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L'UNHCR ha pubblicato la panoramica trimestrale dei Minori migranti e Rifugiati in Europa.
Nei primi tre mesi del 2017 oltre 5000 minori sono arrivati tra Grecia, Italia, Bulgaria e Spagna, 3800 (69%) minori non accompagnati. Il 94% di tutti i minori arrivati in Italia, rotta mediterraneo centrale, sono minori richiedenti asilo. Un totale di 1928 minori hanno potuto beneficiare della Relocation, dall'Italia però soltanto un minore non accompagnato. La Germania ha ricevuto quasi la metà di tutte le domande di richieste d'asilo.
In Grecia, nel primo trimestre del 2017, sono approdati 1.1463 minori, pari al 44% in meno rispetto all'ultimo trimestre 2016. La maggior parte arriva da Siria, Afghanistan, Iraq e Pakistan. L'Italia è il paese in cui arrivano la maggior parte dei minori non accompagnati. La maggior parte arriva da Guinea, Gambia, Costa D'Avorio e in particolare dal Bangladesh. In Bulgaria nel primo trimestre sono arrivati 1425 minori, identificati e deportati nei centri di detenzione dopo essere stati rintracciati all'attraversamento della frontiera. Il 32% di tutti i bambini rintracciati è non accompagnato. Rispetto al primo trimestre 2016 vi è un calo di 9 volte. La maggior parte provengono da Afghanistan e Siria. In Spagna soltanto 382 minori sono arrivati via mare e nelle enclave di Ceuta e Melilla, la metà sono siriani. C'è da dire che i dati relativi ai msna non sono disponibili.


La percentale dei ragazzi rispetto alle ragazze è maggiore
In media il 70% sono ragazzi e il 30% ragazze, mentre se leggiamo il dato dei richiedenti asilo il 94% sono ragazzi.
In relazione all'età non sono disponibili dati cumulativi, ma soltanto quelli di Grecia e Bulgaria che fotografano un preoccupante aumento nella fascia di età tra i 4 e i 14 anni, il 47%.
Secondo Eurostat, nel 2016, 396.705 bambini hanno presentato asilo in Europa (circa un terzo di tutte le domande di asilo).
Il 67% di essi sono siriani, iracheni e afghani. Durante lo stesso periodo, 65.565 minori richiedenti asilo hanno ottenuto l'asilo, più della metà tra afghani e siriani (la maggioranza ha un'età compresa tra i 16 e 17 anni, prevalentemente maschi).
Durante il primo trimestre del 2017, altri 50.201 bambini hanno chiesto l'asilo Europa. Le nazionalità rimangono coerenti con lo scorso anno. Sebbene i bambini rappresentano il 28% di tutti i richiedenti asilo in Europa, in Germania rappresentano il 41,6% di tutte le nuove richieste. Inoltre, circa la metà dei 22637 minori che ha cercato protezione in Germania ha un'età compresa tra 0 e 5 anni.
Nonostante il numero dei minori arrivati attraverso il mediterraneo centrale sia molto più elevato rispetto ad altre rotte, nel primo trimestre 2017 i minori che hanno richiesto l'asilo in Grecia (5.927) sono superiori rispetto all'Italia (4.010).
Tra le decisioni sulle domande di asilo da parte dei minori richiedenti si è passati da una media del 95% di risposte positive nel 2016 all'87% nel primo trimestre del 2017, registrando una lieve diminuzione.


Secondo i dati Eurostat, l'accoglimento  media della domanda di asilo presentata da minore è del 69%, mentre nel caso dei minori siriani, iracheni ed eritrei, questa percentuale è stata in tutta Europa vicino al 100%, per i minori afghani e gambiani il 66%, per i nigeriani, pakistani e egiziani sotto il 40%.

Report Refugee and Migrant Children in Europe Accompanied, Unaccompanied and Separated

FOTO: UNHCR

Leonardo Cavaliere


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Minori migranti e rifugiati in Europa - Panoramica trimestrale delle tendenze: gennaio-marzo 2017

L'UNHCR ha pubblicato la panoramica trimestrale dei Minori migranti e Rifugiati in Europa . Nei primi tre mesi del 2017...
A boy walks on a sand bank surrounding a refugee camp in M'bera, Mauritania. Photo: UNICEF/Dragaj
Sarebbe, forse, tutto diverso se i bambini fossero al centro di ogni risposta alla questione migratoria, come suggerisce Marie-Pierre Poirier, Direttore regionale dell'Unicef – Africa.

Secondo il rapporto dell'UnicefInSearch of Opportunities: Voices of children on the move in West andCentral Africa” (“In cerca di Opportunità - Voci di bambinimigranti in Africa centrale e occidentale”), in Africa Centrale ed occidentale circa 12 milioni di persone migrano e oltre la metà sono bambini e adolescenti.

E' vero che la maggior parte cerca di arrivare in Europa?
No, la conferma ci viene anche da questo Report. 
Infatti, circa il 75% dei migranti resta in Africa sub sahariana e meno di 1 su 5 si dirige verso l’Europa. Questo dato, nella freddezza che solo i numeri sanno dare, dimostra come non vi è alcuna invasione. Nello stesso tempo dimostra l'incapacità da parte dei Paesi UE di gestire un fenomeno strutturale come quello migratorio.
Ma quanti sono i Migranti subsahariani che arrivano in Europa attraverso l'Italia?
Sono circa 56000 nel 2015 e rappresentano soltanto il 2,5% dei migratori.

Il Report è estremamente interessante anche perchè analizza approfonditamente le motivazioni principali che si celano dietro alle migrazioni e allo sfollamento dei bambini a livello regionale e le possibili conseguenze per la regione a lungo termine. 

Su questo punto il rapporto dell'Unicef fornisce una serie di dati che fotografano il fenomeno migratorio:

    - 11 dei 25 paesi più poveri al mondo si trovano nella regione dell’Africa centrale e occidentale.

