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200 pagine di analisi e dati geolocalizzati in 62 originali mappe, è il 6° Atlante dell’Infanzia (a rischio) Bambini senza. Origini e coordinate delle povertà minorili a cura di Giulio Cederna, corredato dalle foto di Riccardo Venturi


Deprivati di una vita dignitosa e delle opportunità per sviluppare i propri talenti, anche a causa della crescente illegalità di cui sono vittime dirette e indirette. è la condizione sperimentata da centinaia di migliaia di minori in Italia, documenta il 6° Atlante dell’Infanzia (a rischio) Bambini senza. Origini e coordinate delle povertà minorili, di Save the Children - l’organizzazione internazionale indipendente dedicata dal 1919 a salvare i bambini e difenderne i diritti.

200 pagine di analisi e dati geolocalizzati in 62 originali mappe, l’Atlante è a cura di Giulio Cederna, corredato dalle foto di Riccardo Venturi ed è disponibile anche online, con una piattaforma multimediale interattiva(www.atlante.savethechildren.it #bambinisenza).

Viene diffuso oggi, a Roma, alla presenza del Presidente del Senato Pietro Grasso e alla vigilia della Giornata Mondiale dell’Infanzia (20 novembre p.v.), nell’ambito della campagna Illuminiamo il Futuro, avviata da Save the Children con l’obiettivo di debellare la povertà educativa in Italia entro il 2030.

Come racconta la mappa dei bambini senza, nel nostro paese circa 1 bambino su 20 non può contare su due paia di scarpe l’anno (di cui almeno uno utilizzabile in ogni stagione)e non riceve un pasto proteico al giorno. Quasi 1 su 10vive in famiglie che non possono permettersi di invitare a casa i suoi amici, festeggiare il suo compleanno, comprargli abiti nuovi, libri non scolastici, mandarlo in gita con la sua classe. 1 su 6 non ha la possibilità di frequentare corsi extrascolastici (musica, sport, ecc), quasi 1 su 3 di trascorrere almeno una settimana di vacanza lontano da casa.

Solo 3 bambini su 10, che frequentano la scuola primaria, hanno il tempo pieno a scuola e nel 40% degli istituti scolastici principali non c’è il servizio mensa.

Migliaia di minori pagano un prezzo altissimo all’illegalità e corruzione che pervade i territori in cui vivono: almeno 85 i bambini e adolescenti incolpevoli uccisi dalle mafie dal 1896 ad oggi - come racconta la prima mappa realizzata in base ai dati forniti dall’associazione Libera - e molti di più coloro che hanno assistito all’uccisione di familiari, ritrovatisi orfani o adescati e arruolati giovanissimi nelle file della criminalità organizzata. 546.000 gli under 18 – il 5,4% della popolazione 0-17 anni – nati e cresciuti in uno dei 153 comuni sciolti per mafia negli ultimi 17 anni (mappa dei Minori senza Consigli e Nascere nella Locride), soprattutto al Sud ma anche al Centro e Nord Italia.

Una deprivazione di possibilità, stimoli e opportunità che si riflette anche nelle scarse performance scolastiche: 1 alunno di quindici anni su 4 non raggiunge il livello minimo di competenze in matematica e 1 su 5 in lettura (mappasul deficit di competenze).

Sono poi oltre 500.000 i giovani (15-29 anni) che, negli anni, hanno deciso di trasferirsi al Nord per trovare lavoro e condizioni di vita migliori. Per la gran parte laureati (mappa Se ti laurei ti cancelli).

E tra le numerose ferite che affliggono l’infanzia in Italia, l’Atlante documenta il clima di violenza nel quale crescono troppi bambini, che segna il loro rapporto con la città e il quartiere, la relazione con i coetanei (per i fenomeni di bullismo e di discriminazione), la vita in casa: si stimano in circa 400 mila i minori vittime di violenza assistita dentro le pareti domestiche. Non possiamo infine non ricordare la condizione dei minori stranieri che arrivano in Italia da soli (nell’ultimo anno più di 11 mila - mappa Arrivati via mare) che, dopo un viaggio spesso drammatico, anche in Europa sono a rischio di cadere in circuiti criminali di sfruttamento, se non si attiva una adeguata rete di protezione.

