla buona e lasciati su una spiaggia del Paese nordafricano. «Vivevano in Kenia, il più piccolo aveva due mesi, il più grande un anno e mezzo, la stessa età di mia figlia - racconta Semira, giovane somala che vive in Sicilia da due anni -. Con loro c'era anche un terzo bambino di sei anni, che è riuscito a mettersi in salvo con la mamma». Sono stati altri migranti, compagni di viaggio dei fratellini dilaniati, a fotografare i corpi e a inviare le immagini al papà, cugino di Semira. «Tramite l'ambasciata keniana in Egitto è riuscito a far rientrare le salme - continua la donna -. Prima però, in ospedale, hanno accertato che gli avevano tolto gli organi».
La storia raccontata a MeridioNews da Semira ha trovato spazio sui media africani lo scorso aprile. Ma è solo uno dei moltissimi casi di migranti uccisi per incrementare il ricchissimo mercato della vendita illegale di organi. Un business che - come riporta in una recente inchiesta La Repubblica affidandosi a una stima della Global Financial Integrity, la fondazione statunitense tra i più importanti centri mondiali di analisi sui flussi finanziari illeciti - vale 1,4 miliardi di dollari all'anno. Sarebbe illegale circa il 10 per cento dei 118mila trapianti che annualmente si fanno a livello mondiale. «L'Egitto è il Paese dove questi trafficanti agiscono di più e su cui abbiamo raccolto più denunce, ma bisognerebbe approfondire anche la situazione inSudan e in alcuni Paesi dell'Africa occidentale». A parlare è don Mussie Zerai,sacerdote eritreo che vive a Roma da 24 anni. Con la sua agenzia Habeshia, fornisce ai rifugiati assistenza legale, orientamento e aiuto. «Siamo venuti a sapere di uccisioni per espianto degli organi a partire dalla fine del 2009 - spiega -, da molto più tempo questo traffico riguarda i quartieri poveri del Cairo, ma fino a quel momento non sapevamo che avesse preso di mira anche i migranti in transito da quelle parti. Abbiamo raccolto testimonianze secondo cui persone bisognose vengono avvicinate e gli viene offerto di cedere un rene a 10-20mila euro. Per poi essere rivenduto a molto di più in alcuni Paesi ricchi». Ma con l'incremento del flusso di migranti, i donatori costretti si sono moltiplicati, anche a costo di togliergli la vita. «Tra il 2009 e il 2013 sono state uccise tremila persone solo nella penisola del Sinai (al confine tra Egitto e Israele ndr) - continua don Zerai - molti di questi venivano prelevati vivi, squartati, ricuciti alla meglio e lasciati morire nel deserto. L'espianto avviene dentro camper allestiti ad ambulanza o mini ospedali,grazie a medici compiacenti che vengono dalle città».
Una macabra prassi che ha coinvolto anche i nipoti di Semira. «Hanno usato come scusa che uno dei bambini piangeva troppo - racconta la donna somala -, lo hanno buttato giù dal mezzo su cui viaggiavano. Le foto che hanno scattato altri migranti sono poi state pubblicate su un giornale africano» (LE FOTO POTREBBERO URTARE LA VOSTRA SENSIBILITà). «Quanti corpi saranno seppelliti sotto la sabbia del deserto! - riflette don Zerai - E l'Occidente sa perché bravi giornalisti, soprattutto americani e inglesi, hanno documentato questo orrore». Proprio gli Stati Uniti sono uno dei Paesi dove gli organi arrivano a destinazione. «Gli Usa, Israele e i Paesi del golfo persico. Sono questi i mercati finali - spiega il sacerdote -, sono indicati anche nei report del dipartimento di Stato americano. Qualche anno fa negli Stati Uniti sono stati arrestati alcuni trafficanti di organi che facevano la spola tra Il Cairo e New York».
Non è stata solo una parte della stampa a rendere testimonianza. Ci sono anche le denunce dell'associazione Habesha e quelle di pochi migranti che, giunti in Europa, hanno avuto il coraggio di rivolgersi alle istituzioni, senza però ottenere risposte concrete. «Abbiamo denunciato in tutte le sedi istituzionali: dal parlamento italiano a quello europeo - sottolinea don Zerai -, hanno provato a fare qualcosa con molta fatica, ma non mi sembra che si siano sforzati più di tanto. Anche in Italia abbiamo accompagnato qualche rifugiato dalla polizia per denunciare, ma la maggior parte delle volte ci è stato risposto che non potevano fare niente perché il reato non era stato commesso in territorio italiano». Nei mesi scorsi Nuredin Wehabrebi Atta, il primo pentito della rete internazionale che si occupa del traffico di migranti dall'Africa, ha riferito ai magistrati di Palermo di notizie simili: «Mi è stato raccontato che le persone che non possono pagare vengono consegnate a degli egiziani, che li uccidono per prelevarne gli organi e rivenderli in Egitto per una somma di circa 15mila dollari». Al momento non ci sono notizie o testimonianze che dimostrino che questo business abbia ramificazioni anche in Sicilia. Ma c'è un dato che inquieta chi si occupa di questi temi. È il numero di minori stranieri non accompagnati scomparsi: cinquemila solo in Italia tra il 2014 e il 2015. Di questi quasi duemila hanno fatto perdere le proprie tracce in Sicilia. «Siamo molto preoccupati, perché una parte può finire nelle mani di trafficanti di organi», denuncia don Zerai. osa fare dunque per provare ad arginare il fenomeno? «Seguire i flussi di denaro per prima cosa - risponde sicuro - lo abbiamo detto all'Europol, seguite i trasferimenti che vengono fatti dall'Occidente ai Paesi a rischio. E poi creare un sistema di protezione nei Paesi di transito: in Sudan, Niger o Ciad sono sorti immensi campi profughi dove vivono 20-30mila disperati, un bacino perfetto per i trafficanti che vanno lì a pescare le loro vittime. Infine - conclude il sacerdote eritreo - servono corridoi umanitari, canali legali per emigrare, visti di ricongiungimento più facili. Se fosse così, queste persone non sarebbero così disperate da rischiare di finire nelle mani di questi mercanti di morte».
Fonte: MeridioNews;
Autore: Salvo Catalano