    - Negli ultimi 20 anni ci sono stati 25 grandi conflitti nella regione. Questa violenza ha costretto milioni di persone a fuggire per cercare salvezza. Le migrazioni interregionali o internazionali aiutano i migranti a prendersi cura delle famiglie che hanno lasciato dietro.

    - Si stima che siano inviati in Africa subsahariana dai migranti alle famiglie 33 miliardi di dollari di rimesse.

    - La popolazione africana raddoppierà entro il 2050, ed entro il 2100 si prevede che supererà i 4 miliardi (in aumento rispetto al miliardo di oggi). Per esempio, la popolazione del Niger è aumentata dai 3,3 milioni del 1960 a quasi 20 milioni oggi, e si prevede che raggiungerà circa 60 milioni di persone entro il 2050.

    - Oggi 100 milioni di persone nella regione vivono in città a meno di 1 metro al di sopra del livello del mare e questo dato sarà più che raddoppiato entro il 2050. L’aumento previsto del livello del mare potrebbe causare sfollamenti forzati di milioni di rifugiati climatici.

Marie-Pierre Poirier, Direttore regionale dell'Unicef ha dichiarato che "I bambini in Africa centrale e occidentale si stanno muovendo in numeri mai registrati in precedenza. La maggior parte di loro si muove all'interno dell'Africa, non verso l'Europa o altri luoghi. Dobbiamo estendere il dibattito sulle migrazioni per includere anche le vulnerabilità di tutti i bambini migranti e ampliare i sistemi di protezione, in tutte le destinazioni previste".

L'UNICEF continua a sollecitare tutti i governi, in Africa occidentale e centrale, in Europa e altrove ad adottare l'agenda di azione a sei punti per la protezione dei rifugiati e dei bambini immigrati:

1. proteggere i rifugiati e i migranti, in particolare i minori non accompagnati, da sfruttamento e violenza;
2. porre fine alla detenzione dei bambini richiedenti asilo o migranti, introducendo una serie di misure alternative;
3. Tenere unite le famiglie è il modo migliore per proteggere i bambini;
4. Mantenere tutti i bambini di rifugiati e migranti apprendere e dare loro accesso a servizi sanitari e di altra qualità;
5. consentire ai bambini rifugiati e migranti di studiare e dare loro accesso ai servizi sanitari;
6. Promuovere misure volte a combattere la xenofobia, la discriminazione e l'emarginazione nei paesi di transito e di destinazione.

Leonardo Cavaliere

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Se i bambini fossero al centro di ogni risposta alla questione migratoria.

A boy walks on a sand bank surrounding a refugee camp in M'bera, Mauritania. Photo: UNICEF/Dragaj Sarebbe, forse, tutto diverso se ...
Aumentano i migranti sulla rotta mediterranea soprattutto dall'ovest dell'Africa, e così fanno le organizzazioni dei trafficanti ed i pericoli per chi parte per l'Europa. E' quadro che emerge dal rapporto dell'Unhcr "Mixed Migration Trends in Libya: Changing Dynamics and Protection Challenges" sull'evoluzione dei flussi e della situazione dei rifugiati e dei migranti in Libia e calo della sicurezza.

Un quadro che rivela inoltre come la metà dei migranti e rifugiati che viaggiano verso la Libia credono che troveranno lavoro nel Paese, ma finiscono con il dover fuggire verso l'Europa da una situazione di instabilità, insicurezza, difficoltà economiche, violenze e abusi.

"Persone con diversi background e motivazioni viaggiano insieme sulle stesse rotte con l'aiuto di persone senza scrupoli", comunica l'agenzia Onu.

Lo studio, realizzato da Altai Consulting, ha raccolto dati qualitativi in Libia, Ciad, Niger, Tunisia, Algeria e Italia tra ottobre e dicembre 2016.

Secondo il rapporto, negli ultimi anni il numero delle persone che sfruttano la rotta mediterranea è aumentato e continuerà ad crescere. La rotta che passa per la Libia "è quella usata più comunemente, e anche la più mortale". Lo studio mostra come i profili e le nazionalità dei migranti che raggiungono il Paese sono cambiati negli ultimi anni, con una diminuzione delle persone provenienti dall'est dell'Africa e un aumento degli originari dell'ovest, che oggi rappresentano oltre la metà degli arrivi in Europa attraverso il Mediterraneo dalla Libia in Italia (oltre 100 mila nel 2016).

I rifugiati e migranti in Libia sono principalmente giovani maschi (80%) e mediamente viaggiano da soli (72%). Le donne sono spesso vittime di tratta e il numero dei minori stranieri non accompagnati è in aumento, e oggi rappresenta il 14% degli arrivi in Europa attraverso il Mediterraneo.

I migranti in Libia tendono ad avere un livello basso di studi, con il 49% con assente o poca istruzione. I migranti dei Paesi vicini alla Libia quali Ciad, Niger, Sudan, Egitto e Tunisia, viaggiano principalmente per motivi economici. Anche i migranti provenienti dall'Africa occidentale viaggiano soprattutto per motivi economici ma ci sono anche vittime di tratta e altri che hanno necessità di protezione.

Chi viene dall'Africa orientale emigra per persecuzione politica, conflitti e povertà. Altre nazionalità come siriani, iracheni, palestinesi, fuggono per le violenze e per cercare una opportunità di vita.

Tra le principali novità degli ultimi anni, il documento sottolinea che le rotte e gli 'hub' di transito in Libia sono cambiati e che le persone non viaggiano più nel nordest del Paese. I migranti sono sempre meno disposti a restare in Libia e non si fermano nelle città per più di poche settimane, in particolare nel sud del Paese.

Il rapporto evidenzia inoltre come l'industria dei trafficanti sia cresciuta in modo significativo, con organizzazioni sviluppate transnazionali e professionali. I gruppi armati sono sempre più coinvolti nel mondo dei trafficanti e i prezzi dei viaggi sono generalmente saliti.