“La sesta edizione dell’Atlante documenta le deprivazioni più gravi che colpiscono i bambini in Italia, portando alla luce l’impatto devastante dell’illegalità nelle loro vite”, spiega Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children Italia. “Le mafie e i fenomeni corruttivi esercitano una violenza diretta e indiretta sui minori. Possono causarne la morte ma anche bloccare il loro sano sviluppo coinvolgendoli precocemente in attività criminose e allontanandoli da scuola. Distorcono le economie e il mercato del lavoro, rendendoli accessibili solo a chi accetta le logiche dell’illegalità. Sperperano i soldi pubblici anziché impiegarli in servizi sociali, spazi pubblici e scuole”, spiega ancora Valerio Neri.

“Illegalità e povertà educativa si alimentano a vicenda”, sottolinea Raffaela Milano Direttore Programmi Italia-Europa Save the Children Italia. Vivere in un ambiente deprivato dal punto di vista sociale ed educativo per un bambino significa non avere l’opportunità di scoprire le proprie capacità e i propri talenti e non poter costruire liberamente il proprio futuro. E’ questo che intendiamo quando parliamo di povertà educativa, una piaga drammatica nel nostro paese.”

Per questo, nell’ambito della campagna Illuminiamo il Futuro - che ha l’obiettivo di debellare la povertà educativa entro il 2030 - , Save the Children ha aperto in 8 regioni 13 Punti Luce e altri 3 saranno inaugurati il 20 novembre a Milano-Quarto Oggiaro, in collaborazione con Acli Lombardia, a Napoli-Chiaiano, in collaborazione con l’ A.P.S. Coordinamento Genitori Democratici Napoli, a Sassari-Latte Dolce, in collaborazione con l’UISP, Comitato Provinciale di Sassari.

Si tratta di centri socio-educativi in aree urbane svantaggiate che, con l’aiuto di associazioni partner, danno la possibilità a bambini e adolescenti di sviluppare il loro potenziale, grazie ad attività ricreative, sportive, espressive e di sostegno allo studio. Sono più di 4.500 i minorenni che li frequentano o vi sono entrati in contatto in un solo anno, dall’avvio delle attività.

“I Punti Luce così come altri coraggiosi progetti a cui diamo voce nell’Atlante, dimostrano che c’è un’alternativa alla povertà e all’illegalità e che un cambiamento è possibile”, aggiunge Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children. “è cruciale pertanto che il governo confermi il suo impegno in questa direzione approvando le misure di contrasto alla povertà minorile per la prima volta inserite nella legge di stabilità, che introduce anche, in via sperimentale, un fondo triennale finalizzato espressamente a contrastare la povertà educativa”, spiega.

Bambini senza Stato: le povertà minorili e le briciole della spesa sociale per l’infanzia
L’incidenza della povertà assoluta nelle famiglie con almeno un minore è triplicata tra il 2005 e il 2014, passando dal 2,8% all’8,5%, per un totale di oltre 1 milione di bambini colpiti, racconta l’infografica. Nel Mezzogiorno la povertà assoluta è più estesa – pari al 9,3% contro l’8,3% di famiglie povere assolute al Nord – e riguarda soprattutto famiglie italiane a differenza della povertà al Nord, in crescita nell’ultimo anno, alla quale contribuisce in gran parte il fenomeno migratorio.

A fronte di ciò, in presenza di forti difficoltà economiche, colpisce l’esiguità delle risorse stanziate per l’infanzia: la spesa sociale nell’area famiglia e minori è molto più bassa della media europea, con 313 euro pro-capite, a fronte di 506 euro in media in Europa e dei 952 euro pro-capite della Germania. Se poi si considera l’investimento nei servizi erogati dai comuni, emergono allarmanti differenze, come racconta la mappa su I baratri della spesa sociale: si va dai 242 euro pro-capite di spesa per l’area famiglia e minori in Trentino ai 20 euro pro-capite della Calabria, a fronte di una media nazionale di 113 euro. A livello provinciale, colpiscono le disparità tra i 393 euro pro-capite di Trieste e i 350 di Bologna e gli 8 euro a testa di Vibo Valentia, i 18 di Crotone, i 20 di Cosenza e Avellino.