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«I miei nipoti uccisi in Egitto per rubargli gli organi» Business sui migranti, timore per minori scomparsi

Semira vive in Sicilia e racconta come i due piccoli, insieme a una donna, siano stati squartati e lasciati nel deserto prima di imbarcars...

Più di quindicimila minori stranieri non accompagnati sono presenti sul territorio italiano. 5.588 hanno fatto perdere le loro tracce, rendendosi irreperibili. L’età media di arrivo è inferiore ai sedici anni, un quinto ha un’età compresa tra i dodici e i quattordici anni. Il loro numero aumenta anno per anno in maniera esponenziale: dal dicembre 2012 ad oggi sono triplicati. Una situazione drammatica accentuata dalle migliaia di profughi in fuga dai conflitti, come in Siria, Afghanistan, Iraq, dal terrorismo in Pakistan, dalla siccità, dalla fame e da regimi dittatoriali nell’Africa sub-sahariana.
La maggior parte dei 5.588 minori irreperibili lavora “in nero” o emigra in altri paesi. Molti sono sfruttati per fini sessuali o diventano manovalanza della criminalità organizzata per lo spaccio di droga e micro delinquenza. Altri sono vittime della tratta degli schiavi e del traffico di organi.
Soroptimist International è un'associazione femminile composta da donne con elevata qualificazione nell'ambito lavorativo che opera, attraverso progetti, per la promozione dei diritti umani, l'avanzamento della condizione femminile e l'accettazione delle diversità.
Soroptimist International Club Roma Tre - con il nobile scopo di promuovere azioni per la difesa e l’estensione dei diritti umani per tutti - ha deciso di avviare e finanziare il progetto ”Una cultura informatica per i minori migranti”, destinato ai minori migranti presenti in Italia, i quali, anche se entrati illegalmente, sono titolari dei diritti sanciti dalla Convenzione di New York sui diritti del fanciullo del 1989, dalla Convenzione europea sull'esercizio dei diritti dei minori del 1996 e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, adottata a Nizza nel 2000.
Il progetto ha tra gli obiettivi principali:
·       Offrire un’istruzione informatica di base, attraverso la diffusione della cultura digitale;
·       Favorire, attraverso la frequenza ai corsi, l’integrazione sociale;
·       Fornire un titolo riconosciuto a livello europeo, favorendo l’inserimento nel mondo del lavoro. Secondo la Commissione europea nove posti di lavoro su dieci richiedono competenze di uso delle nuove tecnologie;
·       Contrastare l’esposizione ai rischi di sfruttamento da parte della criminalità.
I destinatari di tale progetto sono i minori migranti dai 14 ai 18 anni, con particolare attenzione ai minori non accompagnati, individuati grazie alla collaborazione con diversi centri di accoglienza(che ad oggi sono Centro Riserva Nuova, Virtus Italia, Domus Mundi, CPIM Caritas e Spes contra Spem).
Il progetto prevede l'acquisizione di conoscenze informatiche di base attraverso corsi European Computer Driving Licenze (ECDL), la Patente europea del Computer, per favorire l’integrazione culturale, sociale, e l’inserimento lavorativo di minori migranti.