In ogni caso, i migranti che passano per la Libia sono più vulnerabili, e i servizi di supporto e la sicurezza sono diminuiti. Negli ultimi anni i migranti sono diventati sempre meno visibili, soprattutto per chi offre "viaggi organizzati" sotto il controllo dei trafficanti. Il rapporto sottolinea tuttavia che alcuni aspetti non sono cambiati, come i punti di entrata nel Paese.

Infine, il documento dell'Unhcr sottolinea l'importanza di dare aiuto diretto, soprattutto negli 'hub' chiave del sud del Paese, oltre alla realizzazione di un monitoraggio delle frontiere, di campagne di informazione sui rischi per i migranti e la richiesta di una maggiore sensibilizzazione e collaborazione delle autorità libiche. (fonte ANSAmed).


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Unhcr, aumentano pericoli su rotte migranti verso Europa

Aumentano i migranti sulla rotta mediterranea soprattutto dall'ovest dell'Africa, e così fanno le organizzazioni dei trafficanti e...
French police surround teenagers in a field in Calais. Asylum seekers and volunteers have complained that police violence in the area is escalating [Elaine Allaby/Al Jazeera]

I minori stranieri non accompagnati, per legge, avrebbero diritto al ricongiungimento familiare con i propri parenti che si trovano a soggiornare regolarmente in altri Paesi dell'Unione europea, ma  questo succede raramente. Al link di seguito l’articolo di Elaine Allaby per Al Jazeera 
"Europe's child refugee family reunion system is failing"

Minori non Accompagnati e il diritto al ricongiungimento familiare.

French police surround teenagers in a field in Calais. Asylum seekers and volunteers have complained that police violence in the area is e...
Il Parlamento Europeo denuncia: in Europa, quando si parla di migranti, la solidarietà è parola sconosciuta. Migranti abbandonati a se stessi, quando non li si riesce a respingere. E questo accade anche nel caso dei minori. Tutti i Paesi (tranne Italia, Grecia e Germania, che sono i punti di arrivo e che quindi devono essere aiutate e non aiutare) non rispettano i loro obblighi nel ricollocamento dei migranti arrivati.  Questo il vergognoso quadro riportato da Repubblica che cita un Rapporto del Parlamento Europeo.
“Un largo fronte europeista chiede ora a Juncker di battere un colpo”, commenta il vicepresidente dell’Europarlamento, David Sassoli mentre Renzi invita il Continente “a non voltarsi dall’altra parte” davanti alla spinta migratoria e Laura Boldrini avverte che “l’Unione avrà un futuro solo senza muri e senza paura”.
Nel primi 4 mesi del 2017, solo 18 mila persone sono state ricollocate nei vari Paesi europei, sulle 160 mila previste. E su 5000 minori non accompagnati da ricollocare, solo uno lo è stato effettivamente (ad opera della Finlandia, ndr)
Mancano cioè 4999 posti e nel suo rapporto Strasburgo chiede anche alla Commissione Ue di partire davvero con la procedura di infrazione e conseguente sanzione per chi non rispetta le norme decise in materia.
Italia, Grecia e Germania fanno già il possibile nella gestione del fenomeno in quanto paesi di arrivo: sono loro a dover essere aiutati nel controllo dei flussi da tutti gli altri. Ma questa solidarietà si limita a pochissimi stati. Ma tra gli altri paesi soltanto la Finlandia e Malta rispettano gli obblighi.
Come è noto, Ungheria e Slovacchia rifiutano la ricollocazione e hanno portato la Commissione Ue davanti alla Corte europea di giustizia. Austria, Polonia e Repubblica Ceca sono fra i Paesi che fanno di meno. “Ma la maggior parte degli stati membri è ancora molto in ritardo, sebbene si siano registrati alcuni progressi”.

“Alcuni Stati – sintetizza Repubblica dal Rapporto – membri utilizzano criteri restrittivi e discriminatori nel rifiutare le quote di accoglienza. Ricollocano soltanto le madri sole o escludono richiedenti di alcune nazionalità, ad esempio gli eritrei. Al 7 maggio scorso la Grecia si era vista respingere 961 persone che avevano i requisiti per essere trasferiti altrove”. Per questo Strasburgo chiede alla Commissione di partire davvero con le sanzioni che scattarono per i decimali di sforamento del deficit (la manovra correttiva chiesta da Bruxelles all’Italia è per l’0,2 per cento). “Se i paesi non incrementeranno rapidamente le loro ricollocazioni, i poteri della commissione vanno usati senza esitazione”. 

Il Parlamento Europeo denuncia: solo un minore ricollocato in Ue su 5000

Il Parlamento Europeo denuncia : in Europa, quando si parla di migranti, la solidarietà è parola sconosciuta. Migranti abbandonati a se s...
In his State of the Union address this morning, European Commission President Jean-Claude Juncker asked the EU and Greece to take strong and immediate action to help unaccompanied children: “without protection of these children, Europe is betraying its historic values.” On September 10, the European Commission announced €115 million in new emergency funding to improve conditions for refugees in Greece, including forfacilities for unaccompanied children.


Two asylum-seeking children detained in a VIAL detention facility on Chios island, Greece.
© 2016 Human Rights Watch

On a visit to Athens on September 12, the EU’s commissioner for justice said the creation of 1,500 places for unaccompanied children was a “matter of urgency.”

Rightly so. These welcome steps came just days after Human Rights Watch released a report on the plight of unaccompanied asylum-seeking and other migrant childrendetained in terrible conditions in Greece. We interviewed a number of children, including 16-year-old Wasim, who fled Iraq after the Islamic State (also known as ISIS) invaded his hometown of Mosul and killed his father. Wasim ended up detained round-the-clock in a dirty police station cell in Greece.