Rimandati in istruzione
La fotografia del sistema scuola presenta molte criticità, a partire dalla penuria del tempo pieno (si veda mappa Alla ricerca del tempo pieno), garantito, in media, solo nel 31,6% delle classi della scuola primaria (ma in Molise, Sicilia, Campania, Abruzzo e Puglia si scende sotto il 20%), e nel 20% di quelle della scuola secondaria di primo grado, dove peraltro in molti casi le attività pomeridiane sono a pagamento. “A macchia di leopardo” anche la presenza del servizio di mensa scolastica, un bene raro soprattutto negli istituti principali delle regioni del Mezzogiorno - Sicilia (49%), Campania (51%) e Puglia (53%).

Un cambiamento possibile
“Le carenze dell’offerta educativa emerse dall’Atlante mostrano come il nostro paese abbia creduto in questi anni troppo poco al ruolo strategico della formazione ma è dallo sviluppo del > che bisogna partire per dare un futuro a milioni di bambini e strapparli alla violenza e arroganza criminale”, commenta Valerio Neri.

“Con la legge di stabilità per la prima volta, seppure con un budget ancora non adeguato, il tema della povertà minorile entra nell’agenda di governo e è di particolare rilievo la costituzione di un fondo ad hoc sulla povertà educativa”, aggiunge Raffaela Milano. “Speriamo che si garantisca, alla prova dei fatti, un vero rigore nella attuazione di queste misure, con adeguati strumenti di monitoraggio e valutazione di impatto. Occorre mobilitare su obiettivi comuni il grande patrimonio educativo che comunque fortunatamente c’è nel nostro paese. Allo stesso tempo, occorre dare spazio e fiducia ai bambini, ai ragazzi e alle ragazze, affinché possano essere non i fruitori, ma i protagonisti di questo impegno”, conclude.

E un importante segnale positivo proprio su questo fronte viene oggi dal lancio del Movimento delle ragazze e dei ragazzi per Save the Children, che vogliono essere attori e voce del cambiamento. In particolare, attraverso la campagna virale “o sottovoce o SottoSopra”, online da oggi, il gruppo di giovanissimi - già attivi in nove città italiane - invita i coetanei a prendere coscienza di ciò che non va nei loro territori e ad impegnarsi in prima persona per cambiare le cose. fonte: VITA.it


SCARICA IL REPORT  - Bambini senza. Origini e coordinate delle povertà minorili


Save the Children: in Italia 1 bambino su 20 non può permettersi un pasto proteico al giorno

200 pagine di analisi e dati geolocalizzati in 62 originali mappe, è il 6° Atlante dell’Infanzia (a rischio) Bambini senza. Origini e coordi...
Nel mondo, circa 70 milioni, di ragazze di età compresa tra i 15 e i 19 anni, subiscono abusi e violenze fisiche che ogni anno provocano circa 60mila decessi. Ovvero una morte ogni 10 minuti.Dalle Yazide rese schiave sessuali da Isis alle bambine kamikaze di Boko Haram. Questo ci fa capire che spesso le guerre si combattono sul corpo delle donne. 62 milioni di minori vivono in aree di guerra o emergenza e oltre 30 milioni sono in continua fuga affrontando lunghi viaggi in cui rischiano la vita. Nel mondo, ancora 57 milioni di bambine e ragazze non vanno a scuola e oltre 68 milioni le bambine rese schiave. 15 milioni le baby spose che, senza volerlo e nel giro di poco tempo, diventano baby mamme. E se già oggi sono oltre 125 milioni le donne e le ragazze che hanno subito una qualche forma di mutilazione genitale femminile, ai ritmi attuali si stima che entro il 2030, 86 milioni di ragazze nate tra il 2010 e il 2015 rischino una mutilazione genitale. La campagna InDifesa di Terre des Hommes vuole dire basta a tutto ciò, per farle tornare a scuola e al gioco.