A tal fine è stata coinvolta l'AICA (Associazione Italiana per l'Informatica e il Calcolo Automatico), il licenziatario per l’Italia del programma ECDL. AICA ha le competenze e la struttura organizzativa relative all’analisi, alla progettazione e alla erogazione di test ed esami per la valutazione delle competenze digitali individuali attraverso una rete di Test Center accreditati costituiti da scuole, università e istituti privati di formazione. 
Per questa prima edizione del corso, come Test Center accreditato è stata scelta la Scuola IAD dell'Università degli Studi di Roma "Tor Vergata".
Il progetto prevede la costituzione a livello locale di gruppi di minori migranti, ciascuno per un massimo di dieci minori; ogni gruppo seguirà il corso articolato in lezioni di quattro ore al giorno per 8 giorni, necessarie per acquisire un livello adeguato di competenze digitali. 
Al termine del corso i partecipanti potranno sostenere le prove d’esame per ottenere la certificazione ECDL Base, costituita dai seguenti quattro moduli:
·       Fondamenti del Computer
Il modulo riguarda le competenze fondamentali per l'uso del computer, come la gestione dei file e delle cartelle, e i concetti di informatica di base: hardware, software, reti e sicurezza.
·       Navigazione in rete
Il modulo riguarda i concetti e le competenze fondamentali necessari alla navigazione sulla rete, a un’efficace metodologia di ricerca delle informazioni, alla comunicazione online e all’uso della posta elettronica.
·       Fogli elettronici e di calcolo
Il modulo riguarda le competenze relative alla creazione, la formattazione, la modifica e l’utilizzo di fogli di calcolo, allo sviluppo di formule standard e funzioni e alla creazione e formattazione di grafici o tabelle.
·       Elaborazione documenti
Il modulo riguarda le competenze per svolgere le attività relative alla creazione e formattazione di documenti di testo, ad esempio lettere, relazioni e articoli.
Il 6 Maggio si è svolto un primo incontro tra 19 minori e gli organizzatori per verificare la conoscenza della lingua italiana e la capacità di usare mouse e tastiera, e in effetti il docente dovrà usare un linguaggio molto semplice perchè, come previsto, un problema è certamente la conoscenza della lingua, che impatta sulla comprensione della domanda.
Il corso avrà inizio nella seconda metà di Giugno, e per favorire la comprensione, ai minori verrà fornito prima dell'inizio il materiale didattico in modo che possano già visionarlo e comprenderlo anche confrontandosi tra loro.
Insomma, un "service" di grande valore sociale, e va dato grande merito alle quattro donne Luciana Daleo, Lilli Ietto, Fulvia Sala e Carmen Genovese che - per conto di Soroptimist International Club di Roma Tre, di AICA e della Scuola IAD dell'Università degli Studi di Roma "Tor Vergata" -  lo hanno fortemente voluto, sviluppato e portato a buon fine. Un "service" - visti gli obiettivi - da replicare in tutta Italia, e perchè no, in tutta Europa. fonte: www.corrierecomunicazioni.it/digital/42026_minori-migranti-via-al-progetto-di-alfabetizzazione-digitale.htm


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Minori migranti, via al progetto di alfabetizzazione digitale

Più di quindicimila minori stranieri non accompagnati sono presenti sul territorio italiano. 5.588 hanno fatto perdere le l...
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