Hundreds of children who are traveling alone have been locked up in so-called “protective custody” this year while they await a place in Greece’s overburdened shelter system. Children are routinely detained in small, cramped, and dirty cells, sometimes for weeks and months and sometimes with adults. They have little access to basic care and services.

The European Commission’s leadership on the issue is welcome, but for the children who are currently detained awaiting shelter, more must be done.

Greece should use emergency funding to provide suitable short-term alternatives to detention, increase the number of places in long-term shelters, and establish a foster family system.

But financial support to Greece should not be Europe’s only response. EU member states’ stubborn refusal to share responsibility makes the problem worse. Transfers of asylum seekers from Greece to EU countries under the EU emergency relocation plan are proceeding at a torpid rate. As of September 2, only 49 unaccompanied children had been relocated.

EU countries should make relocating unaccompanied children a priority, speed up family reunification, and endorse a proposal to broaden eligibility for the relocation plan.

Leaders in Greece and other EU countries should heed Juncker’s call, and act in concert to put an end to the unjustified detention of children and ensure these children get the care to which they are entitled. Fonte HRW.org


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Europe Pledges to Help Migrant Children in Greece. Funding Should End Unjustified Detention of Children in Deplorable Conditions

In his State of the Union address this morning, European Commission President Jean-Claude Juncker asked the EU and Greece to take strong an...
Durante il 2016 241.000 persone sono sbarcate in Europa via mare. Il 31% di queste sono bambini di cui più di 15.000 arrivati da soli, senza un adulto di riferimento al loro fianco. I bambini e le famiglie costrette ai confini d’Europa in condizioni detentive, le vittime inghiottite dal mare nei terribili naufragi sono le tragiche conseguenze di una politica europea fallimentare. Il salvataggio di vite in mare e la protezione dei bambini alle frontiere devono diventare le nostre priorità.
Le politiche migratorie messe in atto negli ultimi mesi, in risposta ai frequenti spostamenti di persone in fuga, da guerre, povertà e violenze hanno messo in secondo piano i valori fondativi della stessa Europa negoziando i diritti umani con il controllo delle frontiere. È quello che è accaduto con l’accordo UE – Turchia dello scorso marzo che ha aggravato le condizioni di vita dei migranti in Grecia rallentando i reinsediamenti di coloro che hanno diritto alla protezione internazionale. Il 36% di tutti i richiedenti asilo in Europa sono bambini ma le ragioni che spingono i minori, spesso non accompagnati, a migrare mettendosi in pericolo di vita sono diverse: alcuni sono in cerca di asilo politico e scappano da guerre, discriminazione e persecuzioni, altri sono vittime di tratta e traffico; alcuni di loro cercano migliori condizioni educative e lavorative e scappano da una povertà estrema.

Chiediamo che tutti i bambini, senza alcuna distinzione, ricevano il giusto supporto per aiutarli a vivere e a progettare il loro futuro. Per loro raccomandiamo quelle priorità che bussano alle nostre porte con urgenza.

  1. Salvare vite umane in mare. Anteporre il superiore interesse dei bambini al controllo delle frontiere. Coordinare gli sforzi e le soluzioni dei paesi europei e di quelli che hanno adottato l’Agenda europea delle Migrazioni nelle attività di ricerca e soccorso.
  2. Combattere il traffico e il contrabbando di vite umane. Accrescere i meccanismi di cooperazione alle frontiere e provvedere allo sviluppo di rotte legali e sicure per chi arriva in Europa, vittima dei trafficanti. Garantire forme di empowerment per le famiglie e i bambini, rendendoli consapevoli dei rischi dello sfruttamento.
  3. Anteporre il superiore interesse del bambino al suo rimpatrio, verificando attentamente le condizioni di vita a cui andrebbe incontro nel suo paese d’origine. La valutazione del possibile rischio è molto delicata in quanto potrebbe non essere collegato a ragioni politiche o statali ma a forme di abuso e sfruttamento nel contesto familiare o sociale.
  4. Supportare e promuovere in ogni modo la riunificazione familiare qualora non costituisca, come già osservato prima, uno dei rischio del rimpatrio.
  5. Andare alle radici delle migrazioni. Focalizzare gli sforzi, attraverso un maggior focus e pressione internazionale, per la fine del conflitto in Siria. Supportare i paesi e le regioni d’origine dei bambini migranti includendo i Paesi di confine, come il Libano e la Giordania, dove i rifugiati sono quasi un terzo della popolazione. Sviluppare programmi sia informativi sia operativi che rafforzino la protezione nazionale dei bambini.
  6. Lavorare con i Paesi terzi deve essere una priorità. Fallimentari accordi di cooperazione hanno determinato il mancato rispetto del diritto d’asilo per milioni di persone e bambini. Alla base di una nuova strategia di partnership deve esserci l’esclusione, negli accordi di gestione delle migrazioni, dei Paesi che violano i fondamentali diritti umani.
  7. È necessaria un’armonizzazione delle procedure d’asilo che non deve condurre ad un abbassamento degli standard di accoglienza. Innanzitutto non possiamo più assistere alle condizioni di detenzione, sperimentate dai bambini in Grecia, ai confini con gli altri paesi europei: devono essere eliminate in quanto la detenzione dei bambini non è giustificabile dal loro status di migranti.
  8. Creazione di canali sicuri di accesso all’Europa e durante il percorso migratorio dei minori. Ilreinsediamento deve essere velocizzato in quanto è uno dei più importanti canali per i bambini per raggiungere l’Europa, in modo sicuro. Il ricongiungimento familiare, nel caso sia ricercato dal minore, è naturalmente il canale privilegiato per sfuggire al rischio di viaggi illegali: tutti i bambini che lo chiedono dovrebbero veder analizzata individualmente la loro richiesta.
I bambini sono bambini, prima di essere rifugiati o migranti: la situazione di estrema vulnerabilità in cui si ritrovano i minori migranti li espone a una negazione dei diritti di cui sono portatori in quanto bambini, rendendoli invisibili e senza protezione.
Noi vogliamo che non siano lasciati indietro, non li vogliamo intrappolati alle frontiere ma protagonisti del loro futuro.Fonte Blog Save The Children