E’ un quadro allarmante quello che emerge dal Dossier Indifesa di Terre des Hommes presentato oggi a Roma . L’Italia non è esente dal fenomeno della violenza sulle ragazze. Secondo l’ultima indagine Istat, 6 milioni 788 mila donne hanno subìto nel corso della propria vita almeno una forma di violenza sessuale o fisica, pari al 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni. E tra le donne vittime di violenze sessuali prima dei 16 anni, l’incidenza di violenza fisica o sessuale da adulte raggiunge il 58,5%. I Minori vittime di reato in Italia hanno raggiunto nell'ultimo anno la cifra record di 5365, il 60% dei quali erano femmine.Preoccupante anche l'esponenziale aumento delle vittime di pornografia minorile, che sal 2004 al 2014 sono cresciute del 569,4% (+24% nell'ultimo anno). Per quasi l'80% dei casi riguardavano bambine e ragazze. I casi di violenza sessuale, compreso quella aggravata, denunaciati l'anno scorso sono stati 962, per l'85% femmine.
Sono numeri che mettono i brividi. I maltrattamenti in famiglia sono il reato con il maggior numero di vittime tra bambini e ragazzi: 1479 nel solo 2014, confermando proprio l'unità familiare, che dovrebbe rappresentare il luogo più sicuro e protetto per i minori, come quello a maggior rischio. L'unico dato che cala visibilmente è quello della prostituzione minorile -18%. E’ la drammatica fotografia scattata da Terre des Hommes che, in occasione della Giornata ONU delle Bambine (11 ottobre), accende i riflettori sulla condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo. "Cambia il mondo e cambiano anche le forme di violenza esercitate sulle bambine. A vecchie modalità se ne aggiungono di nuove: anche la violenza si adegua ai tempi e alle nuove dinamiche geopolitiche. Ed invero, se si legge la storia contemporanea attraverso l'emergenza delle nuove forme di violazione e di violenza, si ha una visione molto chiara, diremmo, chiarificatrice, di come sono distribuite le povertà, le disuguaglianze, le guerre, le disparità di genere, ma anche di quante forme di resistenza, di impegno, di consapevolezza, nascono ogni giorno per contrastarle."Dire basta alla violenza e allo sfruttamento delle bambine, liberarle dalla schiavitù e garantire loro una vita in salute e un’istruzione adeguata è l’obiettivo della Campagna Indifesa di Terre des Hommes a cui si può contribuire aderendo al programma SonoIndifesa, con una donazione di 11 euro al mese per la protezione e all’istruzione di una bambina, o ancora, partecipando alle aste Indifesa sulla piattaforma CharityStars.com, aggiudicandosi uno dei tanti oggetti messi a disposizione da VIP per Terre des Hommes.


Dire basta alla violenza e allo sfruttamento delle bambine è l’obiettivo della Campagna Indifesa di Terre des Hommes. “Se da un lato la condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo, rivela alcuni indiscutibili segni di miglioramento, dall’altro ci sono ancora scenari drammatici che vedono protagoniste come vittime le bambine. Per questo, la quarta edizione della Campagna Indifesa accende i riflettori sulle bambine che vivono in zone teatro di guerra e nelle emergenze migratorie che ne conseguono, dove, a vent’anni dalla conferenza di Pechino del 1995 e nonostante la Convenzione di Ginevra del’49, il diritto umanitario della protezione delle persone viene violato in modo più o meno evidente e sono ancora una volta i bambini e gli adolescenti a patirne le conseguenze più traumatiche. Noi, in Italia, ne siamo testimoni in prima linea. È non è solo la condizione delle bambine coinvolte nei conflitti in Siria o in Libia al di là del nostro mare che mi sconcerta, ma anche quella dell’infanzia costretta all’interno delle mura di una città perennemente assediata come Gaza, o violata e stuprata in Centrafrica, in Nigeria o in Eritrea, dove si perpetuano da anni guerre, attentati e soprusi troppo spesso dimenticati,” dichiara Donatella Vergari Segretario Generale di Terre des Hommes.
La campagna Indifesa inoltre mira a raccogliere fondi per proteggere le bambine schiave domestiche in Perù ed Ecuador, prevenire l'infanticidio delle neonate femmine in India, sostenere l'istruzione delle bambine a rischio di matrimonio precoce in Costa d’Avorio, Mozambico, Zimbabwe o nei teatri di guerra come in Siria, Iraq e Giordania.
Per sostenere la campagna Indifesa e sottrarre agli abusi le bambine nel mondo, Terre des Hommes offre a tutti la possibilità di contribuire direttamente alla protezione e all’istruzione di una bambina con una donazione di 11 euro al mese (programma SonoIndifesa), ancora, di partecipare per tutto il mese di ottobre, alle aste sulla piattaforma CharityStars.com.


Grazie alla Campagna Indifesa la vita di molte bambine sfruttate come domestiche è finalmente cambiata: ad esempio 100 di loro sono state iscritte presso scuole serali e riusciranno a completare gli studi. Numerose ragazze vittime di sfruttamento e abusi, ospiti del Centro (Hogar) Yanapanakusun, hanno beneficiato di borse di studio per specializzarsi professionalmente. Continua l’impegno in Mozambico per difendere le bambine dai matrimoni precoci. In Italia ha realizzato varie indagini sul maltrattamento sui bambini, che hanno permesso di arrivare a una prima quantificazione del fenomeno nel nostro Paese, dei costi dovuti alla sua mancata prevenzione e a una maggiore conoscenza del maltrattamento anche degli stessi medici e pediatri, grazie all’avvio di un corso di perfezionamento sul Child Abuse. Terre des Hommes sta inoltre mettendo in rete alcuni centri medici d’eccellenza per l’assistenza alle vittime.


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I Minori Stranieri non Accompagnati


Dossier “Indifesa” di Terre des Hommes DALLA PARTE DELLE BAMBINE

Nel mondo, circa 70 milioni, di ragazze di età compresa tra i 15 e i 19 anni, subiscono abusi e violenze fisiche che ogni anno provocano...
Diffuso oggi l’8° Rapporto di monitoraggio del Gruppo CRC, che fa il punto sull’attuazione della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza in Italia

In Italia 1 bambino su 7 nasce e cresce in condizioni di povertà assoluta, 1 su 20 assiste a violenza domestica.

Nel Belpaese, 1 bambino su 7 nasce e cresce in condizioni di povertà assoluta, 1 su 20 assiste a violenza domestica e 1 su 100 è vittima di maltrattamenti. 1 su 20 vive in aree inquinate e a rischio di mortalità. 1 su 50 soffre di una condizione che comporterà una disabilità significativa all’età dell’ingresso nella scuola primaria, 1 su 500 vive in strutture di accoglienza. Più di 8 bambini su 10 non possono usufruire di servizi socio-educativi nei primi tre anni di vita e 1 su 10 nell’età compresa tra i 3 e i 5 anni. Nel 2013 in Italia sono andati al nido solo 218.412 bambini, pari al 13,5% della popolazione sotto i tre anni. E la situazione nel Mezzogiorno è ancora più grave, se si considera che tutte le regioni del Sud si collocano sotto la media nazionale, come la Sicilia con appena il 5,6% dei bambini che ha avuto accesso al nido; la Puglia con il 4,4%; la Campania con il 2,7% e la Calabria con il 2,1%.


Questi i principali dati che emergono dal Rapporto di monitoraggio sull’attuazione della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza nel nostro Paese, giunto alla sua ottava edizione, alla cui redazione hanno contribuito 124 operatori delle 90 associazioni del Gruppo CRC, e presentato stamane alla presenza del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti.
Il Rapporto, evidenzia che, a vent’anni esatti dal primo Rapporto sullo stato di attuazione della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (CRC), inviato dall’Italia al Comitato ONU per la CRC, “il sistema organico di politiche per l’infanzia” su cui il nostro paese si era impegnato con la ratifica della Convenzione non è stato realizzato. Le associazioni auspicano che l’adozione del nuovo Piano Infanzia, con priorità e azioni ben definite e supportate da un adeguato impegno economico, possa essere il primo passo per rimettere al centro dell’agenda politica le misure per la tutela per l’infanzia.