Report “Putting children at the forefront”





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8 proposte per l’Agenda Europea sui bambini migranti

Durante il 2016 241.000 persone sono sbarcate in Europa via mare. Il 31% di queste sono bambini di cui più di 15.000 arrivati da soli, se...
18 aprile 2015 ore 23:00 circa, la più grave sciagura del mare.  Era quasi sera, infatti, quando al Centro Nazionale Soccorso della Guardia Costiera è arrivata una telefonata da un satellitare Thuraya. "Siamo in navigazione, aiutateci", ha detto un uomo - forse complice degli scafisti - con tono di voce neanche concitato. Una telefonata simile a tante arrivate nelle ultime due settimana da barconi e gommoni carichi di migranti. Quasi un invito affinché le navi italiane raggiungessero il barcone per consentire ai "passeggeri" - così tanti da riempire ogni spazio del barcone - di completare la traversata verso le coste italiane.
Quella notte un peschereccio si è ribaltato al largo delle coste libiche, con circa 900 persone a bordo. "Aggrappati ai morti per non finire a fondo": si sono salvati così due dei 28 sopravvissuti alla strage di due giorni fa al largo della Libia. Secondo quanto si apprende dai soccorritori che li hanno recuperati, i due annaspavano in mezzo ai cadaveri, urlando con le ultime forze per attirare i gommoni che perlustravano la zona.


I soccorritori sono arrivati nella zona dove si è capovolto il barcone a notte fonda e immediatamente hanno iniziato le ricerche a bordo dei gommoni. "Durante le ricerche in mare dei cadaveri - raccontano - abbiamo trovato due persone vive in mezzo ai morti". "Erano allo stremo delle forze - aggiunge chi ha partecipato all'operazione di recupero - hanno urlato con le loro ultime forze perché hanno sentito il rumore del motore e siamo riusciti ad individuarli e a salvarli. Non avrebbero resistito ancora a lungo".
Il bilancio finale parla di 28 superstiti, 58 morti accertati e tra 700 e 900  dispersi (molte donne e bambini) nel Mare Nostrum.   Uno dei tanti viaggi della speranza dalla Libia verso l'Italia, la nuova terra promessa per centinaia di migliaia di disperati che premono dall'Africa dilaniata dalle guerre e dalla povertà verso l'Europa, si è trasformata in un'ecatombe di migranti. Si tratterebbe della più grave sciagura del mare dal dopoguerra, peggiore anche della strage di Lampedusa  del 3 ottobre 2013, finalmente oggi “Giornata della Memoria e dell’Accoglienza”, che fece 366 morti e 20 dispersi.
A distanza di un anno da una ecatombe, come da molti definita, cosa è successo?
L'Europa è affondata nella vergogna dei morti, dei Muri, degli Hotspot, dei tanti piccoli Aylan che si sono susseguiti.  Alla sfida delle Migrazioni “l’Europa risponde guardandosi alle spalle. Viene data così una risposta regressiva: reinstallare i confini e costruire muri in cima ai vecchi confini. E si abbandona la Grecia, ma anche l’Italia, a una sofferenza che è anche economica ma non solo. La storia non sarà tenera con i responsabili delle politiche europee. Abbiamo però bisogno di un altro linguaggio, ci serve una nuova lingua.” (Sassen)
Indubbiamente quella in corso nel Mediterraneo e nei Balcani è una crisi umanitaria di grandi proporzioni che richiede un intervento più che mai urgente.


Organizzazioni internazionali, agenzie come Frontex e il governo italiano concordano nell’affermare che il numero di rifugiati e migranti che si apprestano a salpare dalle coste nordafricane per raggiungere l’Europa nel 2016 è destinato a ripetere o superare le cifre record già registrate nel 2014 e nel 2015.
Credo che le soluzioni di cui avremmo bisogno dovrebbero includere e comprendere ciò che sta accadendo nelle aree di origine e provenienza dei migranti. Non possiamo spostare tutto il peso della “soluzione” sulle spalle di donne, uomini e bambini in fuga da situazioni d’inferno.
Oggi per l’ennesima volta sappiamo  che “Quando al termine dell’inverno si intensificheranno le partenze, non saremo in grado di prenderli tutti, se rimaniamo gli unici ad andare là fuori” (Ammiraglio Giovanni Pettorino, capo dei reparti operativi della Guardia costiera italiana)
Questo è il momento di agire perché sappiamo che le partenze si intensificheranno e le morti sono prevedibili.
Non abbiamo più scuse.


Leonardo Cavaliere



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18 aprile 2015 la più grave sciagura del mare

18 aprile 2015 ore 23:00 circa, la più grave sciagura del mare.  Era quasi sera, infatti, quando al Centro Nazionale Soccorso della Guard...
L'Organizzazione internazionale delle migrazioni (IOM) riferisce che sono entrati in Europa, via mare, da Italia, Grecia, Cipro e Spagna circa 172,458 migranti. (dati aggiornati al 6 aprile 2016).

Gli arrivi in ​​Grecia negli ultimi sette giorni (31 marzo - 6 aprile) è pari a 1.758 uomini, donne e bambini. IOM calcola che questa è stata più o meno la media giornaliera nel corso dei  mesi di gennaio, febbraio e marzo (vedi tabella a questo link).


Si tratta di un calo significativo dovuto certamente allo scellerato accordo tra Europa e Turchia.

Martedì 5 aprile, la Guardia costiera greca ha riferito che non un singolo migrante o rifugiato sono arrivati ​​via mare in Grecia - il primo "zero day", registrato dallo scorso anno. Al 6 aprile 2016, gli arrivi in ​​Grecia, via mare, per il 2016 si attestano a 152.461, mentre 914 sono gli arrivi via terra, secondo l'OIM. 