“Ci sono bambini che fin dalla nascita soffrono di carenze che ne compromettono lo sviluppo fisico, mentale scolastico, relazionale – sottolinea Arianna Saulini, di Save the Children e coordinatrice del Gruppo CRC. “Tra questi eventi, indicati come fattori di rischio, figurano condizioni sfavorevoli durante la gravidanza, cure genitoriali inadeguate, violenza domestica ed esclusione sociale. Per questo chiediamo – aggiunge Saulini - che il prossimo Piano Nazionale Infanzia dedichi speciale attenzione ai primi anni di vita del bambino, che vengano realizzate politiche adeguate per superare il divario territoriale nell’offerta educativa e di costruire un qualificato sistema integrato per l’infanzia e l’adolescenza, impegnando adeguati e stabili investimenti finanziari e introducendo un meccanismo permanente di monitoraggio della spesa”.

A proposito di risorse dedicate all’infanzia e l’adolescenza, il Rapporto denuncia che a distanza di anni non esiste ancora un monitoraggio a livello istituzionale, manca una strategia nazionale e una visione di lungo periodo nell’allocazione delle risorse. Le carenze, tuttavia, non sono solo di tipo economico, ma anche di raccolta e coordinamento delle informazioni.

Così, ad esempio, se si considera il problema dei minori privi di un ambiente familiare, gli stessi dati forniti dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali presentano lacune e incongruenze. Sappiamo infatti che al 31 dicembre 2012 i minorenni affidati a parenti erano 6.750, quelli affidati a terzi 7.444, per un totale complessivo di 14.191 affidamenti familiari, e che i minori inseriti in comunità erano 14.255. Poco o nulla sappiamo però sulle cause dell’allontanamento dalla famiglia e sui motivi che hanno portato a scegliere l’accoglienza in comunità o l’affido, il tipo di struttura di accoglienza e i tempi di permanenza. Informazioni che mancano soprattutto per i minorenni tra 0 e 5 anni. A ciò si aggiunge che molte Regioni non forniscono i dati richiesti, come la Calabria che non ha aderito alla rilevazione, la Liguria e la Sardegna che hanno fornito dati discordanti rispetto ai criteri della rilevazione, l’Abruzzo che non ha inviato i dati sull’affidamento familiare. Ed è incomprensibile il divario tra i dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e quelli del Dipartimento per la Giustizia Minorile sugli affidamenti familiari consensuali o giudiziari. Sempre in merito al sistema di raccolta dati, la Banca Dati Nazionale dei minori adottabili e delle coppie disponibili all’adozione è operativa soltanto in 11 Tribunali per i Minorenni sui 29 esistenti e ciò rende difficile garantire a ogni bambino la scelta della miglior famiglia, quantificare e monitorare la situazione dei piccoli che non vengono adottati nonostante le tante famiglie disponibili.

Riguardo alle difficoltà economiche di molte famiglie con minori, pur riconoscendo l’impegno del Governo con la sperimentazione della nuova social card, Arianna Saulini ricorda che la povertà minorile in Italia è in continuo aumento - dal 2012 al 2013 i minori in condizioni di povertà assoluta sono passati da 1.058.000 (10,3%) a 1.434.000 (13,8%) - e ribadisce l’urgenza di un Piano nazionale di contrasto alla povertà, che tenga in debita considerazione le famiglie con figli minorenni e che sia in grado di mettere a sistema in maniera organica le varie e frammentate misure messe in campo in questi anni.