La guardia costiera greca riferisce che il numero di minori non accompagnati che arrivano sull'isola greca di Lesbo, nel primo trimestre del 2016 sono 537, a fronte di 750 minori non accompagnati arrivati a Lesbo in tutto il 2015.
Intanto in Italia i migranti sbarcati sono circa 19.322, in realtà circa un migliaio in più rispetto all'ultimo rilevamento, dato che negli ultimi giorni la Guardia Costiera italiana ha salvato 314 diversi migranti.

La chiusura della rotta balcanica e la persistente instabilità economico-politica che interessa i Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente hanno intensificato l’arrivo sulle coste italiani di minori non accompagnati spesso in condizione di particolare vulnerabilità psicologica ed esposti a rischio di sfruttamento e marginalità sociale.

172,458 migranti sono entrati in europa da inizio anno. Crescono i Minori non accompagnati.

L' Organizzazione internazionale delle migrazioni (IOM) riferisce che sono entrati in Europa, via mare, da Italia, Grecia, Cipro e Sp...
L'Unione Europea e la Turchia hanno dichiarato di aver definito le basi di un possibile accordo in relazione alla c.d. crisi dei rifugiati, rinviando di fatto il pieno accordo al prossimo vertice UE del 17-18 marzo.LaTurchia da parte sua è riuscita ad ottenere il raddoppio degli aiuti (6 miliardi di euro invece di 3) per trattenere i profughi siriani in Turchia e l’accelerazione del processo di valutazione relativo all’ingresso della Turchia nell’Unione europea in barba alla libertà di stampa e dei diritti violati nella repubblica fondata da Ataturk. La bozza di accordo prevede l‘introduzione di un sistema di scambio di rifugiati, cioè le persone che sbarcheranno illegalmente in Grecia, rifugiati o meno, torneranno forzatamente in Turchia, da dove, per ogni persona rispedita oltre l’Egeo, verrà ammesso un rifugiato siriano in un paese dell'UE. L’idea di fondo dell’accordo è mandare un segnale: non si entra più se non si è rifugiati siriani e, anche se lo si è, occorre fare domanda da un Paese terzo e non prendere una barca per l'UE. L'accordo a mio avviso è un fallimento in partenza per diversi motivi, in particolare: 1) perché i Paesi UE che hanno affossato l’accordo sulla redistribuzione dei rifugiati in base a quote stabilite (e assistenza economica) dovrebbe ora accettare la distribuzione, quale contropartita conveniente c'è questa volta? Infatti, Cameron ha già dichiarato che non ci pensa nemmeno ad accogliere nuovi rifugiati, mentre Orban e il blocco Est ha annunciato di porre il veto sulla decisione e di partecipare alla distribuzione neanche a parlarne. 2) L'accordo è in palese violazione della Convenzione di Ginevra. Infatti, se ad esempio io arrivo in un qualsiasi Paese Ue e presento o voglio presentare la mia richiesta d'asilo, nessuno mi può espellere in un Paese Terzo, a maggior ragione se il Paese in questione viola i diritti umani sistematicamente. Ciò che desta forte preoccupazione è la situazione di donne e bambini, che rappresentano il 55%, secondo fonti dell'UNHCR, di coloro che hanno raggiunto la Grecia per richiedere asilo in Europa. Altra preoccupazione è il modo in cui verranno "accolti" gli iracheni, gli afghani e i curdi, nonchè tutti i rifugiati africani nel paese Ottomano. La cosa che più mi sconforta è la debolezza dell'UE che ha ormai completamente dimenticato la sua identità, divisa e in mano alla crescita dei partiti xenofobi che pur non governando (salvo Ungheria) dettano l'agenda politica. Questa debolezza Europea è palese a chiunque guardi il modo in cui si comportano i burocrati di Bruxelles, per cui all'altolà del premier turco, immediatamente l'Ue ha alzato le mani, aprendo il portafogli. La Germania della Mekel vuole, più di tutti, questo accordo per cercare di recuperare l'elettorato perso in favore dei partiti neonazisti. Da parte sua, la Commissione UE vede nella cooperazione con la Turchia l'unica strada percorribile. Questo vertice fa rimanere ancora una volta delusi e sempre più esclusi i veri protagonisti; donne, uomini e bambini che meriterebbero una accoglienza vera, dignitosa e giusta, tale che possa restituire loro la speranza di un futuro.
Qui la dichiarazione dei capi di stato e di governo, http://www.consilium.europa.eu/en/press/press-releases/2016/03/07-eu-turkey-meeting-statement/

Leonardo Cavaliere


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L'Europa debole che affoga insieme ai migranti

L'Unione Europea e la Turchia hanno dichiarato di aver definito le basi di un possibile accordo in relazione alla c.d. crisi dei r...
E’ stato presentato, il 20 gennaio 2016, presso il Ministero dell’Interno lo studio della Fondazione Leone Moressacon il sostegno di Open Society Foundationsui sistemi europei di accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati: “La buona accoglienza. Analisi comparativa dei sistemi di accoglienza per richiedenti asilo in Europa“. Nel dibattito italiano sui temi legati all’immigrazione, il fenomeno degli sbarchi è sicuramente uno dei più  dibattuti dall’opinione pubblica e dai media. Nel corso del 2015 si è aggiunto il tema dei cosiddetti “profughi”. L’Italia continua a fare i conti con una situazione di emergenza e con la mancanza di soluzioni durature in materia  di asilo e protezione internazionale. Al fine di fotografare la situazione attuale e proporre alcune buone prassi  rilevate  a  livello  europeo,  la Fondazione Leone Moressa ha condotto un’analisi comparata dei sistemi di accoglienza dei richiedenti asilo.  La ricerca mette insieme dati  quantitativi e analisi di merito sui sistemi di sei paesi chiave, ovvero i paesi con il maggior numero di richieste  d’asilo: Germania, Svezia, Italia, Francia, Ungheria e Regno Unito. Lo studio, inoltre, intende fornire una panoramica della situazione attuale dell’accoglienza, offrendo spunti di riflessione utili a livello nazionale e locale. Se uno dei problemi dell’accoglienza italiana riguarda la distribuzione sul territorio, il sistema tedesco e quello svedese prevedono la distribuzione degli immigrati su tutto il territorio nazionale. In particolare in Svezia si sta attualmente discutendo sull’obbligatorietà dell’accoglienza da parte di tutti i comuni. In Germania, invece, è stabilita la presenza di almeno un centro di accoglienza per ogni stato federato. Altre soluzioni sperimentate in Europa riguardano l’accesso al lavoro e alle informazioni di base o la riduzione dei tempi per l’esame delle richieste d’asilo.Fonte http://www.cronachediordinariorazzismo.org/la-buona-accoglienza/
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La buona accoglienza. Analisi comparativa dei sistemi di accoglienza per richiedenti asilo in Europa