Il rapporto dedica poi un paragrafo ai minori stranieri non accompagnati (MSNA), tema di grande attualità considerati i numerosi sbarchi di questo periodo, rilevando la necessità di rendere subito operativo il nuovo sistema di accoglienza. Dal primo gennaio al 31 marzo 2015 sono sbarcati in Italia 10.165 migranti, di cui 902 minori (289 accompagnati e 613 non accompagnati), dato che a giugno è balzato a quasi 5.000 minori. Nel 2014, 26.122 minori hanno raggiunto le coste italiane e di questi 13.026 sono risultati essere non accompagnati, ovvero un numero pari a due volte e mezzo quello registrato nel 2013. Si tratta per la maggior parte di ragazzi tra i 15 ed i 17 anni, originari dell’Eritrea (3.394), dell’Egitto (2.007) e della Somalia (1.481). Va menzionato anche l’elevato flusso migratorio via mare dalla Siria: nel 2014 sono sbarcati 10.965 minori (10.020 accompagnati e 945 non accompagnati). Alla data di stesura del Rapporto erano oltre 500 i minori ancora in attesa del collocamento in comunità, che si trovano, da mesi, in strutture temporaneamente adibite alla loro accoglienza, attivate “in emergenza” a livello locale, in Sicilia, Puglia e Calabria.

Diritti dei minori ancora negati tra povertà, carenza di servizi e mancanza di coordinamento delle strutture preposte alla tutela

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Sono solo Bambini

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VENERDI’ 19 SETTEMBRE 2014 UNA DELEGAZIONE DELLA CAMPAGNA LASCIATECIENTRARE HA SVOLTO UNA VISITA NEL CENTRO POLIFUNZIONALE E DEI CENTRI INFORMALI UBICATI A PIAN DEL LAGO (CALTANISSETTA).

MINORI NON ACCOMPAGNATI "accolti" con adulti #accoglienzamadeinitaly

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Da 8500 a più di 17mila: nei primi otto mesi di quest'anno è già raddoppiato il numero di minori sbarcati sulle coste italiane rispetto all'intero 2013. 

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Malak, 13 anni, entra nel piccolo appartamento che al momento chiama casa, sfoggiando un nuovo taglio di capelli.

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Di qualche ora fa la notizia dell'ennesima operazione di salvataggio iniziata a sud di Pozzallo da parte del pattugliatore "Foscari" della Marina Militare.

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Dal mese di ottobre 2013 a tutt'oggi, i profughi siriani transitati nei centri di accoglienza allestiti per loro dal Comune di Milano sono stati circa 4000 e l'assistenza medica è stata affidata all'Associazione Medici Volontari Italiani.
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Tanti piccoli eroi, i bambini siriani in viaggio

Dal mese di ottobre 2013 a tutt'oggi, i profughi siriani transitati nei centri di accoglienza allestiti per loro dal Comune di Milano s...
Roma nel periodo di maggio dello scorso anno è stata teatro dell'ennesima triste storia di ordinario razzismo, perpetrato nei confronti di due adolescenti Bangla, tradotti al CIE di Ponte Galeria dalla Polizia Municipale di Roma Capitale per essere stati considerati sommariamente dei maggiori di età. In quel periodo, gli errori sull'accertamento dell'età erano all'ordine del giorni, tant'è che diversi sono stati rinchiusi nel CIE di Ponte Galeria. Come si può leggere dal comunicato stampa, di Asgi e Yo Migro, che di seguito riportiamo, quei comportamenti sono stati fortemente criticati.

Roma e i minori stranieri non accompagnati

Roma nel periodo di maggio dello scorso anno è stata teatro dell'ennesima triste storia di ordinario razzismo , perpetrato nei confront...
1247 i minori giunti per la gran parte sull’isola dall’inizio dell’anno, 335 nella sola giornata di ieri

“Sono condizioni inaccettabili tanto più per persone - in particolare minori, donne e bambini anche piccolissimi - che hanno affrontato viaggi drammatici (…)”,“(...) Siamo incredibilmente ancora e sempre in una logica di emergenza: sono bastati alcuni giorni di mare calmo che consente l’attraversata, per mettere in profonda crisi il sistema di accoglienza.”

Immigrazione: inaccettabili le condizioni di prima accoglienza dei minori migranti giunti in Sicilia, dopo il loro salvataggio in mare

1247 i minori giunti per la gran parte sull’isola dall’inizio dell’anno, 335 nella sola giornata di ieri “Sono condizioni inaccettabili...
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