E’ stato presentato, il  20 gennaio 2016 , presso il Ministero dell’Interno  lo studio della  Fondazione Leone Moressa ,  con il sostegno...
La "Corsa a ostacoli verso l'Europa" dei Migranti. La denuncia di Medici Senza Frontiere che lancia l'allarma sulla questione dei profughi che tentano di entrare ed attraversare l'Europa. Pubblico, aderendo all'appello, il comunicato stampa.

In particolare denunciamo che le temperature che toccano anche i -20° sotto zero al confine tra Macedonia e Serbia, i bambini in viaggio lungo la rotta dei rifugiati sono a rischio di ipotermia, polmonite e altre malattie respiratorie potenzialmente mortali. 
Al confine tra la Serbia e la Macedonia ci troviamo di fronte a neve alta 15 centimetri  e bambini che hanno le labbra livide, sofferenti e tremanti per il freddo. Le madri, esauste, non sanno come tenere i loro figli al caldo, all’asciutto e scivolano portandoli in braccio sulle strade ghiacciate.
MSF denuncia, in un rapporto diffuso oggi a livello internazionale, il catastrofico fallimento dell’Unione Europea nel rispondere ai bisogni umanitari di rifugiati, richiedenti asilo e migranti nel 2015 e presenta una fotografia drammatica, emersa dai progetti MSF per la migrazione, dell’impatto medico-umanitario delle politiche europee su migliaia di persone in fuga.


“Non solo l’Unione Europea e i governi hanno fallito collettivamente nell’affrontare la crisi, ma con le loro barriere e la risposta caotica ai bisogni umanitari delle persone in fuga hanno di fatto peggiorato le condizioni di migliaia di uomini, donne e bambini già vulnerabili” ha dichiarato Brice de le Vingne, direttore delle operazioni di MSF.

Attraverso le testimonianze dirette di operatori e pazienti di MSF e i dati medici raccolti in decine di progetti, il rapporto “Corsa a ostacoli verso l’Europa” mostra le conseguenze umanitarie delle decisioni europee e dimostra come le politiche di deterrenza abbiano costretto MSF e altre organizzazioni ad aumentare drasticamente le proprie attività nei punti di ingresso all’Europa.


“Mai prima d’ora abbiamo dovuto avviare così tanti progetti in Europa o imbarcarci per salvare vite in mare. Mai prima d’ora abbiamo dovuto assistere così tanti disperati alle frontiere, curando le conseguenze fisiche e psicologiche dei drammatici viaggi, delle violenze subite e della mancanza di assistenza” ha detto ladott.sa Federica Zamatto, responsabile medico progetti migrazione MSF. “Nel 2016 i paesi europei devono fare un bilancio del costo umano delle loro decisioni, assumersi le loro responsabilità e imparare dagli errori commessi per mettere al centro i bisogni dei più vulnerabili.”

Nel 2015 i numeri dell’azione MSF per la migrazione in Europa sono triplicati. Tra il 1° gennaio e il 15 dicembre, MSF ha effettuato oltre 100.000 consultazioni mediche e psicologiche – sulle navi di ricerca e soccorso e nei progetti in Italia, Grecia e Balcani – e tra maggio e dicembre ha soccorso 23.747 persone in mare. In tutto MSF ha speso circa 31,5 milioni di euro e mobilitato 535 operatori umanitari per rispondere ai bisogni di rifugiati e migranti in Europa e nel Mediterraneo.

Il rapporto di MSF descrive gli ostacoli che l’Europa e i governi europei hanno imposto lungo il percorso di oltre un milione di persone, la maggior parte delle quali in fuga da guerre e persecuzioni: mancanza di alternative alle pericolose traversate del mare, recinzioni di filo spinato per chiudere i confini, continui cambiamenti nelle procedure amministrative e di registrazione, condizioni di accoglienza del tutto inadeguate in Italia e Grecia, fino a veri e propri atti di violenza in mare e alle frontiere di terra. Per MSF, un approccio atroce e inaccettabile, che ha avuto conseguenze drammaticamente concrete sulla salute, sia fisica che psicologica, delle persone.

“È appena iniziato un nuovo anno ma sappiamo che nessuna politica restrittiva fermerà le persone dal cercare un futuro per loro stessi e le loro famiglie, anche a costo di rischiare la vita. Chiediamo con forza all’Europa di smettere di giocare con le vite e la dignità delle persone e garantire un passaggio sicuro verso il continente” ha detto Stefano Argenziano, coordinatore progetti migrazione MSF. “Questa crisi è tutt’altro che finita e l’assistenza resta del tutto insufficiente in Italia, Grecia e Balcani. Nel 2015, gli stati europei hanno attuato politiche inumane per proteggere i propri confini da persone vulnerabili.


Speriamo che nel 2016 non dovremo più proteggere queste persone dalle politiche europee.”MSF rinnova la richiesta di un passaggio sicuro all’Europa, attraverso: canali legali e sicuri per i richiedenti asilo (anche tramite la possibilità di chiedere asilo alle frontiere di terra e il ricorso facilitato a misure di riunificazioni familiari, visti umanitari e ricollocamenti); percorsi di migrazione legali per ridurre viaggi pericolosi e reti di trafficanti; un meccanismo ambizioso di ricerca e soccorso in mare, da effettuare vicino alle coste di partenza e con luoghi di sbarco predefiniti che garantiscano condizioni umane e assistenza medica; investimenti nell’accoglienza invece che nella deterrenza; schemi di ricollocamento più ambiziosi; l’eliminazione di violenze e abusi da parte delle autorità.

Alle persone in fuga MSF ha dedicato la campagna #Milionidipassi, per restituire dignità al tema delle migrazioni forzate e garantire il diritto di tutti ad avere salva la vita. www.milionidipassi.it #milionidipassi #safepassage"

La "Corsa a ostacoli verso l'Europa" dei Migranti. La denuncia di MSF

La "Corsa a ostacoli verso l'Europa" dei Migranti. La denuncia di Medici Senza Frontiere che lancia l'allarma sulla ques...
L’Europa ha fallito, l’Europa ha fatto l’ennesimo buco nell’acqua sul tema dell’immigrazione.

I 5 perchè del fallimento del vertice Europeo sull’immigrazione.

L’Europa ha fallito, l’Europa ha fatto l’ennesimo buco nell’acqua sul tema dell’ immigrazione .
Fra i richiedenti asilo nel territorio dell’Unione Europea gli under 18 non accompagnati sono aumentati dal 3% al 4% circa negli ultimi sei mesi. In Italia ha analizzato l’accoglienza dei Msna nei comuni il V rapporto Anci-Cittalia.

Non accompagnati richiedenti asilo: sempre di più in Europa

Fra i richiedenti asilo nel territorio dell’Unione Europea gli under 18 non accompagnati sono aumentati dal 3% al 4% circa negli ultimi sei ...
L’Europa e, con essa, l’Italia (che pure aveva ed ha messo in atto un tentativo di cambiamento coraggioso) sembrano nuovamente arretrare, fisicamente ed eticamente, sulla propria linea di confine, indifferenti alle tragedie che si consumano a pochi chilometri di distanza e alla tutela delle vite umane.

La fine di Mare Nostrum: un arretramento politico ed etico inaccettabile per la coscienza democratica europea

L’Europa e, con essa, l’Italia (che pure aveva ed ha messo in atto un tentativo di cambiamento coraggioso) sembrano nuovamente arretrare, fi...
Cara Europa,
non aspettare di piangere altri morti nel Mediterraneo. #CorridoiUmanitari Subito!!!

Secondo noi di #minoristranierinonaccompagnati  i paesi dell'Unione per evitare le giornaliere tragedie del mare, che ormai sembrano non fare più notizia, dovrebbe adottare una strategia che preveda corridoi umanitari.

Cara Europa, non aspettare di piangere altri morti nel Mediterraneo.

Cara Europa, non aspettare di piangere altri morti nel Mediterraneo. #CorridoiUmanitari Subito!!! Secondo noi di #minoristranierinonaccom...
Riportiamo di seguito l'articolo pubblicato su Meltingpot.org sull'ipocrisia dell'Italia e dell'Europa sulla vita dei migranti.

Impedire le partenze. Lasciar morire i profughi sull’altra sponda del mediterraneo: per i governi l’importante è non vedere

Cerchiamo di mettere innanzitutto un po’ di ordine, partendo dal presupposto che è un’operazione tanto difficile quanto necessaria.

L’ipocrisia dell’Italia e dell’Europa sulla vita dei migranti

Riportiamo di seguito l'articolo pubblicato su Meltingpot.org sull'ipocrisia dell'Italia e dell'Europa sulla vita dei migra...
Nel Rapporto presentato dal parlamentare britannico Christopher Chope e dalla sottocommissione dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa redatto dopo la visita condotta lo scorso maggio sull’isola italiana : “I centri di accoglienza devono mantenere questa funzione e non trasformarsi in centri di detenzione”. 

Il documento dà ragione a quello che  minoristranierinonaccompagnati.blogspot.com stà sostenendo da sempre sulla situazione del Centro di "Accoglienza" di  Lampedusa. Inoltre si precisa nel documento che la situazione non è migliorata, anzi peggiorata dopo la visita di maggio.

In particolare si fa riferimento ai disordini avvenuti il 20 settembre scorso, quando è scoppiato un incendio appiccato probabilmente per protestare contro le disumane condizioni in cui venivano tenuti.


La sottocommissione condanna comunque in modo fermo e assoluto la violenza degli immigrati che “non rende merito a tutti gli sforzi compiuti dagli abitanti di Lampedusa e dalla Guardia Costiera”, essa sottolinea che questa reazione degli immigrati non deve “stupire”.

“La politica detentiva dei migranti tunisini adottata a Lampedusa è problematica e i centri non sono adatti a ospitare o detenere gli immigrati irregolari”, si legge nel rapporto in cui si evidenzia come probabilmente abbia giocato un ruolo anche l’incertezza sul periodo di detenzione. 


 Infine viene richiesto alle Autorità Italiane di chiarire il quadro legale che sottostà alla detenzione degli immigrati.

A questa richiesta noi di minoristranierinonaccompagnati.blogspot.com chiediamo spiegazioni in merito alla illegittima detenzione dei minori stranieri non accompagnati.

Anche il Consiglio d'Europa esprime preoccupazione sulla detenzione dei migranti a Lampedusa

Nel Rapporto presentato  dal parlamentare britannico Christopher Chope e  dalla sottocommissione dell'Assemblea parlamentare  del Cons...